Il 2014 l’annata peggiore per il cinipide e gli agenti atmosferici. Quattro milioni di Euro il danno economico. Il castagnao ha da sempre rappresentato una risorsa molto importante per l’economia amiatina e la crisi del raccolto 2014, successiva all’annata non buona del 2013, ha messo in ginocchio molti castanicoltori. Più di 3mila sono i castanicoltori complessivamente in Amiata, ma il numero si riduce a 355 unità se si va a guardare i soci dell’Associazione per la valorizzazione della castagna del Monte Amiata Igp. Anche se di poco, i dati che conserva l’associazione, che in Amiata funge da consorzio di tutela, ci dicono che i soci sono in aumento rispetto agli anni passati. Il 2014 annata nera; la produzione degli oltre 2800 ettari di castagni, il 95% dei quali in Amiata grossetana, è infatti crollata dall’80 al 100%, nei casi più fortunati il raccolto è stato solo dimezzato. Un crollo della produzione che tradotto in soldoni ha significato circa 4 milioni di euro in meno sull’intero tessuto commerciale amiatino e questo mancato introito della castagna si è fatto molto sentire nell’economia del territorio. C’è sicuramente da lavorare ancora molto sulle tecniche di aggressione al Cinipide, insetto killer che attacca la pianta, anche se, conferma Giovanni Alessandri, agronomo, il problema dell’ultimo raccolto non è stato solo l’insetto: «i processi meteorologici dell’anno scorso hanno fortemente influenzato il raccolto. Le piogge nel periodo di fioritura e le temperature al di sotto della norma non hanno permesso alla castagna di svilupparsi e quindi maturare». L’associazione infonde cultura, tecnica e informazione, cosicché i molti castanicoltori possano avere le nozioni base per tutelare i castagni e garantire il raccolto. L’Amiata, dall’ultimo penoso raccolto vuole rialzarsi e tornare ad una produzione media di 1500 tonnellate di castagne, dato medio di castagne raccolte, e per fare ciò, oltre ad intensificare il rilascio dell’antagonista del cinipide ha messo in campo un processo di innovazione dell’intero settore. Anche il versante senese, che in precedenza aveva convertito i castagni da frutto in castagni da legno, oggi torna indietro: «è in atto un importante processo di innovazione in questo settore, spiega Lorenzo Fazzi, – Presidente dell’associazione per la valorizzazione della castagna – una meccanicizzazione del settore e soprattutto puntare molto sulla trasformazione del prodotto». La prova che l’Amiata punta molto su questo settore è anche l’ultimo incontro che ha avuto Lorenzo Fazzi con il direttore di Coldiretti Andrea Renna. E’ stata questa la prima occasione per confrontarsi sulla questione dei castagneti da frutto all’interno della Pac 2014-2020 e la possibilità di nuove attività con le quali fare un salto di qualità nel settore della castanicoltura Maremmana.]]>