Amiata. Gli operatori di Destinazione Vetta Amiata – Non solo Neve: “Il progetto rischia di saltare, serve una vera coesione”

Amiatanews: Amiata 02/05/2020
Nel comunicato stampa “La “Politica e la burocrazia” al tempo del COVID-19″, la posizione degli imprenditori

La preoccupazione del gruppo di operatori evidenziata in un comunicato stampa diffuso ieri (Venerdì 1° Maggio) è che il tutto possa interrompersi, almeno per quanto riguarda lo stanziamento della seconda tranche, per le posizioni avanzate da parte di sindaci amiatini che, in tempi di emergenza dovuta all’epidemia da Covid-19, vedono più favorevole il fatto che la Regione destini tali risorse a sostegno delle attività del settore turistico e manifatturiero del territorio.
Una possibilità criticata dagli imprenditori del gruppo “Destinazione Amiata Non solo Neve”, che rischierebbe il non stanziamento dei fondi in quanto “…risorse stanziate con capitoli di spesa precisi non utilizzate per quegli scopi tornano al mittente e si perdono”.
 
Su questo, riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma de “Il gruppo di operatori del Progetto “Destinazione Vetta Monte Amiata. Non solo neve…” dal titolo La “Politica e la burocrazia” al tempo del COVID-19″
 che pubblichiamo integralmente.
 

