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Piancastagnaio. Modi di dire e vocaboli del Crastatone

Amiatanews (Marco Conti): Piancastagnaio 69 Vocaboli e modi di dire del dialetto pianese

Un altro appuntamento con i vocaboli e i modi dire nei giorni della castagnatura e della Festa autunnale di Piancastagnaio, la più conosciuta e attesa dell’Amiata, se non altro per il fatto che sia quella che da più anni si tiene senza mai interrompersi. Sfogliamo di nuovo “Il Crastatone”, il libro curato da Giuseppe Sani, giornalista e storico di Piancastagnaio, realizzato nel 2006, in occasione della 40esima edizione della Festa.

Dopo i vocaboli pubblicati precedentemente, vi lasciamo alla lettura di modi dire usati a Piancastagnaio nel periodo, invitandovi a impararne e, soprattutto, a riflettere su quelli che più vi garbano, magari chiedendo a qualche “esperto nonno” o, se vorrete, anche alla nostra redazione.

Buona lettura.

Raccolta di termini dialettali pianesi riguardanti la castagnatura:

  1. Abbadà: Sorvegliare (bambini, pecore, castagni e uva in tempo di castagnatura e di vendemmia).
  2. Affigliolata: della castagna che nella lappa ne ha una piccolina quasi incorporata in sé stessa; anche dei frutti in genere.
  3. Aialassi: ghiacciarsi andando a male (delle castagne e  delle patate, che per causa del ghiaccio o di  acqua freddissima si sono deteriorate).
  4. Arraccattà: raccogliere le castagne, le olive da terra  e i funghi.
  5. Arracinato: caduta fitta dagli alberi in modo da farne come uno strato.
  6. Arrazzà: lo striarsi di un lucido rossastro, tipico della castagna vicina alla maturazione.
  7. Arricciata: dicesi della lappa, i cui aculei (non più tesi) tendono ad arricciarsi, segno che non è un valume
  8. Avvenchitu: della castagna secca che si è un po’ ammorbidita.
  9. Bacaticcio: castagna non buona perché non giunta a maturazione.
  10. Baciucchia: castagna secca che si tiene in bocca per la salivazione.
  11. Biciona: qualità di castagna, con buccia spessa e aderente, lucente e saporosa, frutto del castagno detto bicione.
  12. Bocca: della lappa, quando matura, si apre sull’albero mostrando le castagne.
  13. Braciatella: castagna arrostita con la buccia nella brace.
  14. Brodolose: castagne arrostite, sbucciate e lessate, ridotte a brodo denso.
  15. Bucchià: sbucciare, pelare (le castagne, le patate, ecc.), scortecciare (un albero), spellare (un dito).
  16. Buccica: buccia, pellicola.
  17. Capisteiu: ampio vassoio rettangolare di faggio, con lembi, usato per scegliere i cereali e le castagne.
  18. Cascu: di cascu sono le castagne che cadono dall’albero perché molto mature o buttate giù dal vento.
  19. Cimatu: rametto con più lappe o con una ciocca di ciliegie, di more, ecc.
  20. Crastata: l’insieme delle castagne arrostite.
  21. Crastinu: piccolo coltello che serve per fare un’incisione sulle castagne da arrostire o da lessare.
  22. Cucca: castagna, (voce infantile).
  23. Domestica: specie di castagna, data dal castagno detto domestico, che matura prima d’ogni altra ed è ottima per essere mangiata cruda o lessa o arrostita.
  24. Frulla: trastullo per ragazzi, che consiste nel far girare rapidamente un bottone o una castagna  piatta forata in due punti per i quali passa un doppio filo di refe che si attorciglia e si tira producendo un ronzio.
  25. Insacchettà: mettere le castagne secche in un sacchetto per portarle alla battitura e ripulitura.
  26. Lappa: riccio della castagna.
  27. Lilà: rubare le castagne dal castagneto.
  28. Lilata: furto di castagne.
  29. Lilu: si grida per avvertire che qualcuno è entrato nel castagneto allo scopo di portar via le castagne che riesce a raccogliere abusivamente.
  30. Lolla: insieme dei detriti della buccia interna ed esterna della castagna secca vassoiata.
  31. Lucchese: qualità di castagne, dalla buccia pelosa e piccolina, che vengono dal castagno detto lucchese.
