Il piccolo chiostro. Villani, baccani… contadini!

Appuntamento con con Don Carlo Prezzolini, e le sue riflessioni riprese dalle pagine web del sito da lui ideato, “Il piccolo chiostro” (www.ilpiccolochiostro.it), nome della piccola chiesa da lui guidata Ospitiamo le parole di Don Carlo, che ci racconta il percorso non sempre facile delle famiglie giunte dal Sud Italia o dalla Sardegna e l’accoglienza nelle terre d’Amiata e della Val d’Orcia Di Don Carlo Prezzolini Nella “civilissima” Toscana del sud, in particolare penso all’Amiata,  negli anni ’50 e ’60 del vecchio secolo, ci sono state tanti emigrati. E anche tanti immigrati, in particolare negli anni ’60 per la montante crisi delle miniere e dell’agricoltura. A Piancastagnaio emigrati dalla Campania, in particolare dal Beneventano, ripopolarono la Valle attirati dalla riforma agraria e dall’Ente Maremma che la applicò. Le vaste campagne di Radicofani e Contignano attirarono tanti pastori sardi, che portarono anche i loro greggi di pecore di razza diversa da quelle nostre. Non furono accolti molto benevolmente dai locali, anche se la nostra memoria si è molto attenuata e non ci ricordiamo dei nomignoli poco benevoli con cui venivano definiti, almeno da una breve ricerca che ho fatto con persone non più giovanissime. A Piancastagnaio gli emigrati venivano chiamati “turiddi” da qualsiasi regione venissero, da Turiddo protagonista della “Cavalleria rusticana”, opera di Pietro Mascagni su libretto di Giovanni Verga; è un richiamo “colto” ma  poco benevolo. I pastori sardi, in odore di banditismo, venivano appellati “sardegnoli”, nome di una razza di asino della Sardegna. Ma c’erano anche altri epiteti dimenticati, che racchiuderei nel nomignolo “terroni”. E che venivano a fare costoro nella nostre valli? Venivano a ripopolare le nostre campagne, che avevano perso i mezzadri emigrati nei vicini paesi, dove i paesani, di stato e cultura superiore, li chiamavano con termini non proprio benevoli: baccani, villani, contadini, richiamo pesante al vecchio  lavoro. Ma del resto anche gli abitanti delle frazioni che andavano alle scuole medie nei paesi, dopo aver fatto le elementari nei loro paesini o in campagna, venivano visti poco bene e trattati da “contadini”. Vuoi mettere i progrediti e ricchi centri di Abbadia San Salvatore e Piancastagnaio con le frazioncine e la campagna circostante? Anche gli appellativi “badenghi” e “pianesi”, che pur derivavano dai nomi dei rispettivi paesi,  erano appellativi non benevoli che, per antico e forte campanilismo, si scambiavano gli abitanti dei due vicini centri. Tutto il mondo è paese:  anche nel resto del regione e del Paese succedevano questi fenomeni. I turiddi e i sardegnoli, stimolati  dai contributi della ricordata riforma agraria, costruirono o restaurarono poderi ormai abbandonati e continuarono a coltivare le campagne della Valle di Piancastagnaio o  e fecero rivivere i pascoli fra i paesi di Radicofani, Contignano ed Abbadia, fornendo la materia prima per quello che sarà il famoso “pecorino di Pienza”. Questa realtà mi è rivenuta in mente nei giorni passati, quando ho celebrato, a Casa del Corto, il funerale di Alfredo: il suo babbo e la sua mamma, negli anni ’50, avevano lasciato il loro paese di origine, nel Beneventano, con grande coraggio e anche dolore, per dare ai loro sei figli, quattro maschi e due femmine adolescenti o ventenni, un futuro migliore, un lavoro sicuro. Tagliare le radici di secoli, lasciare i loro vecchi  e il  resto della famiglia per un ambiente non troppo … accogliente, con forti venature razziste, non deve essere stato proprio allegro, non deve essere stata una “pacchia”. Eppure il coraggio, la determinazione hanno vinto. E i figli hanno costruito le loro famiglie, magari con coniugi locali,  dando  una vita nuova alla campagna attraverso un duro e impegnativo lavoro insieme a tante altre famiglie che provenivano dal Sud. Ancora oggi tanti poderi e tanta campagna sono ancora vivi e coltivati da questi nuovi amiatini, che ormai si sono inseriti e vengono considerati dei “nostri”. Che dire? Le nostre società hanno sempre vissuto il problema degli emigrati e le paure create da queste novità sono state, con un po’ di fatica magari, col tempo superate. Anche gli Etruschi provenivano dall’Oriente, almeno secondo una corrente di pensiero. Di sicuro venivano dall’Oriente i Longobardi. Anche la razza umana nasce in … Africa centrale e da qui si espande in tutto il mondo: mannaggia,  i nostri predecessori, Adamo ed Eva, erano … negri! E poi Abramo con la sua famiglia, emigrato anche lui dall’Oriente nella Terra promessa; e i suoi successori che furono costretti ad andare nel fertile e civile Egitto per fame. E via dicendo e raccontando.   Carlo Prezzolini (Toscana oggi, Confronto 11 Novembre 2018)  ]]>

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