Amiatanews: Abbadia S. Salvatore 12/07/2018 Sono sette 7 i posti letto del reparto “Modulo di Continuità Assistenziale”, al primo piano del presidio.
Inaugurato nella mattinata di oggi, all’ospedale di Abbadia San Salvatore il reparto Mo.di.Ca, Modulo di Continuità Assistenziale, con 7 posti letto dedicati al primo piano del presidio. Si tratta di un reparto di cure intermedie che essendo inserito all’interno dell’ospedale prende la configurazione di Mo.di.Ca. (in analogia all’Ospedale di Comunità). In entrambi i casi si parla di strutture di livello di assistenza intermedio tra ricovero ospedaliero e assistenza domiciliare, in cui la responsabilità clinica del paziente è del medico di medicina generale. La realizzazione del reparto si inserisce in un progetto di sviluppo e di integrazione ospedale-territorio molto articolato, presentato alla popolazione ad Abbadia lo scorso marzo e che ha già previsto, dal 1 maggio 2018, il trasferimento del medico della Continuità Assistenziale presso l’Ospedale L’organizzazione MO.di.Ca., gestita dalla Zona Distretto in forte correlazione con l’ospedale, risponde a esigenze precise di assistenza integrata, rappresentando spesso una soluzione anche a problematiche sociali: spesso le difficoltà non sono nelle cure ospedaliere, ma nel dare la corretta assistenza sanitaria e sociale a pazienti fragili o con altre problematiche, non più in un periodo da cure acute come vanno offerte nei reparti ospedalieri, ma nemmeno da tenere a domicilio dove potrebbe essere carente una forma di assistenza sanitaria e a volte una adeguata copertura di natura familiare e sociale. Un reparto nel quale è il medico di famiglia ad avere in carico il paziente secondo un piano concordato con gli specialisti ospedalieri: un responsabile medico clinico con l’ausilio di altre figure professionali e un team altamente professionalizzato di infermieri garantiscono l’adozione delle cure indicate. “Si tratta di un passaggio importante tra l’ospedale e la casa – spiega Roberto Pulcinelli, direttore Zona Amiata Val d’Orcia – Valdichiana Senese – I pazienti che hanno superato la fase più grave sono ricoverati in questa struttura, dove ricevono cure e attenzioni prima del ritorno a casa. Sono assistiti contemporaneamente dal proprio medico di famiglia che partecipa alla gestione e alla valutazione del caso e da personale sanitario ospedaliero competente, con particolare disponibilità, capacità relazionale e assistenziale. Con il modello Modica si concretizza un altro importante traguardo dei percorsi ospedale-territori”. “I posti letto che stiamo inaugurando sono una garanzia per quei malati che, all’uscita dall’ospedale, non trovano tutte le risposte per i loro bisogni a domicilio, per motivi in parte sanitari e in parte sociali – ha commentato Simona Dei, direttore sanitario Asl Toscana sud est – ed hanno bisogno di un periodo di cure più finalizzate al recupero dell’autonomia, della funzionalità e talvolta anche del tono dell’umore. Sarà possibile realizzarlo in questo modulo, sotto l’occhio clinico del proprio medico di famiglia, grazie all’assistenza degli infermieri e in contatto continuo con i medici specialisti che li hanno seguiti nel loro precedente ricovero”. Al taglio del nastro erano presenti il direttore sanitario Simona Dei, il direttore dell’ospedale Rosa La Mantia, il direttore della Zona Amiata Val d’Orcia – Valdichiana Senese Roberto Pulcinelli, il sindaco di Abbadia Fabrizio Tondi, il presidente dell’Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia Luigi Vagaggini, il coordinatore AFT – Aggregazione Funzionale Territoriale Medici di Medicina Generale, Marcello Sbrilli. [gallery columns="4" link="file" ids="42797,42800,42798,42799,42814,42812,42813,42806,42803,42805,42809,42796,42807,42804,42802,42801"]]]>
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