Amiatanews: Acquapendente 15/04/2020
La Azienda Sanitaria di Viterbo risponde alle recenti “comunicazioni, istituzionali e politiche”.
Ieri c’era stato l’intervento del Sindaco aquesiano Angelo Ghinassi
Riceviamo e pubblichiamo
«In merito alle recenti comunicazioni, istituzionali e politiche, relative al Pronto soccorso dell’ospedale di Acquapendente, la Asl ritiene doveroso intervenire con le seguenti precisazioni. L’ospedale di Acquapendente, come più volte reiterato in tutte le sedi opportune, è parte integrante della rete ospedaliera della provincia di Viterbo. Dal 2016 a oggi, attraverso il contributo prezioso dell’unità operativa coordinamento clinico e di numerosi professionisti sanitari, e in attuazione di una precisa azione di qualificazione della struttura, l’ospedale è stato potenziato attraverso un incremento sensibile dell’attività ambulatoriale e chirurgica. In particolare, le prestazioni chirurgiche sono garantite anche attraverso la presenza continua di anestesisti che ne assicurano tutti i livelli di sicurezza. L’ospedale di Acquapendente, attraverso il Pronto soccorso, è anche parte integrante della rete dell’emergenza provinciale. Il suo funzionamento è strettamente collegato all’applicazione di un protocollo clinico che definisce, in maniera capillare, i ruoli, le competenze, i percorsi e le diverse tipologie di presa in carico del paziente, a seconda del livello di emergenza-urgenza che può presentarsi all’interno della struttura. Il protocollo prevede l’intervento del personale Ares 118, anestesista compreso, in modo tale da fornire la migliore, la più sicura e la più veloce assistenza (tramite il servizio di elisoccorso) dei casi più complessi, con la previsione del trasferimento del paziente presso il DEA di riferimento: l’ospedale di Belcolle. Tale protocollo è stato, a più riprese, condiviso con tutti i portatori di interesse a livello istituzionale. Il caso, che si è verificato lo scorso 12 di aprile, testimonia la corretta applicazione delle procedure previste, attraverso l’intervento di tutti i soggetti competenti. A dimostrazione di quanto appena sostenuto, la Asl comunica che oggi il paziente, soccorso presso l’ospedale di Acquapendente lo scorso 12 di aprile, a distanza di tre giorni è stato dimesso in buone condizioni dalla Terapia intensiva di Belcolle e trasferito in un’altra unità operativa, affinché possa proseguire il periodo di convalescenza con le migliori cure del caso. L’Azienda, in questo momento di emergenza, confermando la consueta disponibilità al confronto e alla corretta informazione rispetto ai protocolli e ai percorsi adottati, richiama i soggetti, istituzionalmente e politicamente preposti, ad assumere un atteggiamento consapevole e rispondente al senso di responsabilità che una situazione così straordinaria richiede a tutti i livelli. La Asl di Viterbo, come tutte le aziende del Servizio sanitario regionale e nazionale, è impegnata da settimane, nell’ottimizzazione, nell’utilizzo appropriato delle risorse e nel potenziamento, in particolare, di quelle strutture COVID-19, come la Terapie intensiva e sub intensiva, che richiedono effettivamente la presenza costante, 24 ore su 24, di personale altamente qualificato e specializzato. In questo quadro complessivo di ridefinizione e rimodulazione delle attività e dei servizi, l’ospedale di Acquapendente continua a svolgere un ruolo significativo all’interno della rete ospedaliera aziendale, garantendo tutti i livelli di sicurezza previsti, per i cittadini e per gli operatori. Rappresentare una realtà diversa, significa disorientare l’utenza che, invece, ha bisogno di riferimenti ed informazioni certi e attendibili. In questi giorni ancora di più.»
In relazione ai provvedimenti con cui la ASL disponeva la riduzione della presenza del medico anestesista all’ospedale di Acquapendente a causa dell’emergenza coronavirus, che abbiamo accolto con spirito di collaborazione, ci era stata assicurata la piena funzionalità operativa del Pronto Soccorso attraverso il personale del 118.
Tale aspetto è di cruciale importanza, tanto da costituire un presupposto imprescindibile, in mancanza del quale il servizio non garantisce la salute dei pazienti.
Come drammaticamente è stato possibile verificare in concreto, le condizioni annunciate si sono dimostrate meramente apparenti, in quanto la mancanza di un medico anestesista in sede, ha lasciato il P. S. di Acquapendente nell’impossibilità materiale di fronteggiare le emergenze che una struttura di pronto soccorso DEVE poter gestire in sicurezza e tempestività, quali quella che ha interessato il paziente colpito da ischemia, che il giorno 12 aprile u.s. ha dovuto attendere svariate ore prima di poter essere stabilizzato, riportando conseguenze ancora da valutare.
Risulta ormai evidente il pericolo a cui rimane esposto l’ospedale di Acquapendente ed il comprensorio da questo servito, che non possono più contare realmente sulla struttura di P.S. esistente e deputata a fronteggiare le emergenze della vasta area di competenza.
La condizione in cui attualmente versa il P.S. di Acquapendente, non adeguatamente coperto da personale medico anestesista, costituisce non solo una grave ed inaccettabile limitazione ma addirittura una circostanza di aggravamento e di pericolo per la popolazione che in caso di emergenza si indirizza verso l’ospedale di Acquapendente.
Tenuto conto del gravissimo rischio che il perdurare di tale condizione comporta, ho chiesto alla Direzione Sanitaria di ripristinare immediatamente la copertura di personale medico anestesista presso il P.S. di Acquapendente, onde scongiurare il verificarsi di gravi e irreparabili danni a carico di pazienti critici che allo stato attuale – come già verificatosi – non possono essere stabilizzati in caso di urgenze.
Si tratta con tutta evidenza di una esigenza di tutela e di salvaguardia che neppure la contingente emergenza sanitaria può pregiudicare in quanto avente ad oggetto essa stessa la necessità di fronteggiare situazioni di emergenza che inevitabilmente si presentano e si presenteranno e che, dunque, non consentono di veder stornate risorse di organico, specie specialistiche, che devono, anzi, essere garantite se non potenziate, proprio per poter far fronte all’una ma anche alle altre.
Diversamente, non potendo consentire il perdurare di una simile condizione di esposizione ad ingiustificati rischi, a fronte della mancata adozione di idonei ed esaustivi provvedimenti immediati, risulterà inevitabile l’adozione di iniziative di tutela amministrativa e giudiziale idonea al ripristino della capacità operativa dell’unità di P.S. di Acquapendente.
La comunicazione, oltre ai dirigenti della ASL e dell’ospedale, è stata inviata anche al Prefetto di Viterbo ed ai Sindaci di Bolsena, Gradoli, Grotte di Castro, Latera, Onano, Proceno e San Lorenzo Nuovo.
Angelo Ghinassi (Sindaco di Acquapendente)