Firenze. Marcheschi (FdI): "La Regione non può lesinare i contributi ai disabili. Il diritto ad una vita indipendente non può essere ridotto ad elemosina."

Il Consigliere regionale (Fratelli d’Italia) ha incontrato, insieme agli altri capigruppo consiliari, una cinquantina di disabili dell’Associazione Vita Indipendente Onlus e di altre associazioni che protestano contro gli esigui fondi che la Giunta stanzia per i disabili gravi “La Giunta regionale deve farsi carico dei disabili gravi che hanno diritto ad una vita indipendente. La Regione non può lesinare 100 euro in più, i diritti non possono essere ridotti ad elemosinaAlmeno 200 persone sono ancora in attesa di ricevere il contributo vita indipendente, pur avendone diritto. Per un disabile grave poter avere o non avere il contributo per l’assistenza personale fa la differenza come essere in prigione o in libertà. Gli articoli 2 e 3 della Costituzione stabiliscono che anche i disabili gravi devono poter vivere come tutti gli altri”. Così il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi) che ha incontrato, insieme ai vari capigruppo consiliari, una cinquantina di disabili dell’“Associazione Vita Indipendente Onlus” e di altre associazioni di portatori di handicap. Secondo i dati forniti, in un volantino, dall’Associazione, la Regione Toscana stanzia soltanto 9 milioni di euro annui per la vita indipendente ei disabili gravi. Sebbene tale cifra sia assolutamente inadeguata, dal 2014 la Regione non ha mai voluto mettere un euro in più. Le conseguenze di tutto ciò sono: almeno 200 persone sono ancora in attesa di ricevere il contributo vita indipendente. Rischiano di passare la notte sulla carrozzina o tutto il giorno a letto, non poter andare in bagno, mangiare o bere, la reclusione a domicilio per l’impossibilità di uscire di casa. Per ottenere il contributo vita indipendente, ognuna od ognuno degli almeno 20 disabili gravi, che sono in attesa in graduatoria, deve aspettare che muoia una persona che già lo riceve. Gli importi erogati per ogni disabile grave sono così miseri che in realtà si tratta di un aiuto per chi non ha disabilità gravi mentre, con importi così bassi, chi ha bisogno di molta assistenza è lasciato in grandi difficoltà. L’Associazione chiede l’eliminazione delle liste d’attesa, l’adeguamento degli importi erogati alle necessità degli utenti, la continuazione dell’erogazione del contributo vita indipendente oltre il compimento dei 65 anni di età. Foto allegate: incontro Paolo Marcheschi e capigruppo con i disabili in Consiglio regionale


Fonti. Comunicato Stampa 24/10/2018]]>

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