Amiata GR. Si punta sull'innovazione per il rilancio del settore rurale

Sono ben cinque i progetti presentati attraverso il bando regionale volti all’aumento della produttività e della sostenibilità in agricoltura Dopo un lavoro durato alcuni mesi con incontri con molte aziende del territorio si è chiuso a Marzo il bando regionale per la presentazione di progetti strategici volti all’aumento della produttività e della sostenibilità in agricoltura, che ha visto un’importante partecipazione delle aziende dell’Amiata, segno della vitalità e della voglia di mettersi in gioco e di rinnovarsi di tutto il comparto. Strutturato secondo la formula dei Gruppi Operativi, che prevedono l’affiancamento delle aziende agricole a enti di ricerca, pubblici e/o privati, e a soggetti che operino il trasferimento tecnologico e la formazione, lo studio delle proposte progettuali ha trovato, nelle realtà territoriali, i principali attori e promotori delle proposte. Il CERTEMA scrl, Polo Tecnologico di Grosseto e riferimento del territorio per l’innovazione, è stato il motore di questo processo che ha visto le associazioni dell’Amiata (Castagna del Monte Amiata IGP, Genomamiata, Consorzio Olio di Seggiano DOP, Consorzio Forestale dell’Amiata) e lo studio AGRICIS di Sasso d’Ombrone lavorare insieme ai principali centri di ricerca della Toscana e del Lazio (Università di Firenze – DISPA, Università di Pisa DISAA-a, CNR-IBBA di Pisa, ISIS Leopoldo II Lorena di Grosseto (CRISBA), PIN Soc. Cons. A.r.l. – Servizi didattici e scientifici per l’Università di Firenze, Consorzio Interuniversitario Nazionale per  la scienza e la tecnologia dei materiali di Firenze – ISTIM, Università della Tuscia – DAFNE, Università della Tuscia – DIBAF, Next Technology Tecnotessile di Prato), nella definizione e messa a punto delle molteplici progettualità presentate. Immagine ripresa da opus-automazione.it “E’ stata un’esperienza estremamente interessante – ha commentato il direttore del Certema Stefano Petrella – che dimostra come il Certema sia, sempre di più, un punto di riferimento territoriale per l’innovazione e il trasferimento tecnologico in tutti gli ambiti produttivi” Le proposte di innovazione si sono concentrate su cinque temi principali: la conservazione e valorizzazione della biodiversità, lo sviluppo di nuovi prodotti agroalimentari a forte connotazione territoriale, l’aumento di produttività e redditività delle aziende agricole, la raccolta e il riutilizzo degli scarti di produzione anche in settori diversi da quello agricolo, lo studio e l’apertura di nuovi mercati; ed hanno interessato i settori della castagna (FORECAST e CASTAMBIEN), dei prodotti tradizionali (AGRENO), delle attività forestali (BIOACTAM), dell’allevamento e del caseario (FORMAGGI DI RAZZA). Non meno importanti saranno le attività di formazione e divulgazione collegate ai cinque progetti. Curate dalle agenzie formative: Coop Heimat, CIA Toscana, Centro Studi di Firenze, Cipa – At di Grosseto e Toscana Formazione; in caso di approvazione, promuoveranno la conoscenza e la diffusione dei risultati acquisiti permettendo alle imprese di trarre vantaggio dalle innovazioni studiate e attirando nuovi investimenti. “Il bando PS GO – afferma Lorenzo Fazzi Presidente dell’Associazione per la Valorizzazione della Castagna del Monte Amiata iGP – ha rappresentato una prova importante di cooperazione e collaborazione tra le realtà territoriali, che dimostra come l’integrazione trasversale tra le attività dell’Amiata sia terreno fertile per lo sviluppo e l’innovazione in campo agroalimentare”.


