Amiatanews: Siena 06/03/2020
Oggi con la psicologa Elena Lorenzini parleremo del virus che imperversa nel nostro paese e nelle nostre paure. In particolare pensando ai bambini e a cosa dire loro del Coronavirus e del motivo per cui per un po’ di giorno non andranno alla scuola.
Perchè è importante far partecipi i bambini di ciò che stanno vivendo?
In queste ore di continue informazioni ed istruzioni che variano di continuamente non dobbiamo dimenticare che il mondo dei nostri bambini è legato a quello degli adulti. È dunque dovere di tutti noi, non solo dei genitori, porre attenzione per rispettare e orientare chi ha meno strumenti per comprenderne la complessità della situazione e aiutarlo a vivere senza ansie eccessive.
Come possiamo rivolgerci ai bambini per spiegargli questo particolare momento?
Come psicologa e come mamma credo che sia importante dare un senso alle modifiche che per loro sono importanti: la chiusura delle scuole, degli asili, l’impossibilità di recarsi in luoghi di svago a loro cari ( sport, musica);
Quali parole dovremmo usare?
I bambini comprendono la situazione partendo da ciò che gli diciamo e da come glielo diciamo. È quindi importante dare informazioni chiare e semplici senza agitarsi o con stati d’animo legati al panico; non bisogna semplificare ma piuttosto si deve articolare con un linguaggio semplice e con esempi pratici, perché fino alla preadolescenza i bambini comprendono ciò che è concreto e reale.
Ad esempio cosa potremmo dire loro?
Possiamo dire ai bambini che il coronavirus è una grossa influenza che può far ammalare i polmoni e quindi potremmo respirare male e quindi in questi giorni non si va a scuola perché se un bambino si ammala può facilmente trasmettere la tosse ed il raffreddore agli altri. Ma vedrai che tutto tornerà come prima e si risolverà!”
L’idea è quello di mandare un messaggio di speranza che aiuti a comprendere che il sacrificio fatto oggi ( scuole chiuse, lavarsi le mani molto spesso non andare a fare sport) ci aiuterà a stare meglio
Come possiamo far capire l’importanza di certe regole igieniche, come lavarsi le mani?
Io utilizzerei i libri che parlano del lavarsi le mani o dell’igiene o magari un video tratto da Biancaneve e i sette nani, che può aiutare a comunicare ai più piccoli l’importanza di lavarsi le mani. C’è una scena del film dove si vede Biancaneve che insegna ai nani l’importanza del lavarsi le mani e che non è una cosa noiosa come loro vedono (https://www.youtube.com/watch?v=NcbXqSR1LmA) o, in alternativa, usare i fumetti nati dall’idea dei pediatri di famiglia: un poster rivolto direttamente ai bambini: un fumetto e 7 regole sui corretti stili di vita e di igiene utili a ridurre il rischio di contrarre il virus, scritte con un linguaggio semplice e chiaro che è disponibile nei vari studi medici.
Un ultimo pensiero rispetto a questo argomento?
Io credo che chi è adulto oggi abbia vissuto da bambino o adolescente il periodo del disastro di chernobyl (1986) e quindi abbia memoria di cosa succedeva in quei giorni, nei quali era sconsigliato di stare all’aria aperta, non potevamo giocare fuori o mangiare le verdure o la frutta e prendere il latte, inoltre c’era uno stato di allerta generalizzato; ecco credo che ricordarsi questo già ci potrebbe aiutare a comprendere cosa possono provare i bambini di oggi e aiutarli a rassicurarli come a suo tempo fecero i nostri genitori con noi.