Molte persone sono in ferie; ma non per tutti il rallentare è piacevole, anzi è proprio durante la stagione estiva che i problemi psicologici possono esplodere. Oggi è finito l’asilo di mia figlia, da lunedì 1 agosto fino al 15 settembre dovrò industriarmi per cambiare le mie abitudini lavorative (essere donna e mamma nel 2016 non è affatto semplice). Il mio lavoro da libera professionista, per fortuna o sfortuna, mi permette in questo mese di rallentare i ritmi di vita e quindi, rallentare gli appuntamenti e le cose che in qualche modo è possibile procrastinare a Settembre. In questo periodo fatto di luce, profumi e colori, riscopro il piacere di fare cose diverse e magari all’aria aperta, che puntualmente da settembre ad agosto non riesco a fare. E’ da questo pensiero che nasce il seguente articolo, ovvero che non per tutti il rallentare è piacevole, ma anzi è proprio durante la stagione estiva che i problemi psicologici possono esplodere. L’arrivo del caldo per alcuni coincide con l’interruzione delle occupazioni abituali ( sport, gruppi di incontro etc), che per molti hanno un effetto rassicurante ( so cosa devo fare e quando la devo fare). Quando d’estate, queste vengono a mancare, il loro vuoto può essere colmato dal riemergere di “fantasmi” alla base di manifestazioni di ansia e depressione. Il cambiamento dei ritmi di vita, una obbligata permanenza a casa , le partenze di amici e di familiari, la chiusura dei negozi di riferimento, obbligano molti ed in particolare gli anziani all’isolamento e solitudine. La casa può diventare un luogo di prigionia e nido per pensieri negativi che portano a disturbi di ansia e depressione. Quando finalmente le ferie arrivano c’è chi le vive dedicandosi alle attività che preferisce: sport, lettura, uscite, ozio. C’è invece chi riesce a rilassarsi per i primi due giorni e poi, ad un tratto si annoia o non riesce a godere del tempo libero, anzi non sa come gestirlo, cosa farne ed inizia a quel punto il conto alla rovescia di quanto manca al ritorno alla routine. Qualcuno addirittura sta male, è insofferente, inizia ad agitarsi, a soffrire di insonnia. La possibilità di dedicare più tempo a se stessi può essere un’arma a doppio taglio. Mentre nel periodo lavorativo si è troppo presi dalla routine quotidiana ed è molto facile “nascondere” ed evitare i problemi, durante le ferie, se non si è abbastanza impegnati le difficoltà possono venire a galla. Mi vengono in mente i coniugi che in ferie scoprono di non andare più d’accordo o “semplicemente” di non avere più niente da dirsi, o i genitori che non parlano con i figli adolescenti, o ancora accorgersi che a parte il lavoro ed il dovere non siamo riusciti a costruirci niente altro di leggero e personale. Credo che il passaggio per crescere e cambiare o almeno provarci sia quello di fermarsi, fare un “respirone” e pensare a ciò e che per 11 mesi l’anno facciamo in modo di non dover affrontare. Credo che l’essere adulto voglia dire avere la capacità di guardare anche le cose che non ci rendono felici e decidere come affrontarle. Sono sicura che inizialmente sarà faticoso ma come si dice dobbiamo trasformare tutto ciò che per noi è difficile in un gesto quotidiano e poi trovarvi il piacere di farlo, e magari mentre ci dedicheremo dieci minuti della nostra vita riusciremo a trovarci anche il piacere e la spinta a farlo ancora ed ancora, magari senza aspettative, senza il bisogno di dimostrare niente a nessuno e senza il bisogno di organizzare qualcosa.
Dott.ssa Elena Lorenzini – Psicoterapeuta sistemico relazionale ]]>