Vediamo i cinque progetti presentati che toccano prodotti e problematiche differenti AGRENO Progetto per mettere appunto e sperimentare un condimento antico, oggi scomparso: l’agresto, tipicizzandolo sull’Amiata grazie ad erbe spontanee locali e a vitigni antichi. Il progetto nato con il Prof. Giancarlo Scalabrelli, vuole ulteriormente ampliare la sperimentazione e innovare. Capofila del progetto è l’impresa di produzione liquori Lombardi & Visconti di Abbadia San Salvatore, con il coinvolgimento di aziende vitivinicole del Montecucco e del Brunello di Montalcino come, Salustri e Podere Giardino, con l’orto botanico aziendale di Fonte Magria ad Abbadia San salvatore e la ditta di cosmetici Qualiterbe di Pitigliano. FORECAST Capitanato dall’Associazione per la Valorizzazione della Castagna del Monte Amiata IGP, vede la presenza centrale della cooperativa di produttori castanicoli PROCAAM, assieme ad aziende castanicole come, Fazzi Mirco, Roberto Ulivieri e Francesco Monaci. Il progetto si occupa delle problematiche attualmente presenti nel settore, ed in particolare delle contaminazioni da funghi produttori di micro-tossine ed dell’alta incidenza di danni da marciume sulle castagne, e la scarsa capacità di individuazione e selezione del prodotto difettato, che si traducono in una ridotta produttività e in una amplificazione dei danni da marciume, viste i poco efficaci metodi tradizionalmente adottati. Per fornire una risposta alle problematiche della filiera e garantire castagne salubri e di qualità, il progetto FORECAST punta alla riduzione dell’incidenza e della formazione del marciume sul frutto, sia esso in campo o in stoccaggio e l’aumento dell’accuratezza e dell’igiene del sistema di selezione del frutto difettato nei sistemi di confezionamento. Più nel dettaglio, le attività consisteranno in: lo sviluppo di protocolli per il trattamento dei castagni in pieno campo e del frutto raccolto con metodi a impatto zero di comprovata efficacia, quali la bio-fumigazione con prodotti a base di Brassicaceae o trattamenti endoterapici in pianta con induttori di resistenza quali il fosfito di potassio; lo studio e l’introduzione delle “buone pratiche” per la gestione delle castagne in tutte le sue fasi, dalla raccolta, alla conservazione e stoccaggio pre-commercializzazione; l’innovazione del processo di selezione e scarto del frutto, che attualmente si basa sull’ispezione visiva e la cernita manuale, con l’integrazione di metodiche di analisi spettrofotometrica nel vicino infrarosso per il riconoscimento non distruttivo di danni visibili e occulti del frutto con un prototipo di impianto selezionatore automatico. castagna_igp_amiata_01 CASTAMBIEN Prende in considerazione il possibile utilizzo di prodotti e sottoprodotti della filiera castanicola per la realizzazione di nuovi prodotti ed estratti al fine anche di aumentare la competitività e diversificazione dell’attività agricola e forestale. In particolare, il progetto prevede l’utilizzo di prodotti derivati della castagna per la realizzazione di prodotti da forno tipici dell’area amiatina, quali biscotti salati tradizionali e con l’aggiunta di anice. Oltre all’impiego di prodotti derivati da castagna, il progetto prevede la realizzazione di nuovi estratti stabilizzanti per il settore food, ottenuti da foglie, ricci e pellicola di castagna. In particolare, si prevede la valutazione dei nuovi estratti per la stabilizzazione di una bevanda e prodotti da forno per biscotti e barrette energetiche. Il progetto capitanato dal Gruppo Mauro Saviola S.r.l con sede a Radicofani, vede anche la partecipazione delle Aziende Fazzi Fulvio e Tiberi Massimo, oltre che della Coop Biofan. FORMAGGI DI RAZZA. Il progetto, con Capofila Genomamiata, nell’ottica di contrastare la riduzione della biodiversità domestica animale e supportare le razze autoctone in via di estinzione, si propone di sviluppare due linee di intervento, rispettivamente indirizzate a: lo sviluppo e l’introduzione di nuovi prodotti caseari (formaggi e yogurt), che possano affiancarsi sinergicamente alle attuali applicazioni economiche rivolte al mercato della carne; il recupero economico della lana, che oggi rappresenta un costo d’impresa. Le produzioni casearie per le razze in oggetto costituiscono un’importante e innovativa fonte di aumento della redditività degli allevamenti, in quanto, nonostante limitate esperienze pregresse (Pecora Amiatina), le razze in questione vengono utilizzate prevalentemente per la carne (Pecora dell’Amiata e Vacca Maremmana) o come elemento di supporto all’agriturismo per trekking, fattoria didattica e agricoltura sociale (Asino dell’Amiata). Partecipano al progetto le aziende agricole Bindi Elisa e Franceschelli Graziano che ha anche il caseificio Fonte Mozza, assieme al Parco Faunistico dell’Amiata. BIOACTAM presentato con capofila il Consorzio Forestale e con la partecipazione del Consorzio Olio Seggiano DOP, prevede di sviluppare e validare una nuova generazione di prodotti, basati sulla pirolisi parziale di biomasse ligno-cellulosiche derivanti da attività forestali, agro-forestali e agronomiche. In particolare si punterà nella produzione di biochar (carbone vegetale) prodotto con gli scarti provenienti dal recupero di oliveti e lavorazioni forestali. Il biochar prodotto sarà impiegato nei settori vivaistico agricolo e cosmetico, mirando ad aumentare la fertilità dei suoli, a una mitigazione dei cambiamenti climatici e un concreto sviluppo delle green technologies. La sperimentazione dell’utilizzo del biochar come ammendante nel settore vivaistico ed agrario e il monitoraggio della fertilità del “sistema suolo” mediante indicatori microbiologici e come base per cosmetici, sarà preceduta dalla messa a punto di un prototipo di forno di carbonizzazione 4.0. Questo progetto che interessa tutta la Maremma, vede coinvolte tre aziende agricole: Il Frantoio del Parco, cooperativa che gestisce gli oliveti del Parco della Maremma, Federico Comandi di Gavorrano e Bussolino Roberta di Seggiano, ma anche la Segheria Vinciarelli di Saragiolo e la Qualiterbe di Pitigliano. I cinque progetti prevedono anche interventi di prototipazione meccanica e tecnologica che sarà realizzata da Roggi S.r.l., B&C Technosystems S.r.l. e da Certema S.c.ar.l., tutte con sede a Borgo Santa Rita – Cinigiano (GR).
Fonti Comunicato stampa Giovanni Alessandri – Studio AGRICIS Studio del 28/03/2018 ]]>

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