Piancastagnaio. Proseguono i lavori di restauro delle Fonti di Voltaia

Il terzo monumento alle acque pianesi sta tornando all’antica bellezza. Dopo quello delle Fonti di Saragiolo e di Borgo, anche le Fonti di Voltaia stanno per tornare alla bellezza di un tempo, attraverso il restauro deciso dal piano delle opere pubbliche dell’Amministrazione Comunale, che ha voluto dare nuova vita a quelli che possono essere considerati veri e propri monumenti alle acque, motivo di sviluppo della stessa Piancastagnaio, circondata da fonti distribuite tra i 780 e i 950 metri di altitudine. Oltre le tre suddette, infatti, il territorio comunale è ricco di fonti, da quelle esistenti nel lembo di terra tra Saragiolo, la Valletta, Quaranta e Tre Case o quelle dei Troghi, Vena Vecchia o del “Bagno degli Ebrei”, situate tra i boschi di castagni prossimi o all’interno del capoluogo. Il restauro delle Fonti di Voltaia e la riqualificazione dell’area antistante, è iniziato nell’Ottobre 2017 e dovrebbe concludersi nella prossima primavera; essi sono stati autorizzati dall’Alta Sorveglianza Soprintendenza delle Belle Arti e Paesaggio delle Provincie di Siena, Grosseto e Arezzo (l’area è sottoposta a vincolo idrogeologico e vincolo architettonico ex 1089/39). I lavori, finanziati e commissionati dal Comune di Piancastagnaio, sono stati appaltati dall’Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia nell’Agosto 2017 per un importo di circa 126.500 Euro + IVA, oltre a circa 9.000 Euro + IVA di oneri per la sicurezza. La ditta esecutrice dei lavori è Rossi Marcello di Castel del Piano dietro la Direzione dell’architetto Sandra Giglioni di Piancastagnaio, esecutrice del progetto, coordinatrice dello stesso della sicurezza in cantiere. L’intervento al complesso architettonico di costruzione successiva al 1823 – come si può desumere dalla relazione tecnica dell’Arch. Alessandra Giglioni – , costituito da lavatoi pubblici coperti (tra cui due vasche di diverse dimensioni), utilizzati fino agli anni ’60, da una serie di cannelline suddivise in due fontane e dalla pavimentazione in trachite locale, sono quanto mai opportuni, viste le condizioni di degrado, dovuto al tempo e allo stesso sempre meno utilizzo delle fonti per l’arrivo dell’acqua corrente nelle case negli anni successivi al dopoguerra e per il diminuire costante della portata della sorgente. Accanto ai lavatoi, verranno restaurate anche la serie di cannelle, suddivise in due fontane, dove un fontino serviva probabilmente per lavare i recipienti prima di attingere l’acqua da bere. L’intervento si pone dunque obiettivi – si legge sempre nella relazione tecnica dell’architetto Giglioni –  come il mantenere in efficienza il manufatto storico così da salvaguardare  e conservare i valori storici ed estetici di cui è portatore e trasmettere integralmente al futuro il bene come “documento di pietra”. Piancastagnaio_Fonti_Voltaia_Restauro_01 I lavori sono in buona fase di avanzamento; a quanto ci vien detto, dovrebbero concludersi a breve, in primavera, dopo alcuni stop dovuti alla stagione invernale. Durante la nostra visita di questa mattina, abbiamo constatato come sia già effettuata la demolizione della precedente copertura in latero-cemento (anni ’70) fortemente degradata e la successiva ricostruzione della copertura in legno di castagno massello (per il manto il recupero dei vecchi coppi). A questo anche la sistemazione delle strutture portanti verticali, in particolare delle colonne (c’erano dei fuori piombo), smontate e rimontate dopo i consolidamenti dovuti. Oltre al restauro delle cannelline e la relativa pavimentazione, negli spazi antistanti le fonti, quelli che guardano verso la porta di Voltaia, verrà realizzata un’area di verde pubblico con delle sedute in pietra. Sarà anche realizzato un apposito impianto elettrico che andrà rendere ancor più suggestiva l’area, esaltando gli elementi architettonici e strutturali del manufatto e le acque che saranno di recupero (riciclo attraverso apposite pompe), così da evitare sprechi e cercare di conservare la portata delle sorgenti. D’altronde, anche la scritta riportato su una targa esplicativa “Le fonti originarie erano un grande complesso con cannelle, abbeveratoi, lavatoi e vasche per tingere i panni, macerare il lino e la canapa”, rendono quello delle Fonti di Voltaia un restauro importante anche per la storia e l’evoluzione sociale degli abitanti, dove le fonti, oltre che motivo di approvvigionamento per le primarie necessità, rivestivano un ruolo di utilità e lavoro, d’incontro e motivo di gioco per i più piccini. Probabilmente questi periodi non torneranno più, ma, il restauro e la riqualificazione delle aree circostanti,  come nel casi delle Fonti di Borgo, ha permesso di utilizzare gli spazi di questi “monumenti”, per incontri culturali e a rappresentazioni artistiche, oltre che essere motivo di attrazione turistica o di godimento quotidiano da parte dei residenti. Le Fonti di Voltaia, per dimensione, storia e struttura, sono probabilmente le più note del paese, conosciute  dai turisti, anche perché si trovano lungo la strada che collega il centro storico alla zona di Fonte Natali, altra fonte conosciuta anche se oggi meno frequentata di un tempo, anche per una riqualificazione dell’area avvenuta alcuni anni fa che ne ha forse fatto perdere importanti caratteristiche ambientali. Una video gallery della situazione in questi giorni [gallery link="file" columns="6" ids="39036,39035,39034,39033,39032,39031"]]]>

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