Abbadia San Salvatore. Vittorio Rappuoli, l’ultimo viticoltore romantico

Giovedì mattina ha radunato il fedele cenacolo per celebrare il rito della “svinatura”. Baccalà con le patate ed il vino nuovo come da tradizione amiatina Abbadia San Salvatore. Vittorio Rappuoli, una casa, una cantina, un fondo dove ricevere gli amici nel centro storico di Abbadia San Salvatore, anche ieri mattina ha radunato il fedele cenacolo per celebrare il rito  della “svinatura”,  una delle operazioni più attese per chi è ancora capace di coltivare la vigna e produrre da sé  il vino per il fabbisogno della famiglia. Vittorio (il primo a destra nell’immagine di copertina) ha invitato i suoi commensali per le ore nove circa e, per poter degustare al top  il vino nuovo di quest’anno, ha fatto  trovare loro  –  ma è una consolidata tradizione – alcuni piatti “cult” della gastronomia locale, preparati dalla insuperabile Sandra, sua moglie. Il piatto forte è il baccalà in bianco con patate arrosto. Le patate, ovviamente, hanno un sapore seducente  e antico, perché anche queste vengono coltivate da Vittorio in un terreno di sua proprietà a monte del paese. Il tutto cotto e condito con l’olio di sua produzione, perché Vittorio nella zona a valle dell’abitato, denominata Rovignano (o Inferno) si dedica sì alla vigna, ma gestisce anche un oliveto, che lo compensa ogni anno di un olio genuino, sicuro e di ottima qualità. Gli amici, intorno al tavolo, non fanno che leccarsi i baffi  (nel frattempo sono arrivate  anche  le salsicce con i fagioli) e vuotare bicchieri,  elargendo complimenti a Vittorio e  a Sandra. Non sono  ancora le dieci di mattina, ma quella colazione fuori tempo riempie di piacere, di gioia e di allegria.  È  rimasto solamente lui nel  paese vecchio  a celebrare il rito della svinatura in compagnia di amici  e  ospiti. Un bell’esempio da seguire. Un maestro da emulare!


Fonti. Testi ed immagini M. Baccheschi – Corriere di Siena  ]]>

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