Abbadia San Salvatore. "Escluso dalle assunzioni Floramiata per una rivendicazione personale"

Lo sfogo di un lavoratore Floramiata, escluso dalla liste delle nuove assunzioni: “Un responsabile della precedente azienda, ha deciso sul mio futuro…” Giorni difficili per i dipendenti della ormai ex Floramiata. Proprio ieri, una delle tante giornate determinanti per l’azienda e i propri dipendenti, che ha visto una delle decisioni più importanti e allo stesso tempo dolorose: la scelta degli 83 lavoratori da assumere (78 a tempo indeterminato e 5 a tempo determinato) decisa dalla dirigenza di Amiata Flor, l’azienda che ha rilevato il polo florovivaistico di Piancastagnaio, dopo il fallimento di Floramiata, aggiudicandosi l’aste del 22 Febbraio u.s. “Un giorno triste per me e la mia famiglia – ci dice sconfortato Mario (nome di fantasia), operaio da 34 anni nell’azienda florovivaistica nella sua casa di Abbadia San Salvatore, con la moglie a fianco – Trovarsi senza lavoro, dopo 34 anni di servizio e totale impegno per l’azienda in cui mi sono formato professionalmente, è per me una situazione nuova e drammatica. A questo devo aggiungere anche l’aspetto interiore e psicologico con cui avrò a che fare nei prossimi giorni, man mano che prenderò coscienza fino in fondo della situazione, che, pur compromessa nell’ultimo anno, dava comunque spazi di speranza per il futuro. Ero fiducioso che l’azienda mi avesse inserito tra gli assunti che prenderanno servizio dal 12 Aprile, una sensazione avvalorata anche dalle parole dei miei colleghi. Ma così non è stato e le motivazioni sono esclusivamente da condurre nelle volontà di un responsabile di area della ormai ex Floramiata che, per una rivalsa nei miei confronti, dovuta a delle cose strettamente personali accadute tra me e lui e non per motivi professionali. Situazioni addirittura dimostratesi inesistenti allo stesso responsabile, ma che, per motivi inspiegabili, non le ha mai volute riconoscere. Nella compilazione della lista, di cui lui ne è uno dei principali autori, ha voluto che non fossi tra gli assunti; su questo non ho alcun dubbio e la reazione di sorpresa di molti colleghi nei miei confronti ne è chiara dimostrazione.” Lei Mario, si rivolge direttamente a questo responsabile, con ruoli importanti verso il personale. Ma cosa pensa dei rappresentanti della nuova società. In fondo, il contratto di lavoro è con loro… “I nuovi imprenditori fanno il proprio lavoro e questo è nelle cose. Certo, mi sarei aspettato un colloquio personale con loro, in particolar modo con il dott. Cappellini, già presente in Floramiata in passato e ieri tutto il giorno con noi in azienda. Un colloquio personale, anche di pochi minuti, poteva essere utile per conoscerci reciprocamente,  aiutare nelle scelte, valutando direttamente la persona, guardandola anche negli occhi. La mia realtà, comunque, era conosciuta molto bene in azienda, visto anche il male che ho dovuto affrontare e risolvere, assieme alla volontà ferma di tornare velocemente al lavoro; una scelta personale, tutta verso l’attaccamento all’azienda e al fatto di volermi sentire utile a Floramiata, a me stesso e alla mia famiglia. Anche per questo reputo l’atteggiamento di chi non mi ha voluto più, basato esclusivamente su motivazioni personali. Ma, voglio ribadirlo, al di là di questo aspetto, non posso biasimare il dott. Cappellini; so bene che Amiata Flor ha salvato un’azienda fondamentale per il territorio, che era fallita e senza futuro.” Piancastagnaio_Floramiata_800x600_11 Mi scusi, ma la decisione non le è stata comunicata dal suo ormai ex responsabile “E’ lui che ha segnalato una situazione nei miei confronti tale da non farmi rientrare nelle assunzioni. – risponde deciso Mario –  Avrei accettato la decisione se fosse stata direttamente presa dall’Amministratore Delegato, il Dott. Cappellini, che valuto una persona molto preparata e con atteggiamenti propositivi verso l’azienda e i dipendenti; la mia mancata assunzione la collego alle sole volontà dell’altro. Tra l’altro, si è sempre parlato di professionalità e, dopo 34 anni di servizio, non credo mi possa essere riconosciuto il contrario e, per quel che riguarda l’attaccamento all’azienda, il mio comportamento in questi anni e soprattutto durante il post malattia, è chiaro a tutti. Aggiungo anche un altro elemento ben conosciuto all’interno di Floramiata: oltre alle mie normali mansioni, proprio per la fiducia verso la mia persona da parte delle precedenti proprietà, mi erano stati affidati compiti di responsabilità che andavano oltre il mio ruolo, come quello di portare documentazione relativa all’azienda, presso gli uffici pubblici, posta e banche. Il mio, ribadisco, non vuole essere una critica alla nuova proprietà, ma verso l’atteggiamento di un responsabile, che, nel comporre la lista degli 83 assunti dal 12 Aprile, mi ha escluso facendo rimanere attoniti anche dei colleghi; un’ingiustizia a cui, uno di loro, voleva mettere rimedio offrendomi il suo posto di lavoro, che, ovviamente, non ho accettato.”  Lei Mario non è l’unico. Altri suo colleghi, circa una trentina, almeno ad oggi, non rientreranno in azienda. Si poteva fare qualcosa in più secondo lei? “So che non sono il solo ad avere questo tipo di pensiero e altri esclusi non accettano il comportamento di questo responsabile di Floramiata che, in definitiva, ha contribuito alla decisione sulle assunzioni. Certo, debbo anche dire, che forse le Istituzioni dovevano, per quanto possibile, fare qualcosa in più anche se, non posso negare, l’interesse delle amministrazioni locali. In fondo Floramiata è frutto di una iniziativa che viene dalla conversione delle miniere e che ha visto le stesse istituzioni, partecipi al progetto. Mi riferisco anche ai sindacati che, pur cercando di aiutare noi dipendenti, dovevano agevolare la possibilità di avere colloqui personali tra tutti i lavoratori e la nuova proprietà che, ripeto, potevano confermare o meno l’idea fatta attraverso una lista nomi già stilata e, almeno nel mio caso, con una esclusione prestabilita dettata da motivi esclusivamente personali.”


