Abbadia S. Salvatore. Centrale alle Voltole: forti le perplessità di Abbadia in Comune che chiede l’uso del referendum

Amiatanews: Abbadia S. Salvatore 09/12/2019
Forti le perplessità sul progetto. Si pensa a un referendum abrogativo della delibera consiliare che ha indicato alla Regione la Val di Paglia come “area idonea”

Anche la lista civica “Abbadia in Comune”, con due rappresentanti all’interno del Consiglio Comunale, Francesca Baiocchi e Francesca Romani, interviene sul progetto Sorgenia Le Cascinelle, che prevede la realizzazione di una centrale geotermoelettrica a ciclo binario, in Val di Paglia, località Voltole.

Attraverso una nota stampa sul tema della geotermia, Abbadia in Comune ricorda per punti la propria posizione, del resto presentata durante la campagna elettorale del 2019 per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio Comunale badengo.

Così si legge

Sull’uso della geotermia ci siamo presentati agli elettori con cinque proposte precise:
1) un nuovo patto di zona;
2) no ad ogni tipologia di centrale inquinante;
3) si a nuove ipotesi di sfruttamento, comprese le nuove tecnologie a ciclo binario, solo se meno inquinanti e sostitutive delle attuali (quindi all’interno del limite già raggiunto delle 100 MW installate);
4) si all’uso alternativo del calore e delle basse entalpie;
5) consultazione dei cittadini per le decisioni.

Mentre il nostro atteggiamento nei confronti delle centrali flash dell’Enel è facilmente declinabile (NO!) – prosegue la nota di Abbadia in Comune – , il progetto di Sorgenia per una centrale a ciclo binario in Val di Paglia richiede qualche considerazione in più, se non altro perché è la prima volta che si ipotizza concretamente un impianto geotermico nel comune di Abbadia.
Alla luce degli elaborati di progetto (che abbiamo consultato integralmente) presentati in Regione per la valutazione di impatto ambientale – scrivono da Abbadia in Comune – , non esitiamo a manifestare più di una perplessità. E riteniamo che gli organi tecnici, amministrativi e soprattutto politici deputati a valutare quella progettazione debbano spiegare, se autorizzano, perché lo fanno e fornendo tutte le garanzie del caso. E non possono essere gli elaborati di progetto a fornire quelle garanzie, ma l’analisi accurata a cura del concessore pubblico.

SULLA CENTRALE DI PAGLIA
Sull’uso della geotermia ci siamo presentati agli elettori con cinque proposte precise:
1) un nuovo patto di zona;
2) no ad ogni tipologia di centrale inquinante;
3) si a nuove ipotesi di sfruttamento, comprese le nuove tecnologie a ciclo binario, solo se meno inquinanti e sostitutive delle attuali (quindi all’interno del limite già raggiunto delle 100 MW installate);
4) si all’uso alternativo del calore e delle basse entalpie;
5) consultazione dei cittadini per le decisioni.

Mentre il nostro atteggiamento nei confronti delle centrali flash dell’Enel è facilmente declinabile (NO!), il progetto di Sorgenia per una centrale a ciclo binario in Val di Paglia richiede qualche considerazione in più, se non altro perché è la prima volta che si ipotizza concretamente un impianto geotermico nel comune di Abbadia.
Alla luce degli elaborati di progetto (che abbiamo consultato integralmente) presentati in Regione per la valutazione di impatto ambientale, non esitiamo a manifestare più di una perplessità. E riteniamo che gli organi tecnici, amministrativi e soprattutto politici deputati a valutare quella progettazione debbano spiegare, se autorizzano, perché lo fanno e fornendo tutte le garanzie del caso. E non possono essere gli elaborati di progetto a fornire quelle garanzie, ma l’analisi accurata a cura del concessore pubblico.

