Per la Rete Nazionale NoGeSI, sono venuti al pettine i limiti tecnologici, ambientali, sanitari e di danni economici della utilizzazione della geotermia, mentre si consolida il numero delle aree contrarie alla geotermia in Centro-Italia ed in Campania. Aumentano anche i sindaci toscani che dichiarano il loro territorio “non idoneo alla geotermia”. Riportiamo integralmente il comunicato stampa di Rete Nazionale NoGeSI – No Geotermia Eletrrica Speculativa e Inquinante, sulla giornata di Domenica 8 Ottobre che si è tenuta presso la sala della Biblioteca di Acquapendente. La giornata di domenica 8 ottobre ad Acquapendente, aperta dai saluti del sindaco di Acquapendente Ghinassi e dall’intervento dell’on. Terrosi, da anni in prima fila in questa battaglia, ha avuto un grande successo di pubblico ed ha mostrato come l’opposizione alla geotermia elettrica speculativa ed inquinante sta guadagnando rapidamente sempre più terreno nelle regioni dell’Italia Centrale ed in Campania, dove il Governo ed altri enti vogliono insediare impianti geotermici. Come spesso avviene quando le “tematiche” riescono veramente ad essere sottoposte alla “critica” dei cittadini a partire dai loro reali bisogni (come nelle vertenze contro il nucleare, per l’acqua pubblica, ecc.). Questo ci rafforza nella convinzione delle giustezza della nostra lotta intrapresa 4 anni fa, con la nascita della Rete Nazionale NOGESI, e della necessità di continuarla ed estenderla. I nodi tecnico-economici ormai ineludibili della geotermia sono stati messi a nudo: la non utilità della geotermia nel contrastare i cambiamenti climatici e quindi della necessità di un suo ripensamento anche verso gli incentivi che riceve come “energia rinnovabile”; la non accettabilità sociale della geotermia “flash” di cui si rende conto ormai anche Enel Green Power, se è costretta a correre parzialmente ai ripari cercando nuove tecnologie per ridurre idrogeno solforato e mercurio; la favola della totale re-immissione degli incondensabili degli impianti binari a media entalpia, almeno nell’Italia Centrale il cui sottosuolo è ricco di gas incondensabili, unita alla loro reale non convenienza economica, avendo rendimenti ridicoli. Particolarmente apprezzate dal folto pubblico sono state le relazioni scientifiche del dr. Mastrolorenzo, che ha illustrato il percorso del contrasto alla geotermia nell’isola di Ischia e la vicenda del recente terremoto, del prof. Borgia –di ritorno dagli Stati Uniti- che dopo aver ribadito le problematiche degli impianti a tecnologia “flash” ha parlato della innovazione che in California ed in Giappone i governi finanziano circa la geotermia di terza generazione (BHE) e infine dell’avv. Greco che si è soffermato sulle gravi modificazioni della nuova legislazione sulla VIA (valutazione di impatto ambientale). Particolarmente apprezzati gli interventi dei sindaci – simbolo della lotta alla geotermia nelle rispettive Regioni: Garbini per l’annosa vicenda di Castel Giorgio (Umbria), Di Biagi per la nuova vicenda dell’impianto Nuova Latera appena “entrato“ in fase di VIA alla regione Lazio, ed il sindaco Secco di Seggiano in Toscana, uno dei sindaci che ha dichiarato il territorio del suo comune “non idoneo alla geotermia”. E del nuovo presidente della Provincia di Viterbo Nocchi cha ha confermato la intenzione della Provincia di assumere in prima persona la battaglia contro la geotermia, in perfetta sintonia con il recente protagonismo dei sindaci della Tuscia laziale. Nel pomeriggio, alla presenza della quasi totalità dei comitati che nella varie regioni si battono contro la geotermia (dalla Valdera a Piancastagnaio, a Scansano, a Caprarola, Farnese e Latera, ai comitati umbri contro l’impianto binario di Castel Giorgio e i nuovi permessi di ricerca Montalfina /Monte Rubiaglio, solo per citarne alcuni) sono stati analizzati i problemi emergenti, in primis la vicenda delle “aree non idonee” in Toscana ( di cui si è ipotizzata la possibilità di dar vita ad un coordinamento dei sindaci toscani contro la geotermia), ma anche le altre problematiche sul tappeto (fine della legislatura, contrasto dei territori ai permessi di ricerca, referendum anti-geotermici, campagna contro INGV dopo la scandalosa vicenda del terremoto di Ischia, campagne di controinformazione sulla geotermia-con attivazione di un rapporto con altre economie danneggiate dalla geotermia- anche allo scopo di raccogliere fondi per le vertenze legali che si dovessero fronteggiare, campagna nazionale contro la nuova VIA in collegamento con analoghe Reti nazionali interessate (No TRIV, ecc.) e decisi i prossimi passi per la continuazione e l’allargamento della vertenza. Chiudiamo il comunicato riportando una dichiarazione di Riccardo Nardi, cittadino di Roccalbegna (GR), comparsa sul “Il Tirreno” dello scorso 6 ottobre: “…ma quanto esposto fino ad adesso è poca cosa rispetto all’offensiva geotermica portata avanti a testa bassa da regione Toscana ed altri enti. La gente comincia ad essere stufa e spaventata dell’impatto sulla salute e sull’ambiente dei “veleni rinnovabili” e si riunisce in comitati. Tutto il geotermico va ripensato dalle tecnologie ai siti estrattivi e trovo la risposta, minacciando di scavare altri pozzi proprio su Monte Labbro, inopportuna ed autoritaria”. ]]>