Un nuovo riconoscimento in pochi mesi dopo il manoscritto sulla propagazione dei terremoti pubblicato da Scientific Reports Certema, il laboratorio tecnologico multidisciplinare ad accesso aperto della provincia di Grosseto è ancora una volta protagonista di un importante studio al fianco dell’Università di Roma La Sapienza, del CNR, Consiglio nazionale delle ricerche e dell’INGV, l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma: si tratta di indagini microstrutturali su rocce di faglia per comprendere i meccanismi che hanno favorito la propagazione del movimento durante il terremoto di Amatrice e Norcia dello scorso anno. Il lavoro è stato pubblicato su Tectonophysics, prestigiosa rivista internazionale delle scienze della terra. Gli autori della pubblicazione sono: Luca Smeraglia, del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Università La Sapienza di Roma; Andrea Billi, del Consiglio Nazionale delle Ricerche IGAG di Roma; Eugenio Carminati del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università La Sapienza di Roma e del Cnr; Andrea Cavallo del Laboratorio Certema di Cinigiano (Gr); Carlo Doglioni, del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ingv, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma. Per Certema si tratta della seconda pubblicazione scientifica nel giro di pochi mesi, dopo il manoscritto sulla propagazione dei terremoti pubblicato da Scientific Reports, rivista on line di Nature. Nell’ambito di questo nuovo lavoro sono stati ricercati i meccanismi che possono aver favorito lo scivolamento tra i corpi rocciosi che ha generato il terremoto di Amatrice. “Il 14 settembre scorso – spiega Stefano Petrella, direttore del Laboratorio Tecnologico Certema – i nostri ricercatori hanno partecipato alla campagna di campionamento di rocce esposte dal sisma del 24 agosto 2016 sul piano di faglia del Monte Vettoretto, da cui sono stati prelevati 6 campioni, successivamente trasferiti al Certema per le indagini microscopiche e microanalitiche. La capacità di analisi subnanometrica del microscopio presente in Certema ha fatto emergere la presenza di minerali argillosi disposti in livelli micrometrici paralleli al piano di faglia e con una struttura simile a nanosfere e nanotubi, ascrivibile alle condizioni di alta temperatura che, per attrito, si verificano durante il sisma. La particolare forma assunta da queste argille ha reso possibile un’interpretazione genetica del fenomeno fornendo un importante contributo alla comprensione dello stesso.” Il link alla rivista scientifica: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S004019511730197X
Fonti. Comunicato stampa Arca Srl del 04/07/2017 ]]>