Amiatanews: Firenze 28/04/2021
Nell’analisi dell’istituto di programmazione economica della Regione il Pil è crollato nel 2020 ai livelli di venticinque anni fa: una caduta tre volte quella del 2009, dopo la crisi finanziaria americana. Si sono persi 23 mila posti di lavoro e 94 mila sono al momento congelati. Nel 2021 si stima una ripresa del 3 per cento del prodotto interno lordo
(Riprendiamo da Toscana Notizie, Agenzia di Informazione della Giunta Regionale) Articolo del 28/04/2021 di Walter Fortini
C’è preoccupazione – ma anche qualche filo di speranza con le riaperture – tra i rappresentanti delle categoria economiche e i sindacati per la crisi innescata dall’epidemia da coronavirus. I numeri del rapporto Irpet presentato oggi raccontano di perdite a due cifre, con l’incognita di 94 mila posti di lavoro ibernati con il blocco dei licenziamenti che solo nei prossimi mesi si vedrà come potranno essere recuperati.
“Sono numeri che danno l’idea di una fase di una crisi acuta con riflessi economico sociali potenzialmente gravissimi – commenta l’assessore all’economia Leonardo Marras, intervenuto in apertura di seminario – Dobbiamo recuperare presto la vocazione internazionale della Toscana con il turismo e settori più esposti ai mercati internazionali, fra tutti il comparto della moda”. “Dobbiamo farlo – aggiunge – grazie al Recovery Plan con investimenti pubblici e attraverso la nuova programmazione comunitaria, con il confronto con il tessuto produttivo, le rappresentanze delle imprese e i sindacati”.
“E’ evidente – spiega – che dobbiamo avere strumenti pronti. Servono provvedimenti che aiutino le imprese a ritrovare spazio per nuovi investimenti. Dobbiamo evitare che la fase critica di transizione non si traduca in una fase tragica dal punto di vista sociale”. “Il governo – conclude Marras – sta presentando il proprio piano alla Commissione europea. Le Regioni e quindi anche la Toscana devono seguire con attenzione e poi applicare con precisione quello che sarà il complesso di iniziative che il Recovery darà all’Italia”.
“Formazione e lavoro” sono invece i grandi temi della ripartenza secondo l’assessora Alessandra Nardini, che il seminario, ricco di spunti e durato oltre due ore, l’ha concluso.
“Dobbiamo superare – dice – il disallineamento che ancora esiste tra le competenze che escono dal sistema scolastico e universitario e le esigenze delle nostre imprese e del nostro tessuto economico-produttivo. Da questo punto di vista occorre più integrazione tra formazione e lavoro: un obiettivo centrale per garantire occupazione e per aumentare innovazione e competitività delle aziende”.
“Oggi però – sottolinea – non possiamo limitarci a dire che vogliamo difendere e aumentare l’occupazione. Dobbiamo anche dire che vogliamo un’occupazione stabile e sicura, che vogliamo creare lavoro di qualità e non sottopagato. Questa deve essere la nostra prospettiva e la nostra ambizione”.
“Credo che questa pandemia debba farci riflettere e ripensare il nostro modello di sviluppo e le nostre priorità – prosegue – E aggiungo che dobbiamo insistere sulla questione dell’occupazione femminile. Nel nostro programma di legislatura abbiamo voluto inserire il progetto ATI, dedicato al tema del lavoro e dell’emancipazione delle donne, perché crediamo che un paese e una regione che non scommettono sul talento, sulle competenze, sulle potenzialità del mondo femminile rinunciano a fare il salto di qualità necessario in questo momento e più in generale a una vera ripartenza in tutti i settori”. “Giovani, donne, occupazione stabile e di qualità – conclude Nardini – devono essere le parole d’ordine, perché non possiamo permetterci di lasciare qualcuno indietro e soprattutto non possiamo tradire il Dna della Toscana, che è sempre stata una terra di lavoro ma anche di diritti e dignità del lavoro”.