Amiatanews: Abbadia San Salvatore 21/10/2015 Dopo l’incontro in Regione, la prima assemblea tra lavoratori e OO.SS. Soddisfazione per il primo incontro a Firenze, viste le volontà della Regione. Cassa integrazione in deroga, disoccupazione agraria, criteri di scelta e rotazione per tutti i lavoratori, tempi certi per il bando di vendita, gli argomenti trattati.
Si è svolta ieri sera ad Abbadia San Salvatore, presso il Club 71, l’Assemblea dei lavoratori di Floramiata assieme alle OO.SS. Un’assemblea dove hanno partecipato sostanzialmente quasi tutti i lavoratori, organi di stampa ed interessati alla triste vicenda. L’atteso incontro era stato fissato per fare il punto della situazione, dopo i colloqui della mattina presso il Palazzo della Regione Toscana, a cui avevano partecipato, oltre le rappresentanze dei Sindacati, il curatore fallimentare Gianni Sismondi , il consigliere per le politiche del lavoro del Presidente Rossi, Gianfranco Simoncini, il Sindaco di Piancastagnaio Luigi Vagaggini e quello di Abbadia S. Salvatore Fabrizio Tondi. I lavoratori di Floramiata avevano, come indicato dagli stessi Sindacati, rinunciato alla presenza attraverso l’annullamento del sit-in, precedentemente annunciato il 12 ottobre u.s. Le rappresentanze delle OO.SS. presenti (Tiziano Lazzerelli per la CGIL Amiata, Paola Bittarello, per la Flai Cgil, Daniela Cherubini, per la Fai Cisl e Antonio Pietrilli, in rappresentanza della Uila Uil), hanno riportato quel che è sostanzialmente emerso nell’incontro fiorentino, ovvero la volontà della Regione Toscana ad utilizzare ammortizzatori sociali, sia per i lavoratori a tempo indeterminato che per gli avventizi, e l’intenzione di accelerare i tempi per l’asta pubblica di vendita dell’azienda. Relativamente agli ammortizzatori sociali, si tratterebbe di una “cassa integrazione in deroga” per i lavoratori a tempo indeterminato e della “disoccupazione agricola” per gli avventizi con almeno 102 giornate lavorative. Ricordiamo che ad oggi, sono 74 (da subito 52 e successivamente 22), i lavoratori richiamati in azienda dal curatore Sismondi, la metà circa di quelli con contratto solo a tempo indeterminato; nessun avventizio è rientrato in azienda. Il richiamo dei lavoratori è dovuto al fatto che, pur con la dichiarazione di fallimento da parte del Tribunale di Siena di Floramiata Servizi Srl, è stato accordato un esercizio provvisorio, così da rendere comunque attiva l’azienda e portarla ad un’asta di vendita pubblica entro sei mesi, ovvero intorno Febbraio-Marzo 2016. Dalle parole di Tiziano Lazzerelli (CGIL), “… la soddisfazione per come la Regione e lo stesso curatore fallimentare Sismondi, abbiano preso da subito, coscienza di come la chiusura definitiva di Floramiata, causerebbe anche una forte astensione dai consumi nel tessutro tra Piancastagnaio ed Abbadia S. Salvatore, calcolabile in circa due milioni di Euro, con ripercussioni indubbiamente gravi anche da chi non è colpito direttamente dai licenziamenti…“. Lazzerelli ha detto come, durante l’incontro, “… siano stati toccati gli argomenti basilari della discussione: l’applicazione della cassa integrazione; la collocazione giuridica degli avventizi; i criteri di scelta che han determinate le assunzione dei richiamati. Soprattutto, abbiamo posto le basi per quello che sicuramente è il problema più importante da risolvere, ovvero quello delle prospettive per l’azienda che viene, in questa fase, determinato dagli atti giuridici che verranno emessi. Compito del Sindacato è quello di contribuire, in maniera significativa, creare le condizioni più favorevoli dal punto di vista economico ed infrastrutturale, quando Floramiata verrà messa all’asta attraverso un bando diffuso anche a livello europeo. Condizioni che diano futuro a Floramiata, ma anche futuro all’intero comprensorio ed all’indotto.” Daniela Cherubini (Fai Cisl), ha sottolineato come il tavolo in Regione, “…sia stato molto partecipato ed impegnato. Tutti i presenti avevano a cuore l’azienda ed il territorio, con unità d’intenti. Gli stessi Sindaci di Piancastagnaio (Vagaggini) e di Abbadia (Tondi), si sono mostrati uniti nella proposta e nell’atteggiamento, così come sempre dall’inizio della vicenda Floramiata. I temi di fondo sono stati, ovviamente, quelli legati alle tutele economiche, in questa fase di esercizio provvisorio, e quello delle prospettive, ovvero l’acquisizione di Floramiata da terzi. Sulla cassa integrazione in deroga (CIG), la Regione Toscana ha data la disponibilità all’attivazione, secondo la propria autonomia finanziaria. Attualmente è possibile avere una copertura per il 2015 per un massimo di 5 mesi, mentre per il 2016 non c’è ancora disponibilità (la norma attuale, è il risultato di un accordo