Ama e fa' quello che ti pare (il senso di una vita donata)

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Giuseppe Serafini, nel giorno della scomparsa di Don Zelio Vagaggini

La morte quando arriva, non giunge mai senza lasciare un segno, un’impronta, un messaggio da destinare a coloro che rimangono piangendo la perdita di una persona cara. Cosi ‘ stata la morte del nostro caro Don Zelio. Dio non poteva chiamarlo a se, se non  nel giorno a lui consacrato, in quel ” Dies Dominica”, giorno del Signore, che il nostro Parroco, ha per una vita celebrato facendo memoria della morte e sopratutto della Risurrezzione di Cristo. Questo, e’ avvenuto   quando  ancora una volta, la comunita’ pianese, stava per riunirsi per fare comuinione con i  vivi e con i morti. Un’altro dono che crediamo il Signore abbia concesso a Don Zelio, nel giorno del suo incontro con lui, e’ stato quello di ” partire” con le parole evangeliche, che hanno modellato tutta la sua vita:”Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente..e ancora ” amerai il tuo prossimo come te stesso ..”(Matteo22,34 4O). Don Zelio, ha  amato Dio a cui ha dato tutta la sua esistenza, tutti i suoi sogni, tutte le sue speranze di uomo, e  ha amato i fratelli in modo  particolare. Spesso amava dire, che il vero corpo di Cristo, non era solo nell’ostia consacrata, ma sopratutto lo era in quei fratelli e quelle sorelle, che piu’ di tutti vivevano la la passione, e il dolore del Venerdi’ Santo. Mi piace ricordarlo e ricordare quel senso di ricerca  di  giustizia e di diritto, che  vedeva in tante persone, sopratutto persone del nostro paese, che l’umana ipocrisia bollava e condannava senza alcuna  pieta’. Don Zelio ha amato  nel suo stile di prete che poteva sembrare  spigoloso :ma i preti veri, quelli che amano, da che mondo e mondo, non sono  mai stati facili. Potremmo fare tanti esempi, di sacerdoti che  si sono spesi per gli altri, affrontando le varie intemperie della vita a muso duro. Lorenzo Milani, il prete di Barbiana, sul letto di morte, scrisse  ai suoi ragazzi” Ho voluto piu’ bene a voi che a Dio, ma spero che lui non tenga conto” .Chissa’ forse anche Don Zelio, sentendo vicino l’incontro con il Padre, gli avra’  mormorato” ti ho voluto bene, ma ho voluto bene a te che ti sei incarnato in quei poveri, in quei disgraziati, in quegli abbandonati che mi hai posto sulla  strada del mio sacerdozio”. Uno dei brani piu’ belli del Vangelo che  Don Zelio amava, era quello di Giovanni al capitolo 13, la lavanda dei Piedi. Spesso, diceva, che la vera   Pasqua, non era quella del calendario, la domenica conclusiva della settimana Santa, ma il giovedi Santo. Per anni, l’ho assistito durante quel rito pasquale. Amava  celebrarlo  avendo come ” apostoli” tutti i suoi  fratelli della casa famiglia. E anche negli ultimi anni, nonostante gli acciacchi , non rinunciava a quel gesto nella cappella della Casa Famiglia. ”Era quella la vera Pasqua , la vera Eucaristia” come diceva nell’omelia. Il Santo Vescovo  Agostino, ha scritto, commentando il Vangelo di Giovanni, che e’ il Vangelo dell’Amore :” Ama e fai quello che ti pare”.E’ una frase che hai buon pensanti puo’ sembrare scandalosa: Per Don Zelio, servo buono e fedele, e’ stato il compendio di una  esistenza. Credo che  attraverso questa  Santa vita, possiamo trovare la strada per vivere nell’amore e nella carita’ fraterna. trovare la strada per vivere nell’amore Giuseppe Serafini
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