Amiata. Calo di produzione per le castagne: il clima causa principale

Dopo un 2015 ritenuto positivo da imprenditori e d Enti come l’Unione dei Comuni, la raccolta 2016 è all’insegna di un calo di produzione dovuto principalmente alle condizioni climatiche che si aggiungono a quelle causate da conosciuti agenti patogeni. L’Autunno 2016 sembra non presentarsi nel migliore dei modi sull’Amiata, almeno per quel che riguarda uno dei suoi frutti ed elementi agricolo-forestali ed economici più importanti: la castagna. Per avere delle informazioni sulle principali cause, abbiamo incontrato il Dott. Piergiuseppe Montini, Responsabile Gestione Associata dell’Ufficio Catasto dei boschi percorsi dal fuoco presso l’Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia, conoscitore ed esperto del bosco amiatino. “La mancanza della fioritura, una stagione estiva che, condizionata da un clima non idoneo (un Giugno piovoso e freddo rispetto alla norma e il vento non ideale) – ci dice Montini – non ha permesso un’adeguata impollinazione, sono le cause principali di quello che è, già oggi, ritenuto motivo di preoccupazione per gli operatori del settore, visto il sicuro calo di produzione, con probabili ripercussioni sulle tante feste autunnali di cui l’Amiata è ricca e nota a livello nazionale. Sono state proprio le piante domestiche a soffrire di questa situazione rispetto a quelle cosiddette selvatiche; i tempi della fioritura e la conseguente impollinazione, sono infatti diverse tra le due tipologie di castagno, dove, il tipo selvatico fiorisce settimane prima rispetto all’altra tipologia. A queste motivazioni, – prosegue il Responsabile dell’Ufficio – va comunque aggiunto anche l’ormai “stanziale” presenza del Cinipide galligeno del castagno, “Dryocosmus kuriphilusYasumatsu”, (il piccolo imenottero originario dell’oriente, arrivato in Italia e diffusosi anche nei boschi amiatini con estrema velocità), tenuta comunque “sotto controllo”, dopo le recenti immissioni di insetti antagonisti come il Torymus, lo spargimento sul terreno dei castagneti di pollina a cui aggiungere la presenza, negli ultimi mesi, di altri insetti naturali, che si sono aggiunti alla catena alimentare naturale. Da aggiungere al Cinipide, che avrà delle normali oscillazioni di presenza in base alla quantità degli insetti antagonisti, altri insetti come la “Cidia” (o verme delle castagne) e il “Balanino del castagno” e, soprattutto, di un altro  noto patogeno di origine fungina, il cosiddetto “marciume nero del castagno”, causato dal parassita “Gnomoniopsis pascoe” che colpisce il frutto.” piancastagnaio_img_20161004_155434 Quindi, una combinazione di elementi naturali evidentemente non positiva che si aggiunge anche a una generale situazione del bosco, che vede diverse piante dalle ceppaie “invecchiate” e dunque con meno energia e, di conseguenza, capacità produttiva. Anche in tal senso, nella necessità di un miglioramento dell produzione, l’Unione dei Comuni Amiata-Val d’Orcia, ha indetto un bando per chi volesse intraprendere un’attività legata alla produzione della castagna, con scadenza il prossimo 3 Novembre. L’Ente mette infatti in concessione, un appezzamento nell’area “Loc. Case Nuove” circostante il podere San Lorenzo, al confine tra i Comuni di Abbadia S. Salvatore e Piancastagnaio. Ogni dettaglio consultare il seguente link —> http://suap.uc-amiatavaldorcia.gov.it/ULISS-e/Bacheca/coatti03.aspx?id=128307&noFirma=E&bac_codice=6&nal=5  Bisogna riflettere ancora sui cambiamenti climatici che incidono comunque sulla castagna anche per i suoi tempi di conservazione. Essa, ormai, deve essere considerato come un frutto “fresco”, alla stessa stregua di una mela o, ancor meglio di una pesca o altro frutto tipicamente estivo, a causa dei tempi molto ridotti rispetto al passato. La castagna, infatti, va oggi colta e mangiata nel giro di pochi giorni a meno di una sua essiccazione o di una sua trasformazione. Un’annata che si presenta dunque difficile per gli operatori del settore e dell’indotto in entrambi i versanti dell’Amiata, senese e grossetano, a cui, nel tempo, non è mancato il supporto di Enti Pubblici (Unione dei Comuni di riferimento e Regione), Associazioni di categoria o Consorzi creati a tutela della castagna e della sua coltura, che, anche nei giorni passati, attraverso i media, hanno denunciato il calo di produzione, identificando danni per milioni di Euro, almeno nel versante grossetano dell’Amiata. Tutto questo non deve in alcun modo essere un messaggio poco positivo per i lettori e per tutti coloro che giungeranno nelle prossime settimane sull’Amiata per goderne natura, ambiente, paesaggio e tradizione, anche nelle tante feste autunnali che proporranno l’indubbia quantità e qualità della regina del periodo. Piancastagnaio_castagne_2015_506x284]]>

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