Stato-Regioni per gli anni 2014-2015). Si prevede che, pur con contrazioni economiche, anche per il 2016 dovrebbero esserci coperture finanziarie per questo tipo di sostegno straordinario, la cassa integrazione in deroga appunto, così da sperare di coprire i lavoratori con contratto a tempo indeterminato, anche nei primi mesi del nuovo anno, quando si prevede l’asta di vendita.” La Cherubini ha chiarito che bisogna tener presente anche di altri aspetti “tecnici”, che incideranno sull’erogazione della C.I.G. Oltre al fatto che essa è prevista per i soli lavoratori a tempo indeterminato, bisogna considerare che Floramiata ha, oltre sull’Amiata, altri due siti (Lombardia e Lazio) con normative diverse rispetto alla Toscana. Altro importante aspetto da valutare, è quello legato al carico di ferie accumulato ad oggi dai dipendenti interessati. La normativa prevede che per erogare la cassa integrazione in deroga, prima bisogna liberarsi da eventuali carichi di ferie, ma ad oggi, non è chiara la sua applicazione nel caso di lavoratori che si trovino in un fallimento ed anche in regime di esercizio provvisorio. Sostanzialmente, non è possibile consumare ferie in quanto comunque dichiarato un fallimento (e quindi rientrabili nei crediti del lavoratore da liquidare secondo le procedure fallimentari) e contestualmente non è possibile ricevere la C.I.G. in quanto esiste un monte ferie per il lavoratore. Questo, a dire della stessa Cherubini, sarà motivo di indubbio approfondimento nei prossimi incontri. La Cherubini ha sottolineato, “… come l’operato del Sindacato è concentrato nel cercare soluzioni straordinarie di sostegno economico per tutti i lavoratori, qualunque il loro contratto, ed in tempi brevissimi, fermo restando che per legge, per gli avventizi con almeno 102 giornate di lavoro, esiste già la disoccupazione agricola. Avventizi a cui guardiamo con molta attenzione, in quanto, proprio per la natura contrattuale del rapporto lavorativo, potrebbero avere difficoltà maggiori di riassunzione…”. Riguardo l’erogazione, l’idea dei Sindacati, è quella di avere un supporto dalle Istituzioni, attraverso il pagamento delle due casse integrazioni, tramite un istituto bancario, così da accelerare i tempi sicuramente più lenti dell’INPS. “Sulle prospettive dell’azienda”, continua la Cherubini, “abbiamo sollecitato la Regione sui tempi per la definizione di un’asta pubblica di vendita, così che gli ammortizzatori sociali, sempre che siano concessi, possano bastare ed avere un concreto significato…. Anche se ad oggi non abbiamo una realistica stima dell’azienda (ci vorrà almeno un mese), è necessario informare e portare a conoscenza eventuali interessati al suo acquisto, stando molto attenti ad eventuali azioni speculative…. Il tentativo è dunque quello di mantenere il valore dell’azienda e le sue realistiche capacità”. Relativamente ai criteri con cui sono stati scelti i 74 lavoratori rientrati in Floramiata e a eventuali cambiamenti nella decisione, i sindacalisti presenti, hanno ribadito che la scelta è stata del curatore Sigismondi, che se n’è assunte tutte le responsabilità. “Oltre ad aver richiesto il reintegro di altri lavoratori”, continua la sindacalista Cherubini, “abbiamo fatto richiesta di effettuare una rotazione dei dipendenti. Su questo punto, abbiamo ricevuto una disponibilità pur tra alcune limitazioni, dove la principale è quella che il Sigismondi non l’attuerà per tutti i lavoratori.” “L’idea della OO.SS.”, ha indicato nel suo intervento Paola Bittarello (Flai Cgil), “…è quella di affrontare passo passo, una situazione molto difficile ed in probabile cambiamento. Sono previste periodiche assemblee informative, fuori dall’orario di lavoro, così da dare a tutti i lavoratori, l’opportunità di partecipazione. Nei nostri incontri, come oggi, abbiamo il dovere di dare informazioni chiare e vere, senza fraintendimenti. Non dobbiamo essere pessimisti ma realisti. Ci sono ancora molti elementi da sviscerare nell’attuazione della C.I.G. e lo faremo in equilibrio con le Istituzioni e l’azienda, cercando le soluzioni migliori per i lavoratori… Tornando sui tempi, ribadisco che il bando di vendita sarà tra circa sei mesi, febbraio-marzo, ma sappiamo che già tra qualche settimana, attraverso delle procedure previste in questi casi, attraverso delle visite direttamente in Floramiata, si potrebbero definire alcuni valori dell’azienda, così da accelerare i parametri per la vendita. Riguardo il sostegno al reddito, anche la Bittarello, ha ribadito come ci siano dei vincoli normativi e giuridici da affrontare, in alcuni casi, anche fra lavoratore e lavoratore (fissi ed avventizi). “Abbiamo sottolineato con forza al curatore l’aspetto dei criteri di scelta, mettendo sul tavolo