Amiata. Dopo l'incontro in Regione sullo stato di crisi, si lavora per la stipula di un protocollo entro l'anno

I Sindaci dell’Amiata a Firenze per ribadire le loro esigenze e chiedere soluzioni concrete La Regione si è impegnata affinché i propri dipartimenti, presentino tra un mese, interventi concreti relativi a risolvere lo stato di crisi riconosciuto. A fine anno la stipula di un protocollo Come avevamo anticipato la settimana passata, si è tenuto Venerdì 16 Settembre in Regione Toscana, l’incontro fra i Sindaci dell’Amiata e l’Ufficio di Gabinetto della Regione, in calendario da tempo, a seguito di una serie di richieste fatte principalmente dai sindaci amiatini, interessati dalla profonda crisi in cui versano le aziende nell’area, la maggior parte derivanti da “Progetto Amiata”, voluto per la chiusura delle miniere. Sul tavolo dell’incontro, in particolar modo il lavoro e la volontà di concretizzare al più presto le richieste da parte dei Sindaci appartenenti alle rispettive Unioni dei Comuni dei due versanti della Montagna, che affrontano tematiche come la situazione drammatica delle infrastrutture in tutta l’area amiatina (ricordiamo pontstefano_ciuoffoi chiusi da anni e le numerose frane), lo sfruttamento geotermico del territorio (con le sue ripercussioni sulla salute e l’ambiente), la forestazione, il turismo e quelle attività socio economiche che caratterizzano l’area sotto l’aspetto lavorativo e che condizionano gli aspetti sociali e la vita delle famiglie. Dei dodici Comuni dei due versanti dell’Amiata, dalle notizie riportate, ne erano presenti la metà rappresentati dai primi cittadini di Abbadia San Salvatore (Tondi), Castel del Piano (Franci), Piancastagnaio (Vagaggini), Radicofani (Fabbrizzi), Santa Fiora (Balocchi) e Semproniano (Brugi). L’appuntamento era con il Capo dell’Ufficio di Gabinetto Leo Gori, anche se è stato l’Assessore al Turismo Stefano Cioffo, in rappresentanza della Giunta Regionale, a presenziare nella maggior parte della riunione, assieme ai responsabili dei dipartimenti della Regione sollecitati. Fabrizio Tondi, è intervenuto anche come Presidente pro tempore dell’Unione dei Comuni Amiata-Val d’Orcia, presentando una relazione sulla situazione esistente nella parte di territorio di sua presidenza. L’incontro fa comunque seguito a una serie di iniziative da parte dei Sindaci da più di un anno; a tal proposito, per dovere di cronaca, dobbiamo ricordare quella promossa dal primo cittadino di Piancastagnaio, Luigi Vagaggini, quando, nel Marzo passato, con l’accordo dei colleghi Tondi (Abbadia S. Salvatore), Fabbrizzi (Radicofani), francesco_fabbrizzi_sindaco_radicofaniGalletti (Castiglione d’Orcia), Balocchi (S. Fiora) e Fortunati – Castell’Azzara), che, attraverso una lettera dai toni tanto drammatici quanto veritieri, invitava il Governatore Rossi a calendarizzare un incontro con oggetto la situazione di crisi dell’area amiatina. Il tutto accadeva in un contesto socio economico a dir poco difficile con il recente fallimento di Floramiata, la gravissima situazione della Rivart e di altre aziende della val di Paglia e, per fermarsi alle situazioni più conosciute, alla chiusura del ponte sulla SR Cassia e le frane presenti praticamente su tutte le strade della montagna da anni, a santa_fiora_sindaco_balocchi_02cui, lo stesso Vagaggini, aveva indicato pubblicamente (anche attraverso un Consiglio Comunale) la nomina di un commissario ad acta, per risolvere, a suo parere, più velocemente la situazione. Uno dei risultati di ciò, fu l’incontro a Firenze dello scorso 16 Maggio, tra i Sindaci suddetti, il Governatore Enrico Rossi e gli assessori Federica Fratoni , Marco Remaschi  e Gianfranco Simoncini, in cui venne ribadita con forza la necessità di interventi da parte della Regione anche attraverso il riconoscimento dello stato di crisi, equiparando l’Amiata a zone come il comparto di Piombino, tanto per rimanere nelle vicinanze (leggi articolo —>). Nei mesi, anche alcune iniziative politiche e sindacali, come quella che ha portato alla firma del protocollo sul “Tavolo del Lavoro”, presentato in Regione. Abbiamo riproposto sinteticamente, un percorso che viene da lontano,  (sul nostro sito troverete gli articoli relativi), insistito e riconosciuto con atti amministrativi e politici (stato di crisi) e i primi interventi (iniziati – finalmente e con estrema lentezza – come la cig claudio_franciin deroga per Floramiata, i lavori del by pass sul Paglia, stanziate alcune centina di migliaia di euro per le frane tra Amiata e Val d’Orcia), quantomeno dovuti