LA 7^ gara del circuito “Tuscany Trail Crossing”, Domenica 27 Agosto toccherà le frazioni di Vivo d’Orcia, Bagni di S. Filippo e Campiglia d’Orcia. Tutto pronto per l’Ecomezza delle Acque, la settima gara del circuito “Tuscany Trail Crossing”, delle dodici del circuito. L’appuntamento è per le 9.15 di Domenica 27 Agosto per la partenza al Vivo d’Orcia per un circuito, frutto della volontà delle Pro-Loco delle frazioni di Vivo d’Orcia, Campiglia d’Orcia e Bagni San Filippo, condivisa e attuata con gli organizzatori del Tuscany Crossing (la 100 km della Valdorcia) e UISP, che usano le gare podistiche per promuovere il territorio attraversarlo a piedi, camminando o correndo. Ecomezza delle Acque, che vede il patrocinio del Comune di Castiglione d’Orcia, promuove quindi le bellezze di un territorio, patrimonio UNESCO, ricco delle acque calde termali e delle fresche sorgenti, attraverso una gara podistica di circa 22 km che unisce idealmente questi percorsi delle acque con i meravigliosi panorami della Valdorcia e dell’Amiata, Oltre al circuito running, anche quello di una passeggiata di 6 o 10 Km Il percorso si snoda tra questi tre paesi:
- Le fresche sorgenti del Vivo d’Orcia riforniscono tutt’ora la provincia di Siena e la Val di Chiana, il luogo dove sgorgano è una bellissimo bosco di faggi e castagni, il paese nasce intorno all’Eremo di San Romualdo il quale aveva scelto questo luogo , descrivendolo come: “selvaggio e magnifico, una piccola altura protesa al limite fra il regno del faggio e quello del castagno, pochi metri pianeggianti presso una stretta sinuosa, improvvisa, dalla quale scaturivano con fragore di tuono due grosse e travolgenti polle d’acqua gelate”.
- Le calde acque di Bagni San Filippo invece fuoriescono dal suolo alle pendici dell’Amiata, e anche questo è un luogo magico: prende il nome da San Filippo Benizi che nel secolo XIII – secondo la tradizione – si rifugiò in questi luoghi. Si narra infatti che il cardinale Ottaviano degli Ubaldini per superare le difficoltà del conclave di Viterbo (1268-1271), riunitosi dopo la morte di papa Clemente IV, propose ai cardinali l’elezione al papato di Filippo, priore generale dei Servi di Maria. Il santo, saputa la notizia, rifiutò questo onore e responsabilità, lasciò Viterbo e si nascose sul Monte Amiata per circa tre mesi. Nella seconda metà del Quattrocento alcuni testi agiografici dei Servi di Maria (per esempio fra Paolo Attavanti, Paulina praedicabilis, Siena, 1494) narrano che Filippo si ritirò in una grotta di questo luogo, e come Mosè, percosse con il suo bastone una roccia da dove scaturì miracolosamente una fonte di acque curative che poi divennero i Bagni di San Filippo. Oggi è una località termale (acque sulfuree) piccola ma suggestiva per la presenza di depositi calcarei che formano bianche concrezioni di carbonato di calcio e di cascatelle, lungo il “fosso bianco” dove si trova l’imponente formazione calcarea della Balena Bianca.
- Infine Campiglia d’Orcia un abitato altomedievale che si sviluppa fra il Poggio dello Zoccolino e la Valle dell’Orcia. I primi insediamenti umani risalgono al 973 d.C. ed ancora oggi l’assetto di Campiglia d’Orcia conserva l’impostazione ricevuta prima dell’anno Mille: quattro strade ad andamento anulare, collegate fra loro da vicoli trasversali. Il nome deve le sue origini ai boscaioli, contadini e cacciatori: “gensque virum trucis et duro robore nata” (una stirpe di uomini nata dai tronchi del duro rovere). Il paese sorge alle pendici di una formazione calcarea sulla cima della quale fu posto un campanile, accessibile tramite un sentiero. Da lassù si ha una spettacolare visione dell’intera Val d’Orcia e di buona parte dell’Amiata Senese