  32. Luccichenti: qualità di castagne dalla buccia d’un rosso liscio e splendente, molto saporite, provenienti dal castagno detto luccichente.
  33. Luscora: tritume delle bucce di castagne secche che vien fuori vassoiando.
  34. Marroncella: località con molte piante di marroni.
  35. Marroncellu: pianta di castagno simile al marrone; anche piccolo marrone (albero e frutto).
  36. Marronella: pianta di marrone selvatico.
  37. Marron pazzo: qualità scadente di marrone, anche castagna grossa poco buona.
  38. Mattaru: bastone per staccare con un colpo le lappe dall’albero.
  39. Mesaiolo:  di chi raccoglie castagne per conto del proprietario ricevendone in compenso castagne o farina di castagne.
  40. Minella: misura, si compra una minella dando tante castagne  quante in essa possono entrare.
  41. Monna: castagna sbucciata e cotta con finocchio.
  42. Mosciarella: castagna secca ammorbidita perché appassita o esposta all’umido.
  43. Nassari: graticciata del seccatoio, formata di legni lunghi e cilindrici che costituiscono come l’impiantito del seccatoio, su cui si spargono ammassate le castagne per seccarsi al fuoco lento e continuo.
  44. Pattona: polenta di farina dolce e anche di granturco.
  45. Pedicone: radice sporgente del castagno.
  46. Pelà: sbucciare le castagne, le patate, togliere le foglie al gelso.
  47. Piscinu: caduta copiosa di castagne. Le castagne cadono a piscinu o a piscinella, l’una dietro l’altra quando siamo in piena castagnatura.
  48. Pistoiesi: qualità di castagne di forma oblunga date dal castagno detto pistoiese o pistolese.
  49. Quadrana: detto della lappa che contiene quattro castagne.
  50. Rinvenchì: ammorbidirsi (delle castagne secche che per l’umidità si ammorbidiscono, e del pane che non è fresco).
  51. Rischi: rastrello di legno con denti lunghi per raccogliere fieno, foglie secche, ricci di castagno ecc.
  52. Ronca: troncare con una mattarata un rametto di castagno con lappe, senza che si stacchi del tutto.
  53. Rotaiole: le donne che durante la castagnatura vanno lungo le strade a fare le castagne, portandole via anche dal castagneto, se riescono ad entrarvi; sono così dette, perché fanno la ruota, cioè girano intorno ai castagneti per cogliere il momento in cui, non viste, possono entrare dentro, mosse dal detto che “la castagna della strada e della proda è di chi se la piglia”, trasformato facilmente nell’altro: “la castagna è di chi primo se la piglia”.
  54. Ruspà: ruspare, spigolare nei campi; non solo cercare le castagne dopo la fine della castagnatura, nascoste tra le foglie, ma anche l’uva, il grano, le olive.
  55. Saivvatica: qualità di castagna poco saporita, che viene data dal castagno detto salvatico.
  56. Sbuccicà: sbucciare, levare la pelle, la buccia, il guscio.
  57. Sbucciatura: sbucciatura, escoriazione della pelle.
  58. Sciuccorà: scuotere un albero per farne cadere i frutti.
  59. Sdilappà: aprire coi piedi calzati le lappe perché ne vengano fuori le castagne.
  60. Sdiliscà: ripulire il castagneto dei rovi, delle felci, delle erbacce, ecc. cresciutevi, per potervi raccogliere meglio le castagne.
  61. Sdilollà: ripulire le castagne secche.
  62. Stradina: gran quantità di castagne cadute dagli alberi.
  63. Stratu: tratto di terreno ricoperto di frutti caduti dagli alberi (castagne, mele, olive ecc.).
  64. Suggioli: castagna lessata con la buccia.
  65. Svagà: il cadere delle prime castagne uscendo dalla lappa.
  66. Tramà: il fiorire dell’olivo e del castagno.
  67. Valume: lappa senza castagna o con castagna non cresciuta.
  68. Vecchiarelle o vecchierelle: castagne secche cotte nell’acqua.
  69. Venconi: castagne che sono state tolte dal seccatoio non ben seccate o che si sono rammorbidite dopo restando in un luogo non molto asciutto.

Fonti “Piancastagnaio – Il Crastatone” a cura di Giuseppe Sani – Edizioni C&P Adver – 2006

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