Quando ridurre la spesa vuol dire tagliare i servizi Intervento di Giovanni Gentili, presidente dell’Unione dei comuni Colline del Fiora e vice presidente della conferenza dei sindaci delle Colline dell’Albegna.
“La Regione Toscana riconferma la necessità di una forte riduzione della spesa sanitaria. Un dato che ci preoccupa perché rischia di entrare in conflitto con le comunità dei territori interni e con le strutture più piccole se si pensa a risolvere con tagli verticali. Il taglio, anche se generalizzato, non colpisce tutti indistintamente ma penalizza le periferie. Tagliare tre medici a Careggi non vuol dire chiudere un reparto, non sostituirne uno a Pitigliano significa tagliare completamente un servizio per i cittadini. È il caso di del presidio ospedaliero delle Colline dell’Albegna, che comprende Orbetello e Pitigliano. Gli infermieri sono perennemente in sofferenza. Il reparto di cardiologia ha una dotazione ottimale di 5 medici, oggi si ritrova ad averne 3. Il reparto di chirurgia da 7 che erano ne ha disponibili soltanto 5. Per non parlare del caso di ortopedia che va avanti ormai da anni. A fare le spese di questa situazione sono soprattutto la sede di Pitigliano e gli ambulatori di Manciano, che vedono via via perdere pezzi e servizi, visto che con dotazioni così minime i reparti riescono a malapena a mandare avanti la sede di Orbetello. Da noi non c’è riduzione che tenga, si parla solo di “servizio si” o “servizio no”. Dov’è il limite di tolleranza?
Il problema delle responsabilità di chi ha creato queste sofferenze nel bilancio è evidente. È chi ha mal amministrato il denaro pubblico che oggi deve pagare. Non noi.
Il richiamo all’interesse comune per le nostre zone è incomprensibile. Le nostre comunità locali rischiano di subire conseguenze causate da altri, quando a Pitigliano, Sorano e Manciano, ben oltre il dovere di solidarietà, si è chiesto già da tempo di razionalizzare e ridurre. In questi anni le Colline del Fiora hanno subito i tagli e contenuto la spesa, ma oggi non è possibile andare oltre. Noi amministratori siamo, innanzitutto, dalla parte dei cittadini, dei medici e degli infermieri. Questi soggetti si sono fatti carico di disagi, sacrifici, rinunce, impegno maggiore, disponibilità al servizio. Vogliamo essere chiari: non abbiamo altro da dare.
Il rischio sempre più presente è quello di creare una profonda divaricazione tra grandi centri e periferia e determinare un sistema sanitario costruito proprio su questa diseguaglianza e iniquità. La Costituzione afferma l’universalità del diritto alla salute e alla cura. L’ospedale di Pitigliano e gli ambulatori di Manciano nella loro “efficiente fragilità” non possono sopportare altri scossoni, anzi dovranno essere consolidati perché assolvono ad una funzione che travalica anche l’assistenza meramente sanitaria. La loro esistenza è un baluardo allo spopolamento di queste terre interne.
Se la Regione non capisce che il conflitto centro-periferia si sta inasprendo e non pone rimedi a questo problema in favore delle periferie, rischia di trovarsi in mano una situazione esplosiva. I momenti di crisi sono un’opportunità per riequilibrare i rapporti di forza tra le strutture sanitarie toscane e dentro le strutture, premiando chi ha amministrato bene e penalizzando quanti hanno sprecato. Bisogna quindi tagliare sulla burocrazia e dotare i nostri ospedali e ambulatori di più medici e più infermieri. Li aspettiamo.”
Giovanni Gentili
Fonti Comunicato Stampa Comune di Pitigliano del 17/03/2018]]>