Numerosa partecipazione per un seminario che rilancia l’utilizzo di colture agricole di qualità, con certezze e prospettive ambientali, nutrizionali, sanitarie ed occupazionali. Presenti esperti ed imprenditori, oltre a studiosi ed esperti del territorio amiatino Nel pomeriggio di Sabato 9 Aprile, presso le Scuole Elementari di Abbadia San Salvatore, si è tenuto un seminario sui “Sistemi di coltivazione, utilizzo e segreti sui Grani Antichi”, organizzato dal panificio “Buon Pane” di Abbadia, in collaborazione con il Parco Museo Minerario di Abbadia San Salvatore, portavoce Dott. in geologia Daniele Rappuoli, Direttore Responsabile Museo Minerario Abbadia S. Salvatore. Il convegno, patrocinato dall’Amm.ne Comunale, dall’Unione dei comuni Amiata Val d’Orcia e dalla Fondazione dei Musei Senesi, ha visto la partecipazione del Consorzio Terre di Toscana, della locale Associazione della Pera Picciola e del Museo della Mezzadria di Buonconvento. Ospite l’Associazione Grani Antichi di Montespertoli, supportata dall’Università di Firenze con la presenza del Prof. Stefano Benedettelli della facoltà di Agraria. L’incontro aveva l’obbiettivo di mettere a conoscenza riguardo i sistemi di coltivazione e le proprietà dei grani antichi; obiettivo sicuramente ben raggiunto, visto l’interesse mostrato dai partecipanti, intervenuti in maniera numerosa. Un incontro soprattutto informativo, con aspetti scientifici ed altri legati alla quotidianità degli operatori del settore e dei consumatori. Il sindaco di Abbadia San Salvatore, Fabrizio Tondi, ha introdotto i lavori, con un ringraziamento ai partecipanti ed ai collaboratori ed una riflessione sulla qualità dell’alimentazione, elogiando l’iniziativa dell’associazione di Montespertoli e gli organizzatori dell’evento, Giorgio Rossi e Dario Sani, del panificio “Buon Pane”, speranzosi che questo tipo di manifestazioni, possano portare allo sviluppo di un progetto simile anche per Abbadia San Salvatore e l’Amiata. Protagonista e collaboratrice è stata anche l’Associazione Culturale Pera Picciola, ben nota nel territorio per l’impegno sociale e ambientalistico, che ha come obbiettivo la salvaguardia e la promozione delle biodiversità presenti in Amiata Val d’Orcia. Il Presidente, Aurelio Visconti, ha sottolineato il sostegno dell’Associazione a quelle aziende che mirano all’attività agricola sostenibile. Dopo la lettura di un testo tratto dal libro “Favole di pane”, iniziativa promossa dal Museo della mezzadria di Buonconvento, il seminario è entrato nel vivo dei lavori con l’intervento dello scrittore Pier Antonio Fabbrini che attraverso la proiezione di alcune immagini e di reperti storici, ha mostrato l’origine delle attività produttive negli opifici idraulici del territorio, dalla fine dell’800 ad oggi. La seconda parte si è aperta con l’intervento tanto atteso del prof. Stefano Benedettelli, supportato anche esso da documenti video, che, riportando dati scientifici e sperimentazioni effettuate in vivo, ha voluto dimostrare l’efficacia salutistica nell’utilizzo dei grani antichi. Il successivo intervento dell’agronoma Dott.ssa Francesca Castioni, ha trattato dell’esperienza e del lavoro svolto con l’associazione “Grani Antichi” di Montespertoli, che, attiva dal 2010, rappresenta l’intera filiera e le figure di agricoltori, mugnai, fornai. L’associazione coltiva 450 ettari in rotazione, di cui 150 seminati a grani antichi, coltivati in agricoltura biologica (legiferata dal regolamento comunitario, dove le piccole aziende si sono avvalse del sistema a “garanzia partecipata”). L’obiettivo dell’associazione è quello di valorizzare un tipo di produzione tracciabile.” Tra i consumatori principali, i bambini, che son sempre più abituati al consumo di alimenti raffinati. La parte conclusiva del convegno, ha visto l’intervento di tre dei venti soci produttori di “Grani Antichi”, in rappresentanza dell’intera filiera: il coltivatore Nicola Sansone, il mugnaio Gianni Paciscopi ed il fornaio Marco Panchetti. La loro pratica testimonianza, ha fatto intendere il lavoro di dedizione e di fatica, ma anche di soddisfazione, per la realizzazione della coltura di questi grani. I tre, hanno spiegato la produzione ed i costi (circa € 800 per ettaro produttivo), la conservazione (effettuata con appositi refrigeratori), tesa a garantire il mantenimento del principio attivo il germe di grano, che esige una lavorazione con macina a pietra. Infine il fornaio, con un pizzico di sana filantropia, ha spiegato il valore sociale che per lui e la sua famiglia, ha significato questo progetto, nonostante le difficoltà nel superare le problematiche legate alla lavorazione delle farine. Dalle loro parole è stato chiaro il messaggio: “coltivare grani antichi è come un salto nel vuoto, ma ripaga tutti i sacrifici con la riscoperta di valori sociali e ambientali persi con l’industrializzazione.” L’evento si è concluso spostando i partecipanti nella vicina sede del Parco Museo Minerario di Abbadia San Salvatore offrendo una degustazioni di pani e dolci prodotti con farine di grani antichi. ]]>