Abbadia San Salvatore. Per l'Unione dei Comuni Amiata Val d'Orcia, nuove prospettive imprenditoriali nell'agricoltura di montagna

Si è tenuto nei primi giorni di Agosto, il primo incontro informativo sul tema “Poderi Pozzaroni e Cipriana: ritorno al passato. Ipotesi di agricolture di montagna”. Il confronto ha spiegato le motivazioni relative al taglio dei boschi avvenuto negli ultimi mesi.  Si è tenuto lo scorso 3 Agosto, presso i locali della Videoteca Comunale di Abbadia S. Salvatore, un interessante incontro-dibattito dal titolo “Poderi Pozzaroni e Cipriana: ritorno al passato. Ipotesi di agricolture di montagna”. L’incontro, che ha vista la partecipazione di alcuni produttori locali e di interessati cittadini, è uno dei primi di una serie che si pone l’obiettivo di informare circa l’evoluzione ambientale e destinazione d’uso di una zona dell’Amiata senese, inquadrabile nel quadrilatero disegnato dai poderi dei Pozzaroni, Cipriana, sant’Antonio e la zoma di Monte Arioso, posti intorno ai 1.100 metri nel versante sud dell’Amiata.Siamo qui per la realizzazione di un sogno – ha esordito nel suo discorso di apertura Fabrizio Tondi, Presidente pro tempore dell’Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia e Sindaco di Abbadia S. Salvatore Un sogno che nasce da una “scommessa” ma che aveva da subito l’obiettivo di ricostituire un ambiente montano, fino a circa cinquant’anni fa, destinato all’agricoltura in quota, come quello dell’altipiano della Cipriana che può rappresentare un fulcro di rinnovamento per l’Amiata. Vogliamo ricreare di nuovo una situazione favorevole alla coltivazione in quota, favorendo anche la frequentazione turistica a scopi ambientali, con la massima attenzione al territorio, che torna migliorandosi al suo aspetto naturale di un tempo” Oltre al Presidente Fabrizio Tondi, erano presenti al convegno la Dott.ssa for. Ivana Fantoni – Soc.DREAm Italia (Società che opera nel settore agricolo, forestale, faunistico ed ambientale), la Dott.ssa Manuela Paganini – Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia – il Dott. Piergiuseppe Montini – Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia e il Dott. Amedeo De Napoli – Consorzio Ori di Toscana (Consorzio operante nella filiera ortofrutticola). Presente anche Franco Capocchi, Assessore del Comune Piancastagnaio, comune dove insistono parte delle aree interessate.

