Dalla tarda serata di domani, inizia una delle più tradizionali feste popolari della zona ovest dell’Amiata, tra le frazioni di Piancastagnaio e quelle di Santa Fiora. Torna la cosiddetta “Befana di Tamburrano” dal nome del Direttore delle miniere dei giacimenti minerari del Siele Si rinnova nelle frazioni di Piancastagnaio e in quelle confinanti di Santa Fiora, l’appuntamento con le “Befanate”, i tradizionali festeggiamenti per la vecchina più attesa dell’anno, che “tutte le feste si porta via”. Una tradizione che si perde nel tempo, tra divertimento e leggende, in particolar modo alle Tre Case, considerata da queste parti un po’ una delle origini amiatine di questa bellissima festa (tradizionale anche dell’alta Maremma), che coinvolge la parte più a Ovest dell’Amiata, quasi a escluderne i capoluoghi Piancastagnaio e Santa Fiora. E’ sempre stato così ed è anche bello così, come le stesse Befanate del Saragiolo, attesissime anch’esse, assieme a quelle del Bagnolo o del Marroneto. Da domani sera, 5 Gennaio, sarà dunque “Befana” in questi piccoli centri, con i gruppi di cantori, suonatori e “Befane”, accompagnate da “maschere” quasi carnevalesche e per lo più femminili, indossate rigorosamente da uomini. Una serata attesa ogni anno, con serate passate assieme, uomini e donne, ragazze e ragazzi, a preparare il vestiario, a provare le canzoni e gli strumenti popolari e, soprattutto, a preparare le calze, realizzate per lo più a mano, con i tipici dolci della Befana, da portare alle case e ai poderi nelle campagne o di montagna. Una sorta di pellegrinaggio, che, nel divertimento, in realtà, evidenzia un aspetto sociale significativo, che fa dello stare insieme in allegria e della visita nelle case, abitate spesso da anziani che di rado escono, uno dei motivi della festa. La Befana, il Befano con la figlia da maritare e la combriccola al seguito, è la composizione tipica dell’allegra comitiva in visita che in cambio della loro musica, canto e le tipiche battute di queste parti, riceverà in cambio cibo, qualche soldino e l’immancabile bicchier di vino, rigorosamente offerti dagli abitanti delle case. [gallery columns="5" link="file" ids="15223,15289,15216,15220,15219,15210,15226,15212,15213,15227"] Alle Tre Case, l’allegra compagnia, si ritroverà intorno alle 16 come sempre al Bar, per poi iniziare “il giro” intorno alle 17,30; il percorso toccherà i poderi “Buca di Rocco”, “Casa Pacelli”, “Casa Eufemia” per poi dirigersi verso le località di Quaranta, Capannacce, Campi Rigo e Casetta. Al ritorno al punto di partenza, previsto per le 22, ci sarà il tradizionale spuntino di mezzanotte, magari pensando a Franco Bonemei, che poco prima del Natale 2015, non è più il “Befano” dai capelli di stoppa Al Saragiolo, il “giro”, inizierà “Suppergiù All’Incirca” come segna l’orologio della Befana, alle 16,30, dopo il raduno al Bar del paese previsto per le 14. L’allegra compagnia partirà dal “Via Pontelungo”, proseguirà per la zona artigianal, dirigendosi verso la Valletta fino al bivio di Via Quaranta. Successivamente verso le località di Pianacce, Pietralunga, la Via Forestale, Via dello stadio per ritrovarsi intorno alle 23 al Bar della Via Provinciale per la classica cena finale. Riportiamo una tipica canzone: “Bona sera bona gente, questa sera è ‘Befania e col nome di Maria vi si viene a saluta’ ci dareste qualche cosa pe’ sta povera vecchiarella c’ha ‘na figlia tanto bella, la vorrebbe marita’ a voi altre vecchiarelle vi s’è porto un bello scialle pe’ tenello sulle spalle pe’ potevvi riscalda’ a voi altre giovinotte vi s’è porto un bel mazzetto pe’ tenello stretto al petto pe’ potevvi consola’ bona sera bona notte la befana se ne va via e col nome di Maria andate a letto a riposa’”
Una serata iniziata dal tardo pomeriggio, ma che durerà fino a tardi, da vivere e da conoscere nella bellezza della sua semplicità; una manifestazione che resiste anche per questo nel tempo ed è da sostenere attraverso la partecipazione ed il riconoscimento a dei volontari che rendono queste comunità vive e custodi delle tradizioni. Così come quella della Befana del Siele, la cosiddetta “Befana di Tamburrano” dal nome del Direttore delle miniere dei giacimenti minerari nel comune di Piancastagnaio, limitrofi ai Comuni di Santa Fiora e Castell’Azzara, che la istituì intorno alla metà del secolo passato. Un ritorno di una tradizione, quasi come non fosse mai stata interrotta nei suoi decenni di assenza, voluto dall’attuale Sindaco di Piancastagnaio Luigi Vagaggini, Presidente del Parco Museo Nazionale delle Miniere dell’Amiata e organizzato dallo stesso Parco, dai Comuni di Piancastagnaio, Santa Fiora, Castell’Azzara, dal Bar La Rocca di Piancastagnaio e da Tuscany Amiata. La manifestazione si svolgerà dalle 10 del mattino fino a circa l’ora di pranzo; per favorire gli spostamenti è stato messo a disposizione dai tre Comuni un servizio gratuito di bus navetta, con partenze alle 9,30. Una maniera anche questa di ritrovarsi in nome di un ricordo, ripercorrendo o facendo conoscere a figli e nipoti, una parte della storia della gente amiatina e del duro lavoro del minatore, allietato proprio il 6 di Gennaio, dalla “Befana”, una festa che fermava lo stabilimento e si apriva con il sorriso ed il regalo alle famiglie. Non una rievocazione ma un momento d’incontro, di comunità e di gioia per i bimbi che vivranno momenti di vera sorpresa con un inaspettato arrivo della Befana, l’esibizione di maghi e la consegna della calza, ricca di leccornie. Non ci sarà l’amico Piero con il suo calesse ad accompagnare la Befana, ma l’amata vecchina, pian pianino… arriverà al Siele da tutti i bambini [gallery columns="5" link="file" ids="15441,15451,15460,15442,15438"] Due giorni importanti dunque per molti aspetti, da regalarsi e far conoscere; due giorni dov’è possibile condividere la semplicità della tradizione popolare, della famiglia, dell’amicizia e del lavoro, elementi fondanti di tutta l’Amiata, da conservare con cura.]]>