Piancastagnaio. E’ Santa Barbara, ma “i Cancelli” sono chiusi; al Siele solo la presenza di anime ferite

Amiatanews (Marco Conti): Piancastagnaio 04/12/2020
Oggi la Santa protettrice dei minatori e dei Vigili del Fuoco. Il sito minerario interdetto al pubblico, una ferita profonda per tutti

Una Santa Barbara sicuramente diversa, inaspettata e ancor di più triste e amara quella che si appresta a festeggiare Piancastagnaio, terra amiatina che, intorno alla metà dell’800, fu sede del primo vero stabilimento industriale per l’estrazione del cinabro e la conseguente produzione di mercurio, poi conosciuto come “Siele” dove nacque anche un vero e proprio villaggio a servizio del lavoro.
Oltre che di miniere, Piancastagnaio è anche residenza del Distaccamento amiatino dei Vigili del Fuoco di Siena, corpo che si appresta a festeggiare la propria Santa patrona a cui le popolazioni del posto devono rivolgere il proprio grazie per l’impegno costante a tutela di cittadini, imprese, infrastrutture e ambiente.

Minatori e Vigili del Fuoco, sono cordone ombelicale con una comunità che cerca di non dimenticare, ancor più in questo 2020, tanto imprevedibile quanto difficile, dove qualcuno di loro ha perso la vita a causa della pandemia.

Il programma dei festeggiamenti è previsto per Domenica 6 Dicembre, così da poter coinvolgere per quanto possibile la popolazione vista la difficoltà dovuta alle restrizioni sanitarie che non permettono le tradizionali  partecipazioni collettive.
Due gli appuntamenti: la Santa Messa (ore 11 presso La Pieve di Santa Maria Assunta) e, subito dopo, la deposizione della corona al Monumento del Minatore.
Due momenti che vedranno unite la comunità con la presenza dell’Amministrazione Comunale, dell’Associazione degli ex minatori e dei Vigili del fuoco. Una ricorrenza attesa anche dalla Contrada di Voltaia che ha come protettrice proprio Santa Barbara. Nel frattempo, alcune letture e interventi pubblicati sul web – pagina Facebook della Proloco “Scopri Piancastagnaio” , accompagneranno gli interessati in un viaggio nel tempo che riporta alle miniere.

Un giornata che rattrista ancor più gli animi di chi, già minatore è ancor oggi in vita e di chi ne ha ereditato l’esperienza o il racconto, con l’impegno di conservarli nel tempo.
Un impegno che sembra essersi allontanato proprio dal villaggio del Siele che, dopo l’importante bonifica e il restauro di molti dei manufatti presenti che ne hanno permesso la riapertura al pubblico, è ormai da alcuni anni interdetto alle visite in quanto buona parte dello stabilimento minerario si trova in condizioni di criticità dovute alla mancanza di manutenzione con alcune infrastrutture, quali la galleria Emilia (l’unica visitabile di tutte le miniere dell’Amiata inaccessibile per via di possibili croll, forni Chermak Spirek anche a torre e altro.
Una situazione quantomeno spiacevole, perdita per tutto il Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata, ente che riunisce i siti minerari della montagna, che, per motivi amministrativi, si ritrova da oltre due anni, in una situazione di fermo decisionale comportando una serie di conseguenze che determinano  problematiche ai siti minerari tra cui il Siele.
Una stato di cose più volte denunciato dal sindaco di Piancastagnaio, Luigi Vagaggini, fino a circa tre anni fa Presidente del Parco. Più volte il primo cittadino,  facente parte anche del CdA dell’ente, non fa mancare il proprio disappunto per una situazione che coinvolge il sito minerario, tra l’altro di proprietà comunale.

Questa situazione  è stata probabilmente anche motivo di ispirazione per il gruppo di musica popolare Leggera Electric Folk Band nel realizzare il video del loro noto brano “Minatore”, dove molte immagini sono state girate proprio all’interno del Siele. Testo e immagini che, oltre a ripercorrere la dura vita del minatore e della società del tempo, presentano  ancor più il contrasto tra le aspettative di una conservazione storica e sociale del tempo con quello attuale. Una ferita alle anime che in tutta la zona ancora vivono. Tutto rischia di divenire solo ricordo se non subito curato. Subito, non dopo.

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