L’interrogazione dei due onorevoli PD, sui tempi di approvazione dello statuto e sulla nomina del comitato di gestione definitivo del Parco nazionale museo delle miniere dell’Amiata. Vagaggini: “Il Parco Nazionale delle Miniere dell’Amiata ha già approvato il proprio statuto, che è stato sottoposto anche alla approvazione dei comuni e a quelle del ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del ministero dell’Ambiente. E se lo statuto è ancora in deroga è perché non si è pronunciato il Consiglio di Stato, secondo l’iter portato avanti direttamente dal ministero dell’Ambiente” La recente interrogazione degli onorevoli Pd Cenni e Dallai al ministro dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare Galletti sui tempi di approvazione dello statuto e sulla nomina del comitato di gestione definitivo del Parco nazionale museo delle miniere dell’Amiata è stata ritenuta da Luigi Vagaggini, presidente del Parco, nonché sindaco di Piancastagnaio, “inopportuna e priva di questioni fondanti”. “Desta meraviglia che due deputati di zona non abbiano interrogato direttamente il Parco, rivolgendosi al vicepresidente Franco Ulivieri o a altri membri del consiglio, che appartengono al loro stesso partito, nel caso non volessero interloquire personalmente con me”, esordisce il presidente Vagaggini. “Io non sono stato rinominato per questioni o appartenenze partitiche. Sono stato capo segreteria del ministro dell’Ambiente per cinque anni, durante i quali mi sono occupato in maniera specifica dei parchi nazionali avendone ricevuto, come sottosegretario, le deleghe”. E aggiunge: “Avrebbero dovuto sapere, senza disturbare il ministro, che l’attuale Parco delle miniere – non è compreso come gli altri parchi nazionali nella Legge 394 – fa parte del circuito dei così detti ‘parchi tematici’, insieme al Parco nazionale tecnologico archeologico delle Colline Metallifere e al Parco museo dello Zolfo. Rispetto agli altri due quello dell’Amiata ha già approvato il proprio statuto, che è stato sottoposto anche alla approvazione dei comuni e a quelle del ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del ministero dell’Ambiente. E se lo statuto è ancora in deroga è perché non si è pronunciato il Consiglio di Stato, secondo l’iter portato avanti direttamente dal ministero dell’Ambiente”. E, di seguito: “Non so da chi siano stati sollecitati i due onorevoli di zona, ma visti altri precedenti e altri documenti inviati al ministero, non c’è da andare lontano. Ma dirò di più. Il Parco ha operato nella pienezza e nella concretezza, attivando finanziamenti, in special modo per quattro comuni minerari e anche la procedura per il sito Unesco”. Dopo una breve pausa: “Dagli onorevoli Cenni e Dallai – lo dico come sindaco – qualche interrogazione l’avrei aspettata sulle reali emergenze, che non soltanto io denuncio, ma anche altri colleghi sindaci, riguardo alle dimenticanze colpevoli di organi come la provincia, la regione e lo stato di aver abbandonato il territorio dell’Amiata, che sta soffrendo una crisi ormai alla evidenza di tutti (vedi ponte chiuso sulla Cassia, ponti crollati, strade interrotte, chiusura di Floramiata, etc). Ritengo che l’attenzione al territorio debba essere data portando e contribuendo a risolvere le problematiche e non facendo sterili polemiche, dettate soltanto da strumentazioni partitiche”. La interrogazione di Cenni e Dallai fa anche riferimento – nel momento in cui sollecita la nomina di un comitato di gestione definitivo – al rappresentante della Provincia di Siena, ente che, per protesta, dopo le dimissioni da quel ruolo dell’ex sindaco di Abbadia San Salvatore Decoro Bisconti, non ha indicato alcun sostituto. Il presidente Vagaggini ricorda infine di aver nominato, come di sua competenza, il geologo Daniele Rappuoli direttore della miniera di Abbadia San Salvatore e il dottor Daniele Visconti direttore generale del Parco. [caption id="attachment_18027" align="aligncenter" width="640"] Unione Comuni Amiata Val d’Orcia e Sede Parco Nazionale Miniere dell’Amiata[/caption]
Fonti Mariella Baccheschi – Corriere di Siena]]>