Amiatanews: Abbadia S. Salvatore 28/10/2020
Il titolare di un noto locale badengo invita i cittadini a stare vicino alle attività di ristorazione in queste settimane di forzata chiusura serale
Lo hashtagh #iostoconiristoratori, un cuore azzurro come a imbandire una tavola apparecchiata, l’elenco dei locali del settore di Abbadia. Tutto accompagnato da un messaggio che invita a ordinare il mangiare presso i ristoranti di Abbadia, una 20ina, dove “sono sicuro che qualcosa lo troverete di vostro gusto.”
L’idea, la proposta, l’invito è di Alessio Conti, titolare da qualche anno de “Il Gatto e la Volpe”, osteria e pizzeria della cittadina amiatina. Stamani mattina, sul suo profilo Facebook ha pubblicato un post che non è passato certamente inosservato e, stando alle condivisini e ai “like”, sembrerebbe anche apprezzato.
«Nella giornata di ieri, scorrendo le notifiche su Facebook, sono stato colpito da una vignetta (vedi foto), che riportava: “Chiedo per un amico: ma com’è che i commercianti quando chiudono perdono tanto e quando sono aperti guadagnano poco??” – ci racconta Alessio – La sensazione è stata un misto di rabbia e di scoramento nel continuare a essere etichettato, pur essendo un piccolo imprenditore, un evasore come negli anni ’80-’90. Sia ben chiaro: non si tratta di essere samaritani o santi, ognuno di noi cerca di sopravvivere al meglio, impegnandosi ogni giorni anche in questi mesi così difficili e incerti. Ma, essere associati agli evasori comincia veramente a darmi fastidio.»
«Non sono un fautore dell’infinità lotta del dipendentne e del libero imprenditore, credo semplicemente che ognuno scelga la vita lavorativa che più gli appartiene. Inoltre, va sempre ricordato, che, dietro ogni impresa, c’è un indotto e una filiera che vede impegnate diverse tipologie di aziende e che, a volte, è difficile comprendere dall’esterno – prosegue Conti – . Parlando nello specifico del settore in cui opero, quello della ristorazione, interessa una filiera che coinvolge figure professionali come il panettiere, il macellaio, il pescivendolo, il fruttivendolo, la lavanderia, fornitore di bibite. Di questa filiera fanno ovviamente parte i nostri dipendenti finendo a noi che comunque siamo, udite udite, persone…»
«Sono convinto che in posti come i nostri, caratterizzati anche da un’economia circolare, la chiusura di un ristorante, così come quella di altra attività, potrebbe avere un effetto domino maggiore che in una grande città. Ho riflettuto e mi son detto come fosse giusto ricordare le piccole e grandi realtà che insistono nel nostro territorio e quanto fosse importante preservarle, soprattutto alla luce delle ultime chiusure che per ora ci hanno lasciato senza nessuna pasticceria e con l’incognita del cinema. Dovremmo volerci più bene, senza invidie, promuovere quello che il nostro territorio offre che è moltissimo. Una speranza e un augurio per tutti.»
Vedremo, si diceva. Certo è che qualcosa bisogna pur fare. A modo nostro, vista l’insistenza di nostri articoli e riflessioni, la risposta che mette al centro la collaborazione e l’unione di intenti, è sempre da raccontare. Anche perché, il periodo che stiamo vivendo che non sembra proprio mostrare il meglio di se, va ad aggiungersi ad anni di difficoltà dove solo la grande volontà e capacità degli imprenditori cerca di dare risposte concrete.
«A fine emergenza spero di poter vedere tutti aperti», conclude Alessio.
Che tutto abbia un seguito e che sia di buon auspicio. Auguri.