La “Politica e la burocrazia” al tempo del COVID-19

Premettiamo che, ritenendo l’emergenza sanitaria più importante dell’emergenza economica, nei primi giorni del lockdown, ci eravamo fatti una ragione e stavamo in attesa che tutto passasse per poter evidenziare le ns. gravi difficoltà, anche se tra alcuni di noi stava già montando la rabbia (vedi i flash mob di ieri di ristoratori e esercenti bar e pizzerie) che disperati non ce la fanno più a sostenere le spese e i loro esercizi.
Premettiamo che ci eravamo resi conto che ormai eravamo trattati come “cittadini” di serie B e che certe “tutele”, per noi operatori turistici, fossero state dimenticate o messe in fondo alla lista delle attività economiche da proteggere come la ns. riapertura, ultima tra gli ultimi, prevista a giugno.
Sapevamo che, a causa del Coronavirus, l’impatto del lockdown aveva “messo forzatamente” a casa un lavoratore su tre ma per i bar e ristoranti si sfiorava quasi l’80% e che, ieri, ha fatto esplodere il loro “disperato grido d’allarme” con la raccolta delle chiavi degli esercizi e la riconsegna ai Sindaci delle città con l’appello di aiuto concreto per “resistere”.
Siamo abituati a vedere che i nostri problemi e le nostre criticità vengano sempre e comunque dopo tante altre categorie che definiremmo “protette” dalla condizione sociale (dipendenti pubblici, in parte minore dipendenti di settori privati, grandi imprese e altri).
Sappiamo che noi “piccolo esercito di partite iva” abbiamo sempre e comunque solo doveri, burocrazia e mille adempimenti da assolvere.
Abbiamo vissuto, con i nostri commercialisti, in questi giorni, la “guerra” dell’accesso al credito, ai tanti decantati aiuti di stato, che, a tre mesi dalla chiusura erano e, per adesso restano, una chimera per tantissimi di noi.
Abbiamo assistito alla creazione in regione Toscana di quattro tavoli di crisi per il post coronavirus e con nostra grande meraviglia abbiamo constatato che “le montagne” erano state dimenticate. Ma, fiduciosi nelle ns. istituzioni, lo abbiamo fatto presente e siamo sicuri che si potrà procedere nella giusta direzione della correzione della dimenticanza.
Eravamo altresì coscienti e siamo coscienti e solidali che molti di noi con queste regole, questi tempi e soprattutto con la necessaria limitazione del “distanziamento sociale” non saranno in grado di recuperare e superare la crisi e che parecchi di noi, ad autunno, saranno costretti a chiudere per non poter riaprire mai più.
Ci siamo altresì resi conto, con i vari DPCM che, a parte i tanti “proclami” che nessuno sarebbe stato lasciato solo, dopo quasi tre mesi di lockdown, le nostre categorie di piccoli operatori ed imprenditori, non hanno ancora avuto il famoso accesso al credito e molti di noi sono già alla disperazione.
Avevamo superato con difficoltà l’alluvione del luglio scorso che aveva influito sulle medie delle presenze dell’estate scorsa con diminuzioni di percentuali a due cifre; e non basta, a marzo, eravamo appena usciti da una totale mancata stagione invernale con presenze ed incassi inesistenti che aveva già messo a rischio default molte delle nostre aziende che, per incanto, siamo precipitati ad affrontare il lockdown del 9 marzo e il grave momento del COVID 19.
Per quanto possibile abbiamo cercato di affrontare il momento con dignità, restando in silenzio e affrontando i problemi quotidiani delle banche, dei fornitori dei dipendenti, della crisi economica che ha coinvolto le nostre famiglie, stringendo i denti e andando avanti e abbiamo cercato, in punta di piedi, per non disturbare chi era impegnato a salvare vite umane, di condividere con la Regione e i nostri amministratori locali, (sempre impegnati in prima linea a combattere una guerra impari con il coronavirus, sempre presenti accanto ai loro cittadini) le conseguenze del lockdown creando piccole videoconferenze e tavoli “virtuali” per analizzare possibili “scenari” di apertura post COVID 19.
Ed oggi apprendiamo dai giornali e dalle poche notizie che ci giungono (visto il lockdown e l’impossibilità della mobilità), che un lavoro fatto da tanti operatori, associazioni di categoria in circa tre anni di progetti (fatti a ns. spese), viaggi a Firenze per condividere con la Regione il percorso; incontri e tavoli di dialogo, studio e condivisione con le ns. amministrazioni locali viene vanificato dalle “chiacchiere” di pochi. Per cui non regge, almeno per noi poveri cittadini poco esperti di regole e burocrazia, la scusa addotta di non conoscere e condividere il progetto che è stato il più discusso e pubblicizzato degli ultimi tre anni nel ns. territorio con eventi, convegni, servizi televisivi, articoli di giornale, etc. etc. Ma di che parliamo??
Il progetto e lo studio, di tre lunghissimi anni, che prevedevano l’opportunità per il “superamento” della crisi della neve con un cambiamento di prospettive turistiche legate all’outdoor in tutte le sue declinazioni (Bike, cavallo, trekking, Forest-bathing, slow, etc.) ci viene vanificato per non si sa quali “cavilli burocratici” addotti dai sindaci di quei territori che non hanno dato il loro consenso.
Questo finanziamento (secondo di tre tranche), destinato alle due Unioni dei Comuni dell’Amiata, come destinazione economica, è stato concesso a dicembre dalla Regione, discusso a Firenze dai due Presidenti delle Unioni a febbraio dove è stato presentato nel dettaglio il progetto NON SOLO NEVE e ripetiamo concesso e concordato con le Istituzioni regionali a tal fine.
Programma concordato e condiviso nel marzo 2018 al Generale Cantore; ad aprile 2018 presso l’Unione dei Comuni di Piancastagnaio; riconcordato e ricondiviso nel marzo 2019 al Generale Cantore e a dicembre 2019 a Firenze, con incontri e convegni a cui sono stati invitati tutti i rappresentanti delle AA.LL. (vedere inviti Unioni dei Comuni, vedere tutti i servizi televisivi, articoli di giornali e media dei periodi di riferimento). Tre tranche di finanziamento concordate con la Regione Toscana a supporto del progetto “Destinazione Vetta Amiata… Non Solo Neve” che ha visto nella prima tranche di 500ml la realizzazione di una parte di innevamento (ancora in corso di realizzazione con cantieri che ripartiranno appena il coronavirus lo consentirà); la seconda (attuale e di cui si sta parlando) del 2020 prevedeva il recupero dei quattro poli con parcheggi, uffici informazioni, bagni pubblici, sentieri per trekking e bike, realizzazione di sentieri per il forest-bathing, aree per la pratica dello slow horse ed infine l’ultima tranche del 2021 che prevede il collegamento con sentieri di trekking e tracciati per bike tra il cono della parte alta della montagna e i borghi a valle e che in caso di default della seconda non sarà finanziata.
Oltretutto, sanno bene i ns. amministratori, che risorse stanziate con capitoli di spesa precisi non utilizzate per quegli scopi tornano al mittente e si perdono.
Ci chiediamo di conseguenza: chi ci guadagna?
Perché la politica, i nostri amministratori, gli uomini che ci amministrano, invece di fare guerre personali “vestite” da “ragion di stato” (poco evidenti a chi abita fuori dell’Amiata, ma ben chiare a tutti cittadini del territorio) una volta tanto, non smettono di combattere tra di sé e si dedicano al “bene comune”?  Ma perché, anche oggi, in un momento così grave e di bisogno di coesione, condivisione e aiuto da parte di tutti per superare questo brutto momento, dobbiamo “assistere” a questi comportamenti?
Oggi, in un momento così grave e difficile, nell’ottica di una speranza che nel turismo di prossimità e nella ricerca di luoghi naturali come il nostro, si possa trovare il recupero del settore turistico ci sentiamo traditi e abbandonati da quegli amministratori che dovrebbero essere in prima linea a combattere per noi e con noi, invece vanificano e distruggono tutto il lavoro fatto negli ultimi tre anni da tutti noi e da tutti quei giovani che credono nel futuro della loro terra e della loro montagna ma anche per tutte quelle aziende che dietro al comparto turistico di bar, ristoranti, alberghi, impianti etc. trovano la loro ragion d’essere (dalle botteghe, ai produttori di prodotti tipici, alle associazioni sportive di bike, sci, trekking, etc.).
Speriamo veramente che prevalga il buon senso e che finalmente tutti si assumano le proprie responsabilità, non verso i partiti che rappresentano ma verso il loro popolo dell’Amiata che ha bisogno di certezze e collaborazione per condividere il difficile percorso che ci porterà tutti uniti fuori dal tunnel.
Monte Amiata, 1° maggio 2020 “Festa del Lavoro” (anche la nostra!!)
 
Il gruppo di operatori del Progetto “Destinazione Vetta Monte Amiata. Non solo neve…”

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