Con il perdurare dell’assenza delle precipitazioni, il gruppo di “SOS Quercia delle Checche”, all’opera in questi giorni nell’area del “monumento verde” Dopo il Decreto di tutela da parte del Ministero dei Beni Culturali e del Paesaggio che nel Giugno passato ha riconosciuto la Quercia delle Checche come primo Monumento Verde d‘Italia, continuano le attenzioni e le cure verso il “monumento verde” da parte dei volontari “SOS Quercia delle Checche”, patrimonio non solo nazionale vista la conoscenza da parte delle migliaia di stranieri che ogni anno visitano la Val d’Orcia. Ricordiamo che la splendida pianta valdorciana, di circa 370 anni, venne deturpata il giorno di Ferragosto 2014 da vandali che provocarono la rottura di alcuni rami per la stupida volontà di salirvi sopra. Le iniziative del gruppo, non supportate da nessun ente, sono finalizzate da ormai tre anni alla salvaguardia della Quercia con enorme passione e tenacia, raggiungendo oggi risultati francamente inimmaginabili all’inizio di questa vicenda. Come indicato dalla coordinatrice del gruppo Nicoletta Innocenti, attraverso un comunicato pervenuto nella redazione questa mattina – nei giorni passati numerosi volontari di “SOS Quercia delle Checche” si sono attivati nella distribuzione del cippato alla quercia. Da quanto viene sostenuto dal prof. Massimiliano Montini docente di Diritto dell’Ambiente all’Università di Siena, attualmente impegnato all’Università di Cambridge, impegnato a sostenere e supportare, sotto gli aspetti del diritto, un cartello di associazioni formato da SOS Quercia delle Checche, Italia Nostra Siena, Club UNESCO Siena, Legambiente Valdichiana), la grande quercia sarebbe addirittura del primo Monumento verde in Europa (vedi articolo pubblicato in Greenreport http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/la-quercia-della-checche-primo-albero-riconosciuto-bene-culturale-italia/). I volontari, a fronte di auto finanziamento e raccolta fondi tra gli “amici della Quercia delle Checche” – descrive in una nota diffusa la Innocenti – ha provveduto, in ragione della prolungata siccità che aveva indotto i tecnici a ritenere che l’albero secolare potesse entrare in sofferenza, alla distribuzione del pacciame nella vasta area interessata dall’apparato radicale della pianta. Il cippato è stato messo a disposizione dal Gruppo Morini di Abbadia San Salvatore, ditta certificata PEFC dal 2011, specializzata nella gestione sostenibile dei boschi. Sempre in autofinanziamento, il processo di pacciamatura era già stato eseguito dai volontari anche l’anno passato durante l’estate, al fine di ricostruire condizioni quanto più possibile simili a quelle naturali presenti nel bosco. Tale attività era stata giudicata da più esperti fondamentale per proteggere la matriarca della Val d’Orcia dagli scompensi prodotti dall’eccesso di siccità. Una pianta normale, per quanto vetusta, potrebbe sostenere un periodo prolungato di assenza idrica ma la Quercia delle Checche, avendo avuto l’amputazione, per danni causati dall’uomo nell’agosto del 2014, della grande branca rivolta verso l’Orcia ha un terzo delle suo apparato radicale, sia profondo che superficiale, totalmente esposto al sole perché un terzo dell’area è priva di fronde, e ciò può causare danni molto seri e per certi versi irreversibili. E notorio infatti che quando il danno si manifesta in un albero delle dimensioni della Quercia delle Checche (larghezza 36 mt, altezza 32 mt, circonferenza del tronco 5 mt) spesso è troppo tardi per fronteggiarlo. Sulla salvaguardia del “monumento verde”, è stato programmato per Giovedì 13 Luglio, un incontro a Siena tra il cartello delle associazioni e la Soprintendente Arch. Anna Di Bene. La Soprintendenza di Siena, in quanto area territoriale di competenza, è il soggetto che ha emesso il vincolo, per la l’esame del protocollo d’intesa e la definizione dei passaggi successivi all’apposizione del vincolo che, in modo fattuale, permettano di giungere alla concreta salvaguardia dell’albero monumentale. La associazioni, chiederanno in quella occasione alla Soprintendenza la costituzione a tempi brevi di un comitato tecnico scientifico atto a monitorare lo stato di salute della pianta che possa indirizzare, opportunamente, il lavoro di manutenzione svolto dai volontari. [gallery link="file" size="medium" ids="32176,32175,32174"]
Fonti Comunicato stampa Gruppo Nicoletta Innocenti S.O.S. QUERCIA DELLE CHECCHE del 07/07/2017]]>