Amiata. Floramiata: l'asta del 15 Aprile rinviata al 6 Maggio. Lo sdegno del Sindaco Vagaggini verso il silenzio del Governatore Rossi

Amiatanews (Marco Conti): Piancastagnaio 17/04/2016 Il trasferimento del Tribunale Civile di Siena, con l’interruzione di alcune attività degli Uffici di competenza, causa del rinvio, in un’asta che sembrava comunque andare deserta.

Luigi Vagaggini, Sindaco di Piancastagnaio, sede del grande complesso florovivaistico: “Il Governatore Rossi, si è interessato e fatto visita anche alle più piccole aziende toscane, ma non si è degnato di rispondere alla richiesta unitaria dei sindaci! … Mi vergogno di questa situazione, inaccettabile sotto ogni punto di vista. Sono amareggiato da questa scarsa sensibilità umana.”

Ancora un nulla di fatto per Floramiata, l’azienda florovivaistica amiatina, insediata da circa 35 anni nel territorio di Piancastagnaio, frutto del fallito “Progetto Amiata”, di cui altre aziende ne han fatto parte, di cui ne è stato dichiarato il fallimento lo scorso ottobre 2015. Venerdì passato, 15 Aprile, era il giorno dell’asta per l’acquisizione dell’azienda, ovvero delle sue serre, i suoi terreni, immobili e marchio, partendo da una base d’asta che ci risulterebbe fissata 13.400.000 Euro. Una giornata attesa, ma non troppo, almeno a sentire qualche dipendente, incontrati per caso ad un caffè sulla Cassia, che, tra sfiducia e preoccupazione per un senso di immobilità generale, rimane in attesa di notizie positive. Ma le notizie non ci sono, anzi si: quelle del rinvio dell’asta al prossimo 6 maggio, altro venerdì (sembra quasi di ripercorrere i tanti venerdì del concordato fallimentare del 2015). Il motivo del rinvio è quello del trasferimento del Tribunale Civile di Siena ad altra sede, che ha interrotto le attività degli uffici.

Negli ultimi tempi i sindaci di Piancastagnaio (sede di Floramiata), Abbadia San Salvatore, Santa Fiora,  Castell’Azzara, Castiglione d’Orcia e Radicofani si sono rivolti al Presidente della Regione, Enrico Rossi, nel sollecitare l’istituzione verso una situazione così grave, che interessa direttamente ben 250 famiglie (tra lavoratori  “fissi” e “avventizi”) ed indirettamente un indotto costituito da aziende di servizi nate appositamente di cui, una parte, creditrice della stessa azienda florovivaistica. Ma è il sindaco di Piancastagnaio, Luigi Vagaggini, a farsi sentire a difesa dei lavoratori, rivolgendosi, attraverso organi di stampa locale, direttamente al Governatore Rossi: “Noi sindaci dei Comuni amiatini, luigi_vagaggini_448x252coinvolti nel fallimento di Floramiata, abbiamo inviato una richiesta unitaria al Presidente della Regione Enrico Rossi, invitandolo ad un incontro per affrontare seriamente e concretamente, la situazione di Floramiata ed anche quella relativa alla crisi dei nostri territori. Pur avendo riconosciuto i nostri ringraziamenti a Gianfranco Simoncini (consigliere del presidente Rossi per le questioni del lavoro), ormai è tempo di risolvere concretamente le cose… Ora basta! Sembra veramente non esserci sensibilità per i lavoratori, che non sanno più come andare avanti. Rossi, si è interessato e fatto visita anche alle più piccole aziende toscane, ma non si degna di rispondere alla richiesta unitaria di ben sei sindaci!” “Aspettavamo questo fatidico giorno del 15 aprile, il giorno della gara e la gara è stata rinviata; una gara che sembrava addirittura deserta  – continua il Sindaco Vagaggini – Qui è necessario dare risposte concrete alle bisogni essenziali della gente. Cosa sta facendo il governatore Rossi per queste famiglie? Non una telefonata sull’Amiata, nessun cenno di risposta alle lettere e le richieste inviate. Lo scorso 13 aprile, ad esempio,  eravamo nuovamente convocati da Simoncini a Firenze; cosa saremmo andati a fare, la solita passerella inconcludente? L’incontro è stato annullato, ma io, visto l’atteggiamento di Rossi, non sarei andato lo stesso. Trovo quella del governatore una grave scorrettezza, anche umana, nei confronti di queste persone che stanno perdendo il lavoro. Mi vergogno di questa situazione, inaccettabile sotto ogni punto di vista. Sono amareggiato, deluso e sconfortato da questa scarsa sensibilità umana. Se Rossi non ha rispetto delle istituzioni e dei sindaci che le rappresentano, l’abbia almeno per le difficoltà oggettive di 250 famiglie e di una popolazione che sta soffrendo nell’insieme una situazione che avrebbe assoluto bisogno del sostegno istituzionale.” (fonti Corriere di Siena) Ricordiamo che la CIG (Cassa Integrazione in Deroga) per i 137 lavoratori, scaduta 31 marzo scorso, è stata sospesa per il periodo di un mese, grazie alla ripresa della produzione deliberata per scongiurare il pericolo di dover interrompere l’attività. Tra l’altro, lo stesso Simoncini, il 21 marzo aveva ricordato che non ci sarebbe stata la possibilità di accedere ad altri ammortizzatori sociali.
Un altro venerdì dunque, un’altra coincidenza per un giorno della settimana che le cronache ci hanno portato altre volte in una delle tante date, in cui il nome di quello che era, o poteva essere, un fiore all’occhiello dell’Amiata e dell’Italia, Floramiata appunto, dava appuntamento nelle stanze dei Tribunali. Volendo cercare un sorriso da qualche parte, amaro che sia, viene in mente una piccola filastrocca di queste parti “La novella dello stento…che dura tanto tempo … te l’ho a di!…”, dove, qualunque sia la risposta, “si” o “no”, si riprende all’infinito. Ma è un sorriso amaro, per ora: che non lo sia di più
  Rimandiamo agli articoli della sezione “Speciale Floramiata” per avere un quadro generale della situazione sin dall’insediamento del curatore fallimentare. —> Speciale Foloramiata]]>

Lascia un commento