Amiatanews (Marco Conti): Campiglia d’Orcia 25/10/2018
Domenica 27 Ottobre la 42^ edizione. La sfida tra i Rioni “Agitati”, “Borgassero” e “Dentro” in una sfida tutta da scoprire
Torna, puntuale, la Festa del Marrone a Campiglia d’Orcia, nell’ultima domenica di Ottobre. La manifestazione, che ha fatto conoscere ed apprezzare il delizioso paese alle pendici del Monte Amiata a tante persone, nacque con l’intento di valorizzare un prodotto di nicchia, ma assai rinomato, quale è – appunto – il marrone campigliese.
Nel 1978 i dirigenti della Pro Loco di allora, fra i quali ricordiamo Giuliano Lippi, insieme al parroco don Antonio Bartalucci, ritennero che innescare un po’ di sana competizione avrebbe potuto giovare alla causa: così il paese fu suddiviso nei tre Rioni, Agitati, Borgassero e Dentro, che tutt’oggi animano l’appuntamento, proponendo temi di carattere storico-culturale, attualità, narrativa o fantastici che si concretizzano con vere e proprie scenografie animate, figuranti in abiti d’epoca o in
costumi antichi (a seconda del tema rappresentato).
I visitatori possono esprimere la loro preferenza, ritirando all’arrivo nella centrale piazza della Fontemaggiore una scheda, che dovrà essere fatta vidimare in ogni rione e riconsegnata con il voto espresso.
Al termine delle giornata un numero di voti analogo a quelli espressi dal pubblico, viene gestito da una giuria speciale: la somma dei voti popolari e di quelli dei giurati decreta il rione vincitore, al quale il sindaco del comune di Castiglione d’Orcia, Claudio Galletti, consegnerà il trofeo messo in palio dall’Amministrazione.
Agli allestimenti si unisce l’aspetto gastronomico, con la possibilità di degustare a pranzo ed a cena menù a base di piatti tipici locali innaffiati da buon vino; negli spazi allestiti da ciascun rione una miriade di dolci prevalentemente a base di castagne e le caldarroste cotte in grandi padelle saranno ulteriori “ingredienti” della giornata. L’impegno profuso per la buona riuscita della manifestazione è notevole, considerate le poche centinaia di abitanti residenti, ai quali per fortuna si aggiungono aiuti dai paesi vicini ed anche molti “rientri” di campigliesi emigrati e sparsi lungo la Penisola, che tornano volentieri per dare una mano.