Il fuoco intorno alle 11 di questa mattina è stato domato dopo circa 6 ore ma prosegue la bonifica. Il rischio, è forse quello di fare sin troppa pubblicità a questi burattini guidati dai fili della delinquenza e della rabbia bestiale. Non vorrei che scrivere troppo degli ettari bruciati, delle case raggiunte a pochissimi metri dal fuoco, dell’evacuazione dalle fabbriche e dalle abitazioni di centinaia di persone a tutela dal rischio di esplosioni di gas e di autovetture, si facesse proprio il giochino di questi personaggi animaleschi, così convinti della propria intelligenza criminale che vegeta in un cervello senza spazio, strapieno ormai di vendetta e cospirazione verso un mondo che non c’è. Ma, purtroppo, è quel che è accaduto oggi, prima delle 11, in una mattinata che attendeva la sera per il riposo settimanale da passare fra feste paesane e un bagno al mare, al lago, al fiume o in piscina, proprio nell’acqua che servirebbe. Purtroppo. Quel che mi ha fatto veramente impressione però, non sono le fiamme (lo so, è triste scriverlo), non gli elicotteri, i Viking Air 415 Canadeir e addirittura il CH-47 Chinook dell’Esercito Italiano, ma è stato al mattino vedere le persone amiche fuori dalle fabbriche lungo la strada e, nel pomeriggio, allungare lo sguardo nelle vie completamente deserte, lungo la direttrice di Viale Fonte Natali, arteria normalmente trafficata a quell’ora. Non ho nemmeno voluto fare una foto, non dovevo. Un qualcosa talmente inusuale, da rattristarmi l’anima e da far crescere l’impegno nel cercare la calma dentro me stesso, spegnendo il fuoco naturale di una rabbia ad oggi composta nella preoccupazione e l’educazione di noi pianesi, gente dura e lavoratrice, nata tra i sassi di un vulcano, il lavoro povero nel bosco e la campagna, forgiata dal calore dei forni e i fumi delle gallerie minerarie e oggi dal lavoro sulla pelle e il legno. Un merito, che molti dovranno ricordarsi in futuro, nel momento della ricostruzione bella, totale, attenta, seria, razionale, dovuta, riconosciuta e risarcita. Ora c’è da trovare il penoso colpevole che, magari, è proprio accanto a noi, mentre sorseggiamo un bicchiere al bar, mentre lavoriamo o ci si parlerà sotto l’ombrellone del mare maremmano di una Toscana senza pioggia e senza neve da troppo tempo. Ma l’animale, sa bene dove camminare, dove divertirsi e dove fuggire da buon codardo. Mi sembra di vederlo, curvo nelle campagne e nei boschi di mezza montagna, quasi con la gobba; viscido, che respira il fetore del suo putrido. Gli manca la gabbia e un buon bastone dove dopo appoggiarsi. Poi il domani prossimo, un nuovo progetto di paesaggio e paese sicuro; una bellezza, fatta di etica e regola, per una nuova gestione del territorio che guardi più a un certo tipo di passato funzionante e funzionale, che a un teorico futuro su un pezzo di carta che rischia di arricchire sempre i soliti incapaci. Una galleria dell’incendio di oggi [gallery link="file" columns="6" ids="32462,32463,32448,32447,32451,32449,32453,32459,32452,32460,32461,32465"]]]>