Amiata. Floramiata: boccata d'ossigeno per i 200 lavoratori, ma rimangono le preoccupazioni

Amiatanews (M. Baccheschi): Abbadia San Salvatore 21/10/2015 Ma le preoccupazioni per il futuro dell’azienda non fanno dormire sonni tranquilli

Assemblea numerosa e partecipata dei lavoratori di Floramiata mercoledì pomeriggio a Abbadia San Salvatore per conoscere direttamente dai rappresentanti del sindacato, che l’avevano convocata, gli esiti dell’incontro avuto  nella mattinata a Firenze, presso la sede della regione toscana, alla presenza del consigliere del lavoro del presidente Gianfranco Simoncini,  del curatore,  dei sindaci.

Dopo le parole introduttive di Tiziano Lazzarelli (Cgil), il quale ha parlato di “un pezzo di economia – la presenza di Floramiata – senza la quale gli effetti nel territorio possono essere devastanti”,  sono intervenuti per un dettagliato resoconto Daniela Cherubini (Fai Cisl),  Antonio Petrilli (Uila Uil) e Paola Bittarello (Flai Cgil). Cherubini ha confermato la disponibilità massima della regione e del curatore alla attivazione della cassa integrazione in deroga, secondo la norma ministeriale. Uno strumento di protezione sociale che nei prossimi anni potrebbe scomparire, ma che per il 2015 ha una copertura massima di 5 mesi e per il 2016 non c’è ancora, ma  è prevista  per brevi periodi. Cherubini ha sottolineato inoltre   i tre elementi di criticità del provvedimento. I lavoratori interessati sono quelli a tempo indeterminato; risiedono nella regione toscana; non devono avere carichi di ferie. Il sindacato aveva sollecitato misure  che tutelassero  tutti i lavoratori,  ma la regione ha risposto  che per gli avventizi esiste la disoccupazione agricola. Questa, però,  non rappresenta un sostegno economico  immediato per tutti. Tanto è vero che il sindacato ha  posto sul tavolo anche la necessità di poter fare un accordo con le banche per poter anticipare i pagamenti ai lavoratori. Quanto alle prospettive future  Cherubini, Petrilli e Bittarello hanno sollecitato la regione sui tempi, perché c’è urgenza che l’attività riparta quanto prima (attualmente vige un piano minimo di produzione e commercializzazione  della durata di sei mesi). Ciò potrebbe essere possibile se chi è interessato a partecipare all’asta prevista per i mesi di febbraio-marzo, potesse subito farsi avanti  e cominciare  a manifestare le sue intenzioni. Il bando avrà una diffusione a livello europeo e nelle prossime settimane verranno lanciati i primi avvisi. I lavoratori hanno insistito sulla possibilità di una rotazione “di solidarietà”,  che coinvolga tutti loro (circa 70 sono già stati richiamati a lavoro). Il curatore si è reso disponibile a trattare l’argomento  nei prossimi incontri.

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