Amiatanews: Abbadia S. Salvatore 30/05/2016 Domenica 28 Maggio, riaperto il Pozzo Garibaldi. Al mattino l’interessante convegno “I Tedeschi e la miniera di Abbadia S. Salvatore”
Un sabato ricco di significati quello del 28 di maggio u.s., in occasione dell’VIII^ Giornata delle Miniere, che ha visto, nella cittadina amiatina di Abbadia S. Salvatore, due momenti dedicati alla passata attività mineraria e l’influenza che ha avuto nella società badenga e dell’intera Amiata, l’estrazione del cinabro per la produzione del mercurio. Due gli appuntamenti che hanno caratterizzato la giornata: il convegno al mattino, “I Tedeschi e la miniera di Abbadia S. Salvatore”, mentre, nel pomeriggio, l’attesa riapertura ufficiale del Pozzo Garibaldi nella parte nord dell’area mineraria, all’interno dell’iniziativa della Regione Toscana, “Museo Amico”. Il convegno della mattina, tenutosi presso l’aula magna dell’Istituto Avogadro, è stato un approfondimento sull’influenza della Germania al tempo del complesso industriale ed estrattivo, dalla sua costruzione alla organizzazione dei processi lavorativi fino alle innovative tecnologie utilizzate all’interno delle gallerie, nei forni e nei pozzi. Un’influenza evidente ancor oggi ad Abbadia S. Salvatore, anche sotto l’aspetto architettonico della cittadina, così evidente in molti edifici ancor oggi utilizzati per attività artigianali, uffici o per uso abitativo. Un legame che trae le prime origini, proprio col monumento simbolo della cittadina Amiatina, ovvero l’Abbazia del San Salvatore, con il primo abate di patria tedesca e la facciata con i suoi due campanili, unico esempio con Farfa (Ri), relativo alle cattedrali imperiali in Italia. Non da meno, l’atteggiamento delle delle truppe tedesche, durante l’occupazione della miniera durante la seconda guerra mondiale, quando le stesse si occupavano della produzione del mercurio e la requisizione delle bombole di minerale. Dopo il saluto del Sindaco Fabrizio Tondi, moderati dal Direttore della Miniera e del Museo Minerario, Daniele Rappuoli, tre sono stati gli interventi come da programma: “Dal rurale all’industriale: da fine ‘800 all’inizio del Fascismo”, di Gian Piero Petri; “Occupazione e gestione tedesca della miniera durante la Seconda Guerra Mondiale, presentato dal giovane Dario Colantoni e “Tedeschi e Abbadia: architettura, tecnologie e tecniche costruttive”, dell’arch. Sauro Mambrini. Presenti ex sindaci del Comune badengo, rappresentanti di forze politiche dell’attuale Amnnistrazione comunale, il Presidente del Consorzio Terre di Toscana, Lorenzo Avanzati ed alcuni ex minatori con il ruolo di guida per i visitatori del centro e del museo. Hanno assistito al convegno, alcune classi dell’Istituto e cittadini di Abbadia. [gallery columns="5" link="file" ids="19788,19789,19790,19791,19792"] L’interessante incontro, ha preceduto l’appuntamento probabilmente più atteso della giornata, previsto nel pomeriggio, ovvero la riapertura, ai visitatori del “Pozzo Garibaldi” e dell’area circostante, oggi bonificata ed in parte da ristrutturare, vero e proprio simbolo di Abbadia S. Salvatore assieme alla stessa Abbazia, che si trova nella parte nord della mineraria, sulla strada che porta verso la vetta Amiata. Alla presenza del Sindaco Tondi , delle autorità presenti al convegno del mattino, dell’ex Sindaco Niccolini e di alcune decine di intervenuti, una cerimonia semplice e sobria ma dal profondo significato, da cogliere soprattutto nelle parole degli ex minatori presenti, tra cui arganisti e manutentori, che hanno raccontato la loro esperienza lavorativa, quasi a far rivivere quei momenti, spesso drammatici, vissuti tra le viscere della galleria ed i macchinari che permettevano la fuoriuscita del carrello, il vaglio del minerale e la successiva produzione del metallo mercurifero. La cerimonia è stata caratterizzata da una breve passeggiata, lungo il nuovo percorso pedonale che collega l’attuale Museo all’area del pozzo; una camminata che ha voluto rendere testimonianza a quella che, con ben altra fatica e motivazione, facevano i minatori fino a buona parte del secolo passato. L’inaugurazione era stata preceduta due sere prima, da una sorta di “prova generale” con l’accensione dell’illuminazione notturna dell’area, che sarà sempre accesa all’imbrunire, creando un fascino indubbiamente emozionante nella novità e nel ricordo. [gallery link="file" columns="5" ids="19793,19794,19795,19796,19797,19798,19799,19800,19801,19802,19803"] Due momenti solo apparentemente diversi, ma legati in un percorso nel tempo, nella storia che giunge a restituire con altri obiettivi, tra cui quello turistico e promozionale, quelli che possiamo considerare veri e propri monumenti dell’intera Amiata, libri a cielo aperto narranti origini da conservare nel tempo, anche a dispetto di “patti di stabilità” che, per anni, hanno bloccato o impedito, opere di bonifica e restauro che ci auguriamo possano riprendere nella loro importante continuità. ]]>