Amiatanews (Daniele Palmieri): Castiglione d’Orcia 05/07/2019
Improvvisa la chiusura per “inagibilità” dal 3 al 13 luglio. E’ davvero inagibile ?
Rispetto all’improvvisa chiusura per “inagibilità” dal 3 al 13 luglio dell’ufficio postale di Castiglione d’Orcia, con il suo modo di fare simpatico e arguto, un personaggio castiglionese, scomparso alcuni anni or sono, avrebbe osservato che “Qui c’è del buio”.
La mattina del 3 luglio, infatti, è comparso come un fulmine a ciel sereno, sulla porta dell’ufficio postale, il laconico avviso, a seguire il quale sono indicati come più prossimi aperti tutti i giorni feriali l’ufficio postale di San Quirico d’Orcia e, con apertura anche pomeridiana, quello di Abbadia San Salvatore (in questo periodo è però chiusa al traffico per lavori anche la strada più breve per raggiungere il centro amiatino, quella che transita per Vivo d’Orcia).
Il fatto che non siano state date preventive informazioni, né al pubblico e tantomeno al Comune, ha fatto andare su tutte le furie il sindaco Claudio Galletti; il primo cittadino ha inviato subito una missiva dai toni decisi ai vertici regionali e provinciali di Poste Italiane per chiedere conto della chiusura, che crea non pochi disagi, stante anche la mancanza di banche, dopo la chiusura, nell’ordine, prima dello sportello CRAS e poi di quello del Monte dei Paschi di Siena. I funzionari interpellati, a quanto risulta, oltre a scusarsi per la situazione venutasi a creare, hanno assicurato che i servizi postali rimarranno nel capoluogo comunale così come erano assicurati in passato e sarà finalmente installato il “Postamat”, apparecchio richiesto da tempo. Ma cosa può essere accaduto? Le voci, anche sui social, si rincorrono. C’è chi ha collegato la temporanea chiusura al fatto che sia stata collocata a riposo proprio dal 2 luglio l’impiegata che a lungo ha prestato servizio a Castiglione e vi sarebbero state difficoltà in periodo feriale a reperire personale. Più realisticamente c’è chi ha osservato come all’esterno dell’ufficio posto all’angolo fra Borgo Vittorio Emanuele e Piazza IV Novembre – non vi siano tracce visibili e movimenti tali da far supporre l’esistenza di un “cantiere” – per quanto di modeste dimensioni potesse essere – per lavori di consolidamento o ristrutturazione. Altre voci riferiscono di problemi insorti al momento del rinnovo del contratto di affitto dei locali, in scadenza, anche in relazione a talune assicurazioni di cui i locali dovrebbero essere dotati proprio per ospitare il “Postamat”, le cui spese però dovrebbero accollarsi i proprietari dell’edificio e non il soggetto locatario. Se questo rispondesse al vero, è dunque possibile, per non dire probabile, che l’ufficio riapra i battenti in altri spazi, forse già reperiti o forse ancora da trovare. in tal caso, però, i dieci giorni di chiusura potrebbero non essere sufficienti e Poste Italiane dovrà necessariamente mettere in campo soluzioni alternative (come un ufficio mobile), alle quali ha fatto indiretto riferimento anche il sindaco, per assicurare un servizio che è sicuramente classificabile come di pubblica utilità.