Amiatanews (Paolo Benedetti): Piancastagnaio 24/07/2019
Gli spazi museali aperti dalle 10:30 alle 13 e dalle 16:00 alle 19:30.
Dalla settimana scorsa è nuovamente visitabile il museo minerario di Piancastagnaio, in Piazza Matteotti 7 (la centralissima Piazza de’ l’Orologio), presso l’Associazione minatori Siele e Argus. Nelle stanze dell’associazione è possibile rivivere la storia delle miniere di Siele e Argus, attraverso foto storiche e attrezzi realmente utilizzati in miniera, guidata dagli ex minatori con le loro qualificate spiegazioni e gli emozionanti racconti . In un apposito spazio del museo è stata riprodotta fedelmente una galleria, con tanto di carrello di metallo, per mostrare come si accedeva alle profondità della miniera (vedi video in calce all’articolo). Per qualsiasi informazione è possibile rivolgersi alla Pro Loco di Piancastagnaio, in via Garibaldi 1, della quale il museo seguirà gli orari: 10:30-13; 16:00-19:30.
La miniera del Siele è sta la prima miniera di mercurio a entrare in attività, nel 1847, dopo la nascita dello Stabilimento mineralogico Modigliani di Livorno. Con il Siele inizia la storia dell’industria estrattiva amiatina, che caratterizzerà la nostra montagna per oltre 130 anni. Sul finire degli anni ’50, a causa di scarsi risultati economici, l’azienda fallirà con la conseguente uscita dei primi proprietari Cesare Sadun e i fratelli Modigliani. Sarà Emanuele Rosselli, commerciante Livornese, nel 1865, ad acquistare all’asta lo stabilimento del Siele. Nel 1867 verrà costituita la ditta di Angelo Rosselli, nel 1870 entrerà in società Sara Levi Nathan, figura determinante del Risorgimento Italiano, con questi due eventi coinciderà l’inizio del successo dell’industria mineraria. Il Siele beneficerà di un notevole sviluppo produttivo, grazie all’introduzione della macchina a vapore, alla costruzione dei forni Cermak/Spirek e alla scoperta di un filone di minerale cinabrifero alle Solforate. Il prezzo del mercurio salirà, la produzione di bombole di mercurio arriverà a decuplicarsi e crescerà quindi di conseguenza anche il numero di dipendenti che ai primi del ‘900 arriveranno a raggiungere le 300 unità. Nel 1938, con l’entrata in vigore delle leggi razziali, le famiglie Rosselli/Nathan saranno costrette a uscire dalla società mineraria.
La storia dell’Argus comincia negli anni venti del ‘900, con la famiglia Fetrlinelli di Milano, che già avevano un loro mercato sull’Amiata, durante la prima Guerra mondiale, come fornitori di legname per le operazioni belliche. Nel 1948 la miniera dell’Argus, (conosciuta anche come miniera dell’Abetina), venne acquistata dalla Società del Siele, allora di proprietà della Banca Nazionale dell’Agricoltura. Le due società subirono lo stesso destino delle altre miniere della zona e dopo una grave crisi degli anni ’70, chiusero definitivamente nel 1982.