Nel mistero del primo Natale, però, c’è una grande condivisione di amore; solo coloro che non contano niente, possono scrollarsi di dosso quella patina antica di egoismo ed egocentrismo. Per chi vi scrive, uno dei momenti ormai diventato quasi un rito nella Vigilia di Natale, quando si avvicina un po’ di tempo per restare solo nella mia camera a riflettere indisturbato, in maniera molto serena, è quello di rileggere qualche poesia o pagina natalizia, che mi ha colpito fin dall’infanzia. Vi premetto, che normalmente è una poesia di Giuseppe Ungaretti, a cui mi sento molto legato, dal titolo appunto di “Natale”, ma anche qualche racconto di “Natale in trincea”, nella prima grande e dolorosa Prima Guerra Mondiale. Non può mancare assolutamente il “Cantico di Natale”, di Charles Dickens, piccolo capolavoro, che narra la trasformazione di un vecchio spilorcio e avaro banchiere di un paesino inglese, in un uomo nuovo che, ripensando alla sua vita vuota, in una notte particolare come quella di Natale, capisce che la solitudine egoistica non paga l’esistenza di una vita. In fondo, Ebenezer Scrooge, deve arrivare a pensare agli altri, ai trapassati, per poter poi pensare amorevolmente ai presenti, a quelli che incontra tutti i giorni nella sua vita. L’egoismo, come forma di avidità individuale, è forse un’altra delle piaghe della nostra società. Egoismo degli Stati e delle Nazioni, egoismo che frena i più elementari diritti dell’uomo che non possiede nulla, che non può chiedere perché schiacciato dalle prerogative di un mondo sempre più globalizzato, indifferente e veloce, dove, chi rallenta è destinato a soccombere. A Natale, si rischia di essere egoisti, ricordandosi di quelli che durante l’anno non vediamo; così, giusto per metterci la coscienza a posto. E’ quello che diceva il filosofo Zygmunt Bauman: “Oggi, ascoltare che amiamo, dedicare il nostro tempo ad amare l’altro nei momenti difficili, andare incontro ai suoi bisogni e desideri, più che ai nostri, è diventato superfluo; comprare regali in un negozio è più che sufficiente a ricompensare la nostra mancanza di compassione, amicizia ed attenzione.” Nel mistero del primo Natale, però, c’è una grande condivisione di amore; solo coloro che non contano niente, possono scrollarsi di dosso quella patina antica di egoismo ed egocentrismo. Natale, con il suo grande significato, torna ogni anno a ricordarci, che in un mondo lacerato da odi e discordie, conta solo l’amore.]]>
"Dieci Lettere" per un Buon Natale: "E" come egoismo
- Autore dell'articolo:Redazione
- Articolo pubblicato:20/12/2016
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