Di seguito per paragrafi riflessioni  e domande di Abbadia in Comune

La prima perplessità è di natura economico-finanziaria. 
La centrale è progettata per produrre 80.000 MWh/annui. Se questa energia fosse valorizzata al prezzo medio di cessione (€ 61,91- individuato dallo Stato), in un anno consentirebbe un introito di circa 5 milioni di euro, che per 25 anni di attività significa un’entrata pari a 125 milioni. 
Siccome il costo dichiarato dell’investimento è di circa 122 milioni di euro, è chiaro che l’investimento non sarebbe (non è) sostenibile.
In realtà in questo caso la produzione di energia elettrica è “incentivata”, ovvero per ogni MWh viene corrisposta una tariffa pari a circa 307 euro. Le entrate quindi aumentano di circa 5 volte. E questo, e solo questo, rende fattibile e remunerativo l’intervento. Solo così infatti ci si può impegnare a gestire per 25 anni la centrale, con le relative spese di esercizio e con i contributi previsti per legge in favore del territorio (alla Regione 230.000 euro/anno, al Comune 104.000 euro/anno più un contributo una tantum di circa 5 milioni). 
E allora ci chiediamo (anche alla luce delle recenti proposte di modifica della normativa nazionale) se ha senso mettere in campo un’iniziativa industriale che non ha una sua sostenibilità finanziaria se non grazie ad una contribuzione pubblica determinante.
Per inciso, l’incentivo non è a carico della fiscalità generale, quindi con una sua equità perlomeno nominale, ma è in carico alle bollette di tutti, una tassa indiretta che aggiunge un grado di anti-eticità alla situazione descritta di non fattibilità economico-finanziaria.

Come si inserisce un nuovo punto di sfruttamento geotermico nella zona dell’Amiata?
Non abbiamo trovato, nel progetto, uno studio complessivo dello sfruttamento della risorsa ad oggi, quasi che la centrale proposta sia la prima… ma sappiamo bene che non è così, che il giacimento è fin troppo ampiamente coltivato da 60 anni; non ci sembrerebbe pellegrino che la Regione valutasse questo aspetto: e diciamo la Regione, non il soggetto proponente.

Come si pensa di evitare le emissioni di gas durante le prove di produzione e quelle di rumore anche quando sarà in esercizio?
Non si tratta di poca cosa, da una parte per la composizione dei fluidi geotermici nostrani così come conosciuta ad oggi e dall’altra per la presenza di grandi ventilatori permanentemente in funzione. Non ci pare che il progetto affronti i due problemi, anzi: per esempio si afferma che durante le prove di produzione i gas saranno rilasciati in atmosfera.

Quali garanzie ambientali vengono offerte circa gli ingenti prelievi di acqua?
Sono previsti prelievi sia dal fiume Paglia sia, come si legge nel progetto, tramite approvvigionamento dall’acquedotto industriale gestito dell’Unione dei Comuni Amiata Val D’Orcia. Si afferma che sarà garantito per il fiume il deflusso minimo vitale (è previsto per legge, ci mancherebbe altro!), ma occorrono garanzie anche per quel tratto di fiume, e ci pare che non ci siano.

Infine, l’occupazione.
L’occupazione attesa nell’area vasta dell’Amiata riportata nel progetto Sorgenia è la seguente:
• 20 ÷ 40 posti per 4 anni nella fase di costruzione della centrale;
• 3 addetti dal 2025 al 2021 per l’esercizio e il controllo dell’impianto;
• 18 addetti per un progetto che utilizzerà il calore residuo recuperabile che verrà ceduto gratuitamente (cosiddetto progetto “Blocchetti di legno”, da destinare alla realizzazione di pancali).

Le nostre perplessità, come è facile constatare, non soddisfano i punti 2, 3 e 4 delle nostre proposte programmatiche, perché non sono scongiurate le ipotesi di inquinamento ambientale (acqua e aria) e si tratta di un uso quanto meno discutibile di utilizzo di energie alternative.
Per quanto riguarda i nostri punto 1 e 3, un nuovo patto di zona e impianti sostitutivi, nessuno ne fa menzione, né il Comune e tantomeno la Regione: significa che non c’è volontà di rivedere complessivamente la politica geotermica della zona, che per noi dev’essere di limitazione e diminuzione delle vecchie tecnologie.

Da ultimo, il tema che ci sta più a cuore e che era il fil rouge del nostro programma: la partecipazione. Vogliamo, finalmente, chiedere il parere ai cittadini? Pensiamo ad un referendum abrogativo della delibera consiliare che ha indicato alla Regione la Val di Paglia come “area idonea”: unico atto consiliare relativo alla concessione geotermica “Le Cascinelle” e perciò, a norma di regolamento, sottoponibile a consultazione abrogativa.
 Secondo le norme del nostro Comune lo può fare il Consiglio comunale o lo possono richiedere circa mille elettori. Noi ci siamo in ambedue le ipotesi. E fin d’ora dichiariamo che saremo rispettosi dell’orientamento che ne scaturirà.

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