Amiatanews (M. Baccheschi): Abbadia S. Salvatore 31/10/10/2015 Il tavolo per seguire l’evolvere della crisi che sta interessando il comparto industriale dell’area amiatina ed aziende come Floramiata, Rivart ed Amiata Marmi. Assenti le OO.SS., che in una nota avevano preannunciato la decisione, riconoscendo nell’unico tavolo con potere decisionale, quello “istituito presso la presidenza della regione toscana”.
Molti lavoratori di Floramiata , ma non solo, si sono recati ieri mattina presso il comune di Abbadia San Salvatore (una delegazione ristretta si è seduta al tavolo, gli altri hanno assistito all’incontro) per partecipare alla prima riunione convocata per seguire l’evolvere della crisi che sta interessando il comparto industriale dell’area amiatina. Rivart, Floramiata, Amiata Marmi (verranno rese note nelle prossime ore le decisioni di questa ultima azienda), dopo crisi cicliche e lavoratori in esubero stanno vivendo oggi momenti tragici. Scopo dell’incontro, “riunire tutte le forze locali interessate, fare fronte comune e rapportarsi con le sedi istituzionali competenti”. Ma i rappresentanti sindacali (Cgil e Cisl Amiata, Flai Cgil e Fai Cisl Siena) hanno declinato l’invito e ieri mattina non si sono presentati al tavolo comunale, dopo aver ribadito in una nota stampa che non avrebbero partecipato alla iniziativa “nell’interesse in primis di lavoratori e lavoratrici” e secondariamente poiché si sentono “fortemente impegnati” nell’unico tavolo con potere decisionale, che è quello “istituito presso la presidenza della regione toscana”. Il lavoro si è allora svolto con il passare in rassegna le principali preoccupazioni dei lavoratori appunto di Floramiata, i quali – come sappiamo – dopo l’annuncio del fallimento della società sono stati tutti “sospesi” dal lavoro (sono oltre duecento tra dipendenti a tempo indeterminato e avventizi), mentre per una settantina di loro c’è stata una nuova chiamata per prestazione d’opera in azienda, richiesta dall’esercizio provvisorio. Per i restanti lavoratori a tempo indeterminato, fin dai primi giorni, la buona notizia della cassa integrazione in deroga, che sarebbe stata accolta dalla regione toscana dietro richiesta del curatore fallimentare. Mentre per gli avventizi veniva prospettata la disoccupazione agricola. Ma sono trascorsi già dieci giorni da quel 21 ottobre in cui la regione aveva annunciato che gli ammortizzatori sociali c’erano e molteplici sono i dubbi che permangono tra chi si ritrova a casa. I vari rappresentanti nominati per partecipare al tavolo hanno pertanto espresso le loro perplessità appunto sulla cassa integrazione (nessuno li ha tranquillizzati, dicendo che la richiesta era già partita dall’ufficio del curatore), sulle modalità di chiamata al lavoro, sulle non risposte relative alla “rotazione” tra dipendenti, come invece sancisce un recente decreto interministeriale, che è stato citato (L 92/2012 e decreto n° 83473 del 1° agosto 2014). I lavoratori si sono calati anche in situazioni particolari, in come comportarsi, per esempio, una volta “sospesi” , se dovessero trovare un altro lavoro. Chi licenzia? È inoltre motivo di apprensione – una volta appurata la attivazione della cassa integrazione in deroga – la durata della medesima. Per quest’anno la validità è tre mesi (ottobre-dicembre), ma per il 2016? La regione toscana ha risorse per provvedere a un massimo di cinque mesi. E, se nel frattempo, l’asta prevista per i mesi febbraio-marzo, dovesse andare a vuoto e occorresse ancora più tempo? La crisi più profonda e più generale del distretto amiatino non lascia ben sperare. È importante che il tavolo comunale abbia infine deliberato di passare alla fase successiva, che è quella della riprogettazione di questo territorio!Fonti. Mariella Baccheschi – Corriere di Siena]]>