Geotermia: la moratoria è reale e con lo studio si definiranno i criteri per il futuro. Riprendiamo da Toscana News del 23/02/2015, l’articolo di Chiara Bini. (immagine di copertina ripresa da: www.regione.toscana.it) FIRENZE – La moratoria è reale, non è una finzione. L’amministrazione regionale replica alle posizioni dei comitati contro la geotermia sull’efficacia della sospensione per sei mesi dei permessi di ricerca prevista con l’ultima legge regionale. La moratoria, come noto, si applica alle nuove richieste di permessi di ricerca, mentre per quanto riguarda quelli presentati prima della entrata in vigore della legge, ed è probabilmente l’oggetto di maggiore attenzione dei comitati, la sospensione blocca il passaggio alla fase successiva, che consente la realizzazione di piezometri o attività di indagine per pozzi esplorativi (la cosiddetta attività invasiva), oggetto infatti di verifica di assoggettabilità a Via. E’ chiaro che se qualcuno aveva ottenuto l’autorizzazione per attività di ricerca non invasive prima della moratoria e le sta portando avanti, non sta violando alcuna norma. Rimane comunque sempre attivabile l’attività di controllo da parte dell’autorità di vigilanza mineraria per verificare la corrispondenza tra le attività non invasive autorizzate e quelle effettivamente realizzate. Questo, tra l’altro, è quanto è stato chiarito ai comitati che hanno segnalato nei giorni scorsi l’attività di un’azienda. La Regione sta inoltre approntando lo studio al quale la moratoria è funzionale. Lo studio servirà a individuare i criteri obiettivi sulla base dei quali esaminare le richieste, offrendo anche ai Comuni, chiamati ad esprimere pareri, uno strumento quanto mai opportuno vista la complessità della materia. In questo modo saremo in grado di legare lo sviluppo della risorsa alla sostenibilità ambientale e alla vocazione socio economica dei territori interessati dai permessi di ricerca. E’ bene precisare che lo studio non riguarderà la distinzione tra media e alta entalpia, come i comitati hanno scritto. Tanto meno il Paer individua aree non idonee alla geotermia, bensì prevede lo sviluppo dell’alta e della media entalpia a patto che questo sia subordinato all’impiego di tecnologie impiantistiche e pratiche gestionali altamente efficienti, e riconosce la specificità dell’Amiata dove la potenza raggiunta con la risorsa geotermica costituisce il punto di equilibrio tra il suo sfruttamento e la vocazione socio economica dei territori.]]>