Sabato 17 ottobre, la cena per una vittoria difficile di un bis quasi inatteso. Durante la serata, l’inaugurazione di un angolo dei ricordi, dove sfogliare album fotografici. Cecilia Rigacci, autrice dell’opera ed incaricata dipingere il Palio 2016, presente alla serata. La Contrada di Voltaia compie l’ultimo atto del suo anno Paliesco sabato 17 ottobre, con una serata dedicata alla vittoria del “Cupello”, il riconoscimento che va alla Contrada che più s’è distinta per atteggiamento e comportamento durante le uscite ufficiali dei propri figuranti nei giorni del Palio. Voltaia era stata vincitrice anche lo scorso anno, quando vinse anche il Palio. Un premio che è stato di difficile assegnazione, per il grande lavoro svolto dalle quattro Contrade, dove Voltaia ha prevalso per pochissimo nel giudizio finale di una Commissione costituita da esperti di giostre, quintane e paliotti di provincia (?), con responsabile il conosciuto giornalista ed esperto di manifestazioni storiche, Roberto Parnetti, già a Piancastagnaio lo scorso anno. Un Cupello che decreta una vincitrice, ma che esalta il lavoro delle quattro Contrade che, con impegno e dedizione, si sono presentate a tutti con comportamenti degni dell’importanza di uno dei momenti più importanti, ovvero quello della rappresentanza. Una vittoria, dunque, ancor più meritata per un bis sperato, ma viste le difficoltà del giudizio, quasi inatteso per il Cupello della Cecilia Rigacci, che, come sempre, ha avuto nella diversità dell’opinione, uno dei suoi punti di critica ma anche di forza. Il Contradaiolo si aspetta sempre un’opera dalla forma classica di un piatto (un piatto fondo, “cupo” come si dice sull’Amiata e da qui “cupello”, un “bel piatto cupo” (checché ne dicano alcuni eccessivi critici spesso estemporanei). Un premio che nella semplicità vuole in realtà raccontare anche il lavoro delle Contrade, la formazione e la preparazione dei propri uomini e donne in un corteo tanto atteso. Il lavoro delle sarte, dei truccatori e delle truccatrici, dei parrucchieri e delle parrucchiere, dei tamburini e degli alfieri (?); brevemente, di tutti coloro che rendono bella una Contrada attraverso la bellezza del Corteo storico, dei costumi e dei figuranti. Ecco perché deve essere la vittoria di tutti; perché, come per il Palio e gli altri riconoscimenti, è necessario il rispetto per l’impegno di tutti. Ecco perché la necessità di regolamentare ancor meglio gli strumenti del giudizio e quello nel ricercare l’uniformità nel mostrarsi e nel muoversi; ricercare il senso dell’unione e non della differenza. Il Corteo Storico, l’omaggio con la Processione alla Madonna sono i momenti della rappresentanza di una comunità e non quelli dei singoli. Sul Cupello, come sul Palio, il riferimento alle quattro Contrade attraverso stemmi o simboli; Contrade che assieme si pongono e dovrebbero farlo anche con gesta, suoni e bandiere all’unisono e non a differenza. Cecilia Rigacci, che sarà presente alla cena, ha donato a Piancastagnaio un’opera “prepotentemente Carmelitana” ed ancor più ricca di significati, con un chiaro riferimento ai motivi ed alla gente della Festa. Un dono anche ai Padri Carmelitani come Carlo ed Eliseo Fratini, un connubio tra il Monte Carmelo e l’Amiata. (vai all’articolo pubblicato relativo alla presentazione–>) Prima della cena, l’inaugurazione di un “angolo dei ricordi”, con la presentazione degli album fotografici dalla ripresa del Palio. Un angolo con un leggio in ferro battuto realizzato da Stefano Giglioni, dove è possibile sfogliare ricordi della vita di Contrada con particolare riferimento ai cortei storici dagli anni ’50 in poi. Riflessione più attenta per un aperitivo nel cuore della Contrada avversaria. Altri riferimenti alla pagina Facebook dedicata (vai al link) –> ]]>
Piancastagnaio. In Voltaia, i festeggiamenti per il Cupello 2015
- Autore dell'articolo:Marco Conti
- Articolo pubblicato:15/10/2015
- Categoria dell'articolo:Palio Piancastagnaio / Piancastagnaio
- Commenti dell'articolo:0 commenti