Il primo cittadino respinge le accuse dei Sindacati: “Mai avanzato nominativi per le assunzioni, mi risulta invece che i sindacalisti ex dipendenti siano stati assunti dall’azienda. Non voglio scontri, il mio è un contributo a un dialogo tra azienda e sindacati per favorire nuova occupazione. Disponibile a tornare al Ministero dello Sviluppo Economico.” Dopo le dichiarazioni congiunte di CGIL-FLAI, CISL-FAI e UIL-UILA sulla proposta avanzata dal Sindaco di Piancastagnaio Luigi Vagaggini, di rivedere il concordato sottoscritto dagli stessi sindacati con la nuova proprietà di Floramiata, ieri, dopo un’attenta riflessione, il primo cittadino pianese, nonché attuale Presidente dell’Unione dei Comuni, ha voluto rispondere ai sindacati che lo lo scorso 28 Febbraio, in una nota stampa congiunta, avevano invitato a “rispettare le regole” e avanzata sostanzialmente l’accusa che lo stesso abbia “interessi mal celati in gioco” e di nascondere “piccoli interessi di bottega”. (http://www.amiatanews.it/piancastagnaio-assunzioni-floramiata-i-sindacati-al-sindaco-vagaggini-sia-lui-il-primo-a-rispettare-le-regole/) «Respingo con fermezza le accuse di avere “interessi malcelati” e di avere “piccoli interessi di bottega”, frasi che potrebbe essere anche oggetto di denuncia e dicendo “no” ad esse in piena scienza e coscienza – dichiara con fermezza il Sindaco Luigi Vagaggini – Qui se ci sono stati dei “giochi di bottega” non sono stati i miei visto che non mi sono mai permesso di indicare all’azienda alcun nominativo o fare sollecitazioni di alcun genere in proposito; mi risulta invece che i sindacalisti ex dipendenti Floramiata siano già stati assunti dalla nuova proprietà. C’è stata la stessa accortezza verso la mia persona? I sindacati hanno avuto la mia stessa sensibilità? Il mio recente intervento è un contributo a sbloccare una situazione che si sta incancrenendo e tutto a favore del mondo occupazionale. Lo ripeto, non ho alcun interesse di bottega come mi vien additato: la mia vera bottega è il Comune e l’Amiata.» Ricordiamo che il Sindaco di Piancastagnaio, attuale Presidente dell’Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia, aveva criticato, all’indomani dell’incontro in Regione del 19 Gennaio con tema proprio la situazione occupazionale Floramiata, gli stessi sindacati per il “no” alla richiesta della nuova proprietà di Floramiata di potersi svincolare dall’accordo sindacale e di poter valutare altri metodi di assunzione, visto il positivo andamento dell’azienda con necessità di nuove figure professionali e il raggiungimento con un anno di anticipo degli obiettivi concordati proprio con i Sindacati (accordo Marzo-Aprile 2017), che prevedevano in sostanza 78 contratti a tempo indeterminato , 5 a tempo determinato entro il 2017 più 19 nuovi assunzioni entro il 2018, da stipulare a favore degli ex dipendenti. (http://www.amiatanews.it/piancastagnaio-vagaggini-la-chiusura-del-sindacato-verso-floramiata-toglie-prospettive-occupazionali/) «Già al tempo della crisi di Floramiata, nel Luglio 2016 – ricorda il primo cittadino di Piancastagnaio – avevo affermato che la responsabilità del fallimento era certamente manageriale ma, ad essa, avevano contribuito il sindacato, a volte troppo permissivista, e la politica. Oggi si sta ripetendo lo stesso errore, di fronte a un’azienda sana che vuole assumere e che ha già adempiuto con un anno di anticipo a quello che era stato concordato nella primavera 2017. Io non ho attaccato nessuno; il mio è stato un contributo per far parlare di nuovo l’azienda coi sindacati, così da trovare un nuovo concordato per aprire di più al mondo del lavoro. Tra l’altro il mio tentativo era già stato esperito dapprima come Presidente dell’Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia, quando avevo invitato nella sede dell’ente, i dirigenti Floramiata e i sindacati, i quali non si sono presentati; anche a Firenze, lo scorso 19Febbraio, ho di nuovo sollevato il problema in una giornata dove i sindacati non ne facevano accenno.» «La mia non vuole essere una guerra e, malgrado ciò, ritengo che ancora ci debba essere un dialogo tra azienda e sindacati – conclude Vagaggini – ; come si fanno, si possono anche rivedere e rifare i concordati in virtù delle nuove situazioni e prospettive aziendali. Se necessario, sono disponibile a tornare anche al MiSE (Ministero per lo Sviluppo Economico) ma non si blocca un’azienda che vuole assumere.»]]>