Mario, pur essendo un nome immaginato, è in realtà un uomo vero, come “Maria”, donna vera che, anche lei, non varcherà il cancello di Floramiata dal 12 Aprile. Sono circa una trentina, tra donne e uomini, ad affrontare la perdita del lavoro, in un contesto di crisi nazionale che, sull’Amiata, tranne rare eccezioni, è ancora più sentito. Dobbiamo anche ricordare il passato e il futuro di questa azienda e che la scelta di Amiata Flor permette a circa cento persone, 83 da subito e 19 nel 2018, di contnuare a lavorare, Altro elemento, è il riconoscimento da parte della Regione Toscana dell’area di crisi Amiata; un riconoscimento molto importante che potrebbe dare risultati positivi e che ci auguriamo veloci. Recentemente una pioggia di milioni di Euro sono stati impegnati nell’area amiatina, a cui aggiungere quelli derivanti dai fondi geotermici. Certamente, questo non porta il sorriso a chi oggi è colpito da decisioni ritenute ingiuste, ma, il futuro, potrebbe apparire meno difficile se imprese e istituzioni daranno risposte concrete; senza dimenticare, che la nuova Floramiata, deve ancora iniziare a confrontare il proprio piano industriale con il mercato, da dove potrebbero arrivare segnali ancor più positivi del previsto. In bocca al lupo a tutti, a tutti noi.]]>

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