Cambia in Toscana la geografia dei comuni secondo lo studio Irpet. Piancastagnaio unico comune dell’Amiata senese. Proprio in questi giorni, in seguito all’articolo apparso domenica 18 ottobre sulle pagine fiorentine del Corriere della Sera (Corriere Fiorentino), dal titolo “Un’altra Toscana, con 50 comuni” , firmato da Mauro Bonciani e Marzio Fatucchi, fa discutere il rapporto Irpet 2013, che ridisegna la geografia della regione, riducendone i comuni al numero essenziale di cinquanta. La pagina del Corriere offre una chiarissima carta dei nuovi confini amministrativi della regione toscana, con tanto di numeri e di nomi dei comuni corrispondenti. Uno scenario sicuramente sconvolgente per chi è intimamente legato al proprio campanile e per nulla al mondo lo cambierebbe, magari con quello del comune limitrofo. Per quanto riguarda i comuni dell’Amiata senese, balza immediatamente all’occhio il numero 31, che indica Piancastagnaio, mentre il comune di Abbadia San Salvatore si è come volatilizzato. Quanto al resto dell’Amiata, sparisce anche Arcidosso, mentre si vengono a creare i due mega-comuni di Santa Fiora e di Castel del Piano. La unione dei comuni Amiata Val d’Orcia risulterebbe costituita semplicemente dagli enti sopravvissuti di Piancastagnaio e San Quirico d’Orcia, mentre la provincia di Siena potrebbe continuare a vantare le sole amministrazioni comunali di Chiusi, Montepulciano, Montalcino, San Quirico d’Orcia e Sinalunga. Non è una boutade, ma uno studio molto serio su una possibile riorganizzazione amministrativa, una volta scomparse le province, per rafforzare i comuni, per ridurre la loro distanza dalla regione e anche per risparmiare la bella somma di 400 milioni di euro di spese. La nuova geografia è stata redatta sulla base dello studio Istat sui “sistemi locali di lavoro”, su quelle aree, cioè, del pendolarismo quotidiano di donne e uomini, relativamente al lavoro, alla casa, alla scuola, al tempo libero. ]]>