Piancastagnaio. Voltaia ha festeggiato il suo Palio stringendosi attorno al suo popolo illuminato

L’emozione di una serata dove la luce e il calore del fuoco, hanno illuminato l’unione e la forza della Contrada. Un gruppo di ragazzi giovanissimi, sostenuti con rispetto dai “vecchi” Contradaioli, il cavallo Jake, Giosuè Carboni, Valter Pusceddu, e la “stalla”, protagonisti del terzo Palio vinto in cinque anni Cecilia Rigacci, autrice dell’opera: “Quando si dipinge un Palio, si sta tra cielo e terra, cercando di cogliere i messaggi che arrivano e che diventano parte di questo miracolo chiamato Palio.” Convento di San Bartolomeo, 24 settembre 2016. È’ in questo luogo magico che Voltaia ha deciso di celebrare la vittoria conquistata ad Agosto, ospiti e contradaioli seduti intorno, il “concone”, con Carburo e la dirigenza bianconera al centro del chiostro, sotto il Palio di Cecilia Rigacci. C’è l’aria delle serate speciali. Si festeggia non solo l’ultima vittoria ma, anche, un cammino percorso da questo gruppo di ragazzi, giovanissimi, che con un certo modo di fare il Palio, ci hanno preso gusto. Tre sono le vittorie di questa Contrada negli ultimi cinque anni, e per quanto il Palio sia comunque governato dalla stella della sorte, questa scia di successi parla chiaro, parla di un progetto sognato, segnato e messo in pratica nei particolari. Dalla scelta del cavallo, Jake, un cavallo su cui spendere parole forse è diventato scontato, che arriva da un rapporto solido con uno dei re di questo Palio, Valter Pusceddu, alla capacità di individuare un nuovo fantino su cui scommettere, Giosuè Carboni, alla volontà di costruire uno staff qualificato, la stalla, con Martelli e Pisano. Alessandro Conti, il giovane Capitano si coccola tutti i suoi. Parole forti, ritmate, di effetto, scandiscono l’inizio della serata quasi a ripercorrere la cavalcata di Jake e Carburo. Si torna con il cuore a questo 18 agosto, a quel preciso giorno di ogni anno passato e futuro, che fa parte della storia personale di ogni contradaiolo e che si fonde nella storia di ognuna delle Contrade di Piano, scrivendone un aspetto forte profondo e identitario. E nel celebrare la vicenda ricca di successi di Voltaia, segnata da un’emozionate cerimonia del fuoco, si festeggia un modo di vivere e intendere la passione, la condivisione, il silenzio e il rumore, la preghiera e l’imprecazione, l’amicizia e l’impegno che solo chi ama questo scherzo buffo del cuore, chiamato Palio, può capire. Tra le tante voci di una grande serata, sono le parole di un ospite di riguardo, Cecilia Rigacci, pittrice del Palio vinto da Voltaia, ad individuare alla perfezione questa vena che ci scorre dentro: “Ho ricevuto dopo la presentazione del Cupello, l’incarico dal Sindaco per dipingere questo cencio; una richiesta accolta con entusiasmo immediato, ma inaspettata e spontanea. Nonostante io abbia trascorso buona parte della mia infanzia nelle zone Amiatine, conoscevo poco questo Palio ed il motivo è semplice: la sua collocazione nel tempo, a ridosso del Palio di Agosto, ne fa un appuntamento ghiotto per gli addetti ai lavori ma un poco difficoltoso per i contradaioli senesi. Ma, a prescindere da questo, dipingere un Palio è sempre qualcosa di straordinario, perché è un viaggio che un artista fa su due strade: dentro se stesso e dentro un sentimento popolare, vivo, tangibile. Si sta tra cielo e terra, cercando di cogliere i messaggi che arrivano e che diventano parte di questo miracolo chiamato Palio, che racchiude in se tutta la gamma dei sentimenti e delle emozioni possibili. Certo forse, il mio approccio a questa festa pianese, così sentita, vissuta con tanta intensità, è stato rafforzato dalla mia senesità: un valore aggiunto notevole, per accostarmi a questa esperienza perché mi permette di portare dentro di me un concetto quasi di annullamento del tempo, che coincide con quello del Palio. In esso non c’è passato, non c’è futuro e forse non ne facciano nemmeno il presente; il Palio non si rappresenta, si vive e nell’idea stessa di viverlo; riusciamo a creare una situazione magica che ferma il tempo. Nel Palio non si muore, non si ricorda tutto, rimane sempre vicino a noi, persino quello che ancora non abbiamo vissuto, perché è la nostra dinamica reale.” La sensibilità delicata di un’artista, ha dipinto alla perfezione quelli che poi i Contradaioli di Voltaia, hanno avuto modo di rivivere durante la cena della Vittoria e anche di sognare per il futuro della loro Contrada. Dalle immagini della volata di Jake e Carburo, ai vecchi voltaiesi intervenuti durante la serata, ai giovani sempre intorno al concone a cantare, alle parole di Carburo, del Priore e del Capitano, tutti con uno sguardo al passato ma già con la testa proiettata in avanti, perché, questo, è un gioco, che nel momento stesso in cui lo vinci o lo subisci, diventa già domani.

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