ed esterni al riconoscimento. Del resto, anche il Governatore Rossi, si espresse in tal senso, in occasione della sua visita in Floramiata il 25 Luglio passato, dopo aver inaugurata la centrale geotermica di Bagnore 4. Ma tutto questo, ai Sindaci non basta e non può bastare; da qui la volontà unitaria e un altrettanto messaggio alla Regione, in un contesto più ampio e articolato, in una sorta di progettualità che superi, con nuove proposte, quel che accadde a fine anni 70 e negli anno 80 con “Progetto Amiata”, ovvero quelle iniziative imprenditoriali che videro anche il coinvolgimento dello Stato, create per ricollocare i lavoratori delle miniere di mercurio ormai definitivamente chiuso.miranda_brugi Entrando più specificatamente nell’incontro di Venerdì, pur con dei normali distinguo su alcuni aspetti che incidono molto sul proprio territorio e che vanno al di là di una proposta unitaria fra tutti (leggi le problematiche legate agli impianti geotermici), i Sindaci si sono espressi comunque in una visione più ampia, cercando efficienza ed efficacia nel tempo, completamente diversa dal periodo “Progetto Amiata”. Il punto di partenza, contenuto nel documento presentato, è il lavoro e dunque l’assetto economico, ambientale e infrastrutturale dell’area testimoniato dalla situazione di Floramiata e Rivart oltre che dal settore della forestazione (tanto per citare i casi piluigi_vagaggini_448x252ù noti), l’assetto idrogeologico, quello delle vie di comunicazione, la geotermia, il turismo e l’assenza di una vera e propria rete a banda larga. Una richiesta comune, ribadita in particolar modo dal Sindaco di Piancastagnaio Vagaggini, vista la presenza sul suo territorio di Floramiata, di impianti geotermici e di importanti sistemi franosi dovuti alla noncuranza e al dissesto idrogeologico. Vagaggini ha insistito sugli aspetti legati alla salute (riferimento allo studio dell’Agenzia Regionale Sanità) e infrastrutturali, rivendicando la titolarità del termodotto che fornisce il calore alla stessa Floramiata, essenziale per la produzione energetica e il riconoscimento dei benefici (certificati verdi-bianchi), calore prodotto attraverso lo sfruttamento di risorse naturali ricavate dal territorio comunale amministrato, negli anni compromesso, che incidono su altri tipi di economie come quelle legate al turismo e all’ambiente in tutta l’area amiatina. Come Presidente del Parco Nazionale delle Miniere dell’Amiata, lo stesso Vagaggini ha lamentato, se non una quota in fase di iniziale costituzione del Parco, l’assenza di un sostegno finanziario da parte della Regione. Un Ente, che sindaco_tondiè simbolo di una comunità intera come l’Amiata, rappresentandola. L’energia è anche al centro di una proposta del Sindaco di Abbadia S. Salvatore Fabrizio Tondi, che si pone l’obiettivo di un’autosufficienza dell’Amiata in tal senso, attraverso lo sfruttamento dell’esistente (geotermia) assieme al cippato derivante dalla dismissione necessaria e controllata dei boschi o al biogas, così da ricevere benefici economici da distribuire sulla popolazione e nelle attività di impresa, attraverso sconti su bollette energetiche e abbattimenti di costi legati al riscaldamento. Problematiche dunque, che, al di là di proposte specifiche dovute a situazioni peculiari di un comune, coinvolgono tutte le amministrazioni locali e dunque propongono e dovranno avere unità di intenti politica e amministrativa tra le amministrazioni e, soprattutto, risposte chiare in tempi brevi da parte della Regione. La stessa si è impegnata a condividere un protocollo, entro il 2016, in cui ci siano riportate sostanzialmente le attività da svolgere e da concretizzarsi con il lavoro concordato coi responsabili dei vari dipartimenti presenti all’incontro, per dare quella svolta necessaria a tutta l’Amiata che rimane, pur in zona considerata troppo frettolosamente periferica, essenziale per la Regione e la stessa Italia, vista la presenza decennale della risorsa geotermica (coi vantaggi miliardari nel tempo per governi e multinazionali), di importante approvvigionamento acquifero (anche in termini di qualità), di una forestazione unica nella sua concentrazione e di una storia che ha dato molto più di quanto, in realtà, avrebbe potuto ricevere, anche sotto l’aspetto infrastrutturale della formazione, che assente nelle forme necessarie, continua a favorire importanti flussi migratori di donne e uomini amiatini preparati, perdendo contributi importanti sotto l’aspetto sociale ed economico.]]>

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