L’obiettivo è stato quello di informare della volontà dell’Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia di voler destinare due zone montane del versante senese dell’Amiata, ad agricoltura di montagna e a una serie di attività facoltative che vadano a valorizzare le aree interessate. Le zone individuate sono quelle dei poderi Pozzaroni e Cipriana e quella di Montarioso che insistono sui territori comunali di Abbadia S. Salvatore e Piancastagnaio, per un’estensione di 50 ettari intorno ai 1100 metri di altitudine, in una sorta di quadrilatero che comprende anche il podere di S. Antonio. Il tutto avverrà attraverso due bandi, ad oggi non ancora pubblicati, che si pongono l’obiettivo di rivalutare una zona storicamente agricola montana, così come era fino alla metà degli anni ’60, prima del suo rimboschimento e dell’abbandono dei poderi dovuta all’interruzione delle attività che davano, a quel tempo, sussistenza a diverse famiglie. Il rimboschimento fu fatto con piante alloctone (quelle che vengono introdotte in un nuovo habitat), in particolar abeti e, in minima quantità, aceri; un’operazione che, in questi ultimi anni, ha presentato dei grossi problemi causati da malattie che hanno reso necessario il taglio degli ettari di bosco interessati e contestualmente l’idea di riportare allo stato originario le zone interessate, appunto oggetto di proposta per una sorta di ritorno alla precedente coltivazione agricola. Amiata_Foto_Aerea_Pozzaroni_Cipriana_1954 Come spiegato dal dott Piergiuseppe Montini, Responsabile dell’Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia, l’Amiata è stata interessata da seri problemi fitopatologici, ovvero da malattie provocate da agenti parassiti animali, vegetali, fungini, batterici, ecc… come “Heterobasidion annosum“, che ha colpito in particolar modo le piantagioni di abeti di tipo bianco e rosso, come dimostrato nel tempo dagli studi del Prof. Capretti che già nel 1992 aveva posto all’attenzione della malattia che aveva colpito le conifere alloctone. Nel 2013 gli studi e le successive pubblicazioni di Capretti, sembra si siano dimostrate veritiere, dimostrate dall’estesa moria di piante che ha resa necessaria e radicale revisione del piano dei tagli in montagna, già in essere da parte dell’Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia (prima Comunità Montana Amiata Val D’Orcia), rivedendo la pianificazione fino al 2030 e affidando a una società privata la gestione del taglio e del ciclo di vita del legname. In questo nuovo contesto, l’idea di destinare parte delle aree oggetto di bonifica di proprietà dell’ente, in particolar modo quelle pianeggianti senza rischi idrogeologici, ad altri scopi come quelli agricoli, come era del resto, fino alla metà degli anni sessanta con coltivazioni di segale, patate, alberi da frutto e allevamenti di ovini. Abbadia_Convegno_Agricoltura_Cipriana_WP_20160803_004 Il convegno di Abbadia, parte proprio da questi elementi di base per un rilancio dell’area, attraverso un’agricoltura montana di qualità e di una serie di attività collegate, che siano anche “ambasciatrici” delle terre dell’Amiata con i suoi prodotti e le aree attrezzate necessarie. Due bandi si diceva, uno per l’area della zona “Cipriana” e l’atro per l’area “Montarioso”, presentati dettagliatamente durante il convegno dalla Dott.ssa Manuela Paganini – Istruttore Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia. I bandi, che ancora non sono stati pubblicati e sono in fase anche “provvisoria”, verranno aggiudicati attraverso il criterio dell’offerta più vantaggiosa presentata nella gara pubblica e una serie di proposte su attività facoltative che aumenteranno il punteggio di valutazione. Sono previsti alcuni obblighi come quello di concludere l’attività di trasformazione entro 3 anni, quella di coltivazioni o pastorizia di tipo ecologico (solo Cipriana) ed alcuni divieti come quello di allevare suini, arboricoltura da legno. E’ possibile invece piantare alberi da frutto come meli, peri e ciliegi, piante del resto, già esistenti nei decenni precedenti. Tra gli obblighi per l’aggiudicatario, anche quello di fare da supporto per l’attività turistica, come, ad esempio, le visite guidate alle coltivazioni, escursioni di tipo micologico nelle zone limitrofe. Particolare rilievo nel bando, anche l’aspetto legato all’occupazione di personale che prevede, per la zona Cipriana, l’assunzione obbligatoria almeno di una persona a tempo pieno e indeterminato, oltre ad almeno un’altra figura da impegrare al minimo per 150 ore/anno. Queste figure possono coincider con il concessionario, qualora dimostri di essere effettivamente forza lavoro Abbadia_Convegno_Agricoltura_Cipriana_WP_20160803_013 Un convegno che ha visto la presenza anche del Consorzio Ori di Toscana, interessato da tempo a creare un centro cerasicolo (produzione ciliegie) e presente con il Responsabile Relazioni esterne Amedeo de Napoli e due produttori consorziati. Il Consorzio, costituito ad oggi da circa 50 aziende del settore, nasce e si sviluppa in collaborazione con Conad del Tirreno in Toscana come consorzio a prevalente interesse pubblico, ha lo scopo di commercializzare e far conoscere i prodotti tipici della regione promuovendoli con un marchio per garantirne in questo modo la provenienza e la qualità, attraverso una corretta gestione agricola dei metodi di coltivazione e rispettosa dell’ambiente, prendendo a riferimento i disciplinari di produzione adottati dalla Regione Toscana. Per Ori di Toscana l’Amiata può essere senz’altro luogo ideale per produzioni di alta qualità con valore aggiunto, che può essere premiato anche economicamente da un mercato che pretende queste tipi di coltivazioni di nicchia, sicure e certificate.  Secondo De Napoli, è possibile non solo ripagare l’investimento inziale, ma anche crearsi un reddito significativo attraverso questo tipo di attività, che vede il Consorzio protagonista nella fornitura degli impianti produttivi e del know how tecnico e finanziario necessario, garantendo il consorziato nell’intera filiera produttiva fino alla vendita del prodotto. Abbadia_Convegno_Agricoltura_Cipriana_WP_20160803_011 Alcuni i produttori presenti ma anche cittadini, intervenuti al convegno per conoscere più dettagliatamente le intenzioni dell’unione dei comuni e anche per ascoltare le motivazioni che hanno portato al taglio di conifere avvenuto sull’Amiata, in particolar modo negli ultimi mesi, che ha suscitato perplessità e prese di posizione contrastanti tra la popolazione e alcuni comitati spontanei nati sui social network o legati ad altre problematiche ambientali. Proprio sull’argomento, in particolare sulle regolamentazioni e le normative vigenti in Toscana, molto esaustivo ci è sembrato l’intervento della Dott.ssa for. Ivana Fantoni – Soc.DREAm Italia (Società che opera nel settore agricolo, forestale, faunistico ed ambientale), che, attraverso una serie di diapositive, ha presentato, dal punto di vista normativo, quali siano le procedure e gli strumenti di legge che dettano i motivi e il modus operandi in queste situazioni, con i limiti e gli obiettivi della salvaguardia di un territorio che presentava situazioni preoccupanti dimostrate. La Fantoni ha spiegato approfonditamente il Piano di Gestione delle Tenute di abbadia S. Salvatore soffermandosi su quel che è previsto nel caso di un recupero agronomico, ovvero il ripristino di un’attività agricola sui terreni che precedentemente l’ospitavano. Un’operazione non propriamente semplice visti i vincoli dettati dalla Regione Toscana che limitano molto le trasformazioni del bosco, pur con delle recenti modificazioni alla normativa che hanno “semplificato” l’iter burocratico relativo a questo tipo di recupero, togliendo, in casi come quelli relativi alle zone “Cipriana” e “Monte Arioso” obblighi come il compenso boschivo dovuto ai tagli. Abbadia_Convegno_Agricoltura_Cipriana_WP_20160803_008 Complessivamente, considerando anche che si trattava l’appuntamento e fosse già periodo di ferie, l’incontro avrebbe dovuto avere più interesse da parte della collettività. Lo stesso Presidente Tondi ha ribadita la volontà di nuove iniziative in tal senso con l’obiettivo di informare e formare imprenditori e cittadini su un’evoluzione importante, qualunque sia il pensiero personale, che la montagna deve in qualche maniera avere, così come han fatto moltissimi territori a livello almeno nazionale dove l’agricoltura e un’ottimale gestione delle aree boschive possono, anzi devono, assolutamente essere in equilibrio, lontani da volontà eccessive e da pericolosi pregiudizi, per il bene dell’ambiente e dell’uomo. L’appuntamento è dunque per il prossimo incontro. Di seguito le dichiarazioni di alcuni dei relatori. ]]>

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