Il piccolo chiostro. Le relazioni umane cuore della nostra vita

Amiatanews: Amiata 01/02/2019
Appuntamento con con Don Carlo Prezzolini, e le sue riflessioni riprese dalle pagine web del sito da lui ideato, “Il piccolo chiostro” (www.ilpiccolochiostro.it), nome della piccola chiesa da lui guidata

Di Don Carlo Prezzolini (Toscana oggi – Confronto 13 gennaio 2019)

Due sabati al mese vo al Centro di solidarietà di Abbadia San Salvatore, prima fase di un cammino di recupero per persone dipendenti da sostanze, partecipo al gruppo e poi celebro, per chi vuole, la Messa domenicale. In parallelo a questa esperienza, in passato ho partecipato, come servitore-insegnante, ai Club degli alcolisti in trattamento di Radicofani e  di Abbadia. Questi impegni sono stati per me particolarmente importanti nel mio cammino umano e sacerdotale, di accoglienza e di ascolto dell’altro; sono convinto che, tirando le somme, sia stato molto più quello che ho ricevuto di quello che ho dato.
Devo fare un’altra premessa: non sono esperto di pastorale, il mio cammino di preparazione al sacerdozio e gran parte della mia esperienza presbiterale sono state caratterizzate e orientate dalla vocazione monastica eremitica. Per cui in questi “appunti” rischio di semplificare il problema. Ma penso che il nodo, sempre ed in particolare oggi, per annunciare il Vangelo siano le relazioni che riusciamo ad intessere con l’altro, noi cristiani e non solo i preti.
Anche in questo Gesù è un grande maestro: mostrava la compassione, la misericordia del Padre, che sono il cuore dell’annuncio del Vangelo, accogliendo l’altro, senza fare distinzioni e classificazioni religiose e moraliste, camminando con lui, prendendosi a cuore i suoi problemi, i suoi dolori e le sue gioie, le sue speranze e delusioni. Un cristiano, un  sacerdote potrebbero essere anche laureati in pastorale o altre materie, ma se non sanno seguire in questo il Maestro la laurea non serve a niente.

Fondamento delle relazioni umane è l’ascolto e l’accoglienza dell’altro così come è, e questo presuppone che io sappia ascoltare e accogliere  me stesso, con i miei limiti: prima di poter amare l’altro devo essere capace di amare me stesso e prima di saper accogliere e ascoltare l’altro devo essere capace di accogliere ed ascoltare me stesso, altrimenti l’amore, l’accoglienza e l’ascolto non lo conosciamo se non per sentito dire o per averlo letto nei libri.
A monte di tutto c’è l’amore del Padre che mi accoglie, ci accoglie come siamo, perché l’amore non giudica, non butta via niente, ha la speranza che chi è accolto cresca, possa trasformare gli errori in momenti di crescita. Questo esige una conversione della nostra mentalità di cristiani e di preti, che è sempre molto giudicante e classificante.
Le persone di oggi hanno un profondo bisogno di essere ascoltate ed accolte: quasi sempre le comunicazioni con i mezzi informatici sono solo formali, non c’è un vero scambio umano e noi siamo sempre più soli. Se ci riflettiamo, ritroviamo esperienze in cui siamo riusciti ad ascoltare e ad essere ascoltati e ne possiamo fare tesoro per la crescita del nostro cuore, della nostra persona. Spesso basta dimostrare un po’ di attenzione per stimolare l’altro a raccontare, a confidare i suoi problemi, i suoi dolori o le sue gioie. Naturalmente perché cresca la fiducia e il rapporto personale dobbiamo garantire attenzione e molta discrezione.
L. è barista, dopo pochi incontri, dovuti al mio essere amante del caffè, mi ha raccontato i suoi problemi di salute, la sua voglia di vivere che è diventata una battaglia costante contro la malattia. Mi ha fatto tanto piacere questo, è iniziato un rapporto di amicizia che ha stimolato anche me a parlare dei miei dolori.
M. è una cinquantenne immobilizzata dalla Sla, dopo una vita dedicata alla famiglia e al lavoro. Vo a trovarla spesso e finiamo il nostro incontro con una preghiera. Sapendo che è sempre stata praticante, le ho proposto di fare la comunione con alcune gocce di Vino consacrato, non potendo deglutire. Ha accolto la proposta e quando le porto la comunione si commuove sempre tanto.
Sono due piccoli esempi di relazioni umane e cristiane centrate su doni reciproci.

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