la possibilità della rotazione, dove, come indicato dalla Cherubini, il curatore ha mostrato apertura… Tra una settimana dovremmo rincontraci per aggiornarci su questo che è uno dei punti fondamentali sul tavolo di una trattativa che vogliamo costruttiva. Oggi è stato un incontro importante, sappiamo che la Regione e le istituzioni locali ci sono vicine, ci ascoltano e valutano con estrema attenzione la situazione e le nostre richieste”. Antonio Pietrilli (Uila Uil), ha chiarito, dietro richiesta dei lavoratori presenti, il motivo per cui le ferie condizionano il sostegno attraverso la cassa integrazione in deroga: “La cassa integrazione viene attivata solo nel momento in cui siano state godute tutte le ferie da parte del lavoratore. Nel nostro caso specifico, essendo stato dichiarato il fallimento di Floramiata e contestualmente l’esercizio provvisorio, dove sono stati richiamati alcuni di voi, significa sostanzialmente che non è possibile goderne. Da qui l’incongruenza che sostanzialmente blocca ambedue gli aspetti (ferie e CIG). La Regione, anche attraverso il Ministero, s’è impegnata sciogliere questo nodo normativo”. Riguardo al sito laziale della provincia di Viterbo, Pietrilli ha informato che “…non può essere attivata attraverso la Regione Toscana; dovrà pertanto esserci un’azione comune tra Regioni. Momentaneamente per i pochi dipendenti del sito laziale, s’è pensato ad una sorta di lavoro part-time a compensazione della mancata attivazione della cassa integrazione.” Alcuni interventi significativi da parte dei lavoratori presenti: le richieste principali sono state sul principio della rotazione (la richiesta è quella che venga adottato a tutti i lavoratori ed a tutti i reparti), e la tutela di coloro inquadrati come avventizi, a cui venga garantita una sorta di disoccupazione agricola dopo il 31 dicembre, quando scadrà quella prevista e, soprattutto, per i tempi del bando, della successiva vendita e della eventuale riassunzione.L’assemblea a carattere informativo di ieri sera, è da ritenersi la prima vera e propria assemblea dei lavoratori, dopo la dichiarazione di fallimento dell’azienda Floramiata. Istituzioni locali e Sindacati sono uniti, come i lavoratori. La Regione cerca, con i propri mezzi, di contribuire al sostegno economico dei lavoratori e delle famiglie coinvolte. Alcuni sono rientrati al lavoro, altri no. Fa differenza, ma poi, in fondo, non così tanta. Ma l’assemblea, è stata anche chiarificatrice della situazione. L’idea di chi scrive, è quella che, almeno a sentire le domande e le riflessioni di questi giorni, non ci sia ancora in tutti, una vera e propria presa di coscienza della situazione. Floramiata Servizi Srl è fallita, i cancelli son chiusi e non è possibile entrare per i lavoratori, a meno di essere richiamati ma non più dal precedente imprenditore, ma dallo Stato Italiano, attraverso un nominato, ovvero il curatore fallimentare. Pur, in esercizio provvisorio, pur con il reintegro di alcune decine di lavoratori, se entro il periodo più volte indicato (sei mesi, appunto), non verrà acquisita da terzi, i lavoratori rimarranno senza lavoro e non avranno ulteriori sostegni economici “in deroga”. Amareggia, dispiace e preoccupa questa triste verità, ma, ad oggi, la situazione è questa. L’idea di una vendita attraverso un bando è un’opportunità, ma non appare ad oggi concretamente fattibile, e a condizioni vantaggiose, entro breve termine. Ci si augura che le Istituzioni (locali e, soprattutto, almeno nazionali) siano le attive protagoniste nella ricerca di seri e liberi imprenditori, concretamente interessati ad acquisire un’azienda con dipendenti preparati ed esperti e che sfrutta un enorme vantaggio nella produzione, il calore geotermico, visto l’abbattimento quasi totale dei costi energetici. Occorre un libero cambio di direzione, libero da vecchie politiche e gestioni imprenditoriali troppo condizionate da esterne vicende. E’ necessario guardare al futuro con atteggiamenti diversi, spezzare catene che continuano a legare una delle più importanti risorse del comprensorio amiatino (e non solo) ad errori evidenti, divenuti storici al punto da essere considerati “normali”, “dovuti”. I lavoratori hanno l’opportunità, oggi, ora, in questo momento, di essere i protagonisti del proprio futuro. Non è il tempo dell’attesa; non è oggi, una vertenza sindacale: oggi è la chiusura di un’azienda a cui, in molti, per più di trent’anni, han dato buona parte della loro vita. E’ una situazione grave, anche conosciuta, per certi versi, attesa. Ed è all’attesa che non si deve guardare; lo sguardo deve andare “oltre”, uno sguardo fiero e non deciso sempre da altri, perché il rischio è che se la portino via, assieme al resto, pur rimanendo lì.]]>