Amiatanews (Marco Conti): Firenze 30/01/2019
A favore PD e LeU, astenuti Forza Italia e Lega, contrari Cinque Stelle, Sinistra Italiana e Gruppo Misto.
Geotermia Sì: “Occorre perseverare affinché il Governo proceda al ripristino degli incentivi! La mobilitazione del Movimento Geoatermia Sì, proseguirà”
Dopo l’approvazione di questa mattina da parte del Consiglio Regionale, della nuova legge sulla geotermia, iniziano a giungere in redazione le prime reazione su un documento che va sostanzalmente a disciplinare le modalità di assegnazione delle concessioni e l’autorizzazione degli impianti, nonché le modalità di impiego delle risorse che derivano dalla attività.
“È stata raggiunta una tappa importante verso una seria regolamentazione della materia e verso l’obiettivo di conciliare ambiente e lavoro! – scrive il coordinatore Domenico Cannistraro di “Geotermia Sì”, il movimento che da mesi si batte a favore dello sviluppo geotermico in toscana, costituito da liberi cittadini e imprenditori che ha visto la partecipazione attiva degli amministratori locali dei comuni geotermici – Auspichiamo tempi altrettanto rapidi per la stipula del protocollo tra Enel e Regione, che possa consentire la ripresa dei lavori e delle attività di sviluppo nei territori geotermici.”
“A questo punto occorre perseverare affinché il Governo proceda al ripristino degli incentivi! La mobilitazione del Movimento Geoatermia Sì, proseguirà per il raggiungimento di questo fondamentale obiettivo!”, conclude Cannistraro – Geotermia Sì.
Fra le novità della legge approvata che ha visto il voto favorevole di PD e LeU, le astensioni di Forza Italia e Lega e il voto contrario di Cinque Stelle, Sinistra Italiana e Gruppo Misto, l’introduzione dei prerequisiti per l’apertura di impianti, con lo scopo di mitigazione ambientale: vengono richieste le migliori tecnologie e modalità di gestione disponibili, l’implementazione di un sistema di monitoraggio della qualità dell’aria e del funzionamento degli impianti, il corretto inserimento paesaggistico di questi ultimi nei territori. Per quanto riguarda invece lo sviluppo economico, si richiedono la presentazione di progetti che abbiano positive ricadute sociali e occupazionali. Si punta poi a garantire la massima utilizzazione possibile dell’energia residua, assicurandone l’impiego di almeno il 50 per cento di quanta prodotta annualmente, nonché dell’anidride carbonica emessa, in una percentuale pari ad almeno il 10 per cento.