“Non è pulita né rinnovabile.” I movimenti contrari a questo tipo di sviluppo energetico confermano la propria posizione attraverso i media. Lo scorso 1° Dicembre la manifestazione a Larderello di “Geotermia Sì” Attraverso un “avviso” su La Repubblica di ieri, Martedì 4 dicembre, diffuso anche attraverso i social network, “Rete NoGESi” , “SOS Geotermia”, “Comitato Ambiente Amiata”, “Comitato Tutela Territorio Roccalbegna”, “Comitato Difensori della Toscana”, “Comitato per Radicondoli”, “Comitato No Geotermia Valdera”, “I Cittadini Toscani”, ovvero i Comitati* contrari alla geotermia elettrica industriale, tornano a farsi sentire relativamente la propria posizione sulla bozza di Decreto (FER1 – Fonti Energie Rinnovabili), che si sta avviando verso la fase finale di discussione, anche in queste ore oggetto di approfondimento (emendamenti) da parte delle stesse forze di governo. Una bozza, dove sembra evidente la scelta di non riconoscere la geotermia come fonte energetica rinnovabile, di conseguenza non più da sostenere attraverso gli incentivi governativi. Una situazione che preoccupa non solo le Amministrazioni dei Comuni geotermici tradizionali delle provincie di Pisa, Siena e Grosseto e la stessa Regione Toscana, ma anche quegli imprenditori e cittadini dei comuni geotermici favorevoli a questo tipo di sfruttamento per la produzione del calore ai fini civili e industriali (elettricità e teleriscaldamento). Bisogna ricordare, che gli impianti in essere, le cui concessioni sono scadranno nel 2024, non sono in discussione; come gli attuali incentivi per le imprese e le somme versate alle Regioni. Riportiamo il testo dell’avviso (pubblicato pochi giorni dopo la manifestazione di “Geotermia Sì” tenutasi a Larderello lo scorso 1° Dicembre), che ripercorre i principi guida della contrarietà verso la geotermia elettrica, da sempre espressa dai Comitati.
La pubblicazione è dunque sui media all’indomani della manifestazione di “Geotermia Sì” che si è tenuta lo scorso 1° Dicembre a Larderello, nel territorio comunale di Pomarance, località “simbolo”, dove nei primi decenni dell’800 iniziò a svilupparsi lo sfruttamento e utilizzo della risorsa geotermica. Una manifestazione (vengono indicati circa 2000 partecipanti), che ha visto presenti, per la prima volta unite, le Amministrazioni dei Comuni geotermici, coi loro sindaci tra cui, per rimanere sull’Amiata, quelli di Piancastagnaio (Si), Arcidosso (Gr) e Santa Fiora (Gr); con loro, le rappresentanze sindacali della CGIL-CISL e UIL oltre a imprenditori e altre rappresentanze della cosiddetta società civile: tutti apertamente dichiarati contrari all’eventuale decisione del governo di non considerare più tra le risorse rinnovabili quelle geotermiche e alle stesse tematiche di senso opposto portate avanti da molti anni, dai Comitati. Una situazione, ancora a divenire che potrebbe riservare importanti novità, possibili, per così dire, anche nelle prossime ore, vista l’evoluzione delle cose. Sono già presenti emendamenti presentati da forze politiche al governo; si tratta di una bozza e quindi ancora non vi è nulla di definitivo. Sicuramente nessuno è o starà fermo, ognuno dal proprio conto. Sono previsti incontri anche tra gli amministratori locali, incontri con Regione e, probabilmente, anche a Roma. I movimenti a favore del “Si” e del “No” sono in fermento e in piena attività, pur nell’attesa. In qualunque maniera si possa vedere, al di là di “fake news”, “batti e ribatti sui social” e, soprattutto delle scelte governative, ci saranno ripercussioni su questi territori, in Toscana e nell’indotto che va ben oltre confine. Due facce della stessa medaglia dal nome “geotermia”. Si vedranno gli sviluppi. Nelle foto di Marco Conti – Amiatanews: copertina: manifestazione del 27/11/2017 dei Comitati No Geotermia (marcia tra Abbadia S. Salvatore e Piancastagnaio) nell’articolo: da sx il Sindaco di Pomarance Loris Mortignoni e il Sindaco di Castelnuovo Val di Cecina Alberto Ferrini durante l’intervento alla manifestazione “Geotermia Sì” (Larderello 01/12/2018)]]>La geotermia elettrica industriale non è da incentivare Non è pulita né rinnovabile
Con una decisione di reale cambiamento rispetto al passato, il governo, con il decreto FER1, ha momentaneamente escluso la geotermia elettrica industriale dalle fonti energetiche rinnovabili ammessi a godere degli incentivi governativi. Da anni le comunità delle aree di interessate dall’utilizzo di tale risorsa si battono per mascherare la campagna di disinformazione alimentata da coloro che hanno interessi diretti nel business degli incentivi, a danno degli equilibri ambientali, in particolare della salubrità dell’aria, dell’acqua e della salute dei cittadini. Nel 2016 per le centrali geotermiche Enel ha percepito 600 milioni di euro di incentivi, raccolti dalle bollette elettriche pagate da tutti gli italiani. Ma la geotermia elettrica industriale non merita di percepirli poi che è una fonte energetica altamente climalterante e non pulita. Le centrali emettono anidride carbonica e metano in quantità in certi casi superiori a una centrale a combustibili fossili. Nella sola area dell’Amiata, inoltre, da dati ARPAT 2014-2016, gli impianti emettono giornalmente, con filtri AMIS attivi, 1840 kg di acido solfidrico, 668,4 gr di Mercurio che si trasforma per il 20% in particelle sottili PM 2.5 e PM 10. si aggiunga che la geotermia elettrica industriale non può definirsi rinnovabile poiché necessità di pozzi profondi 3000/4000 metri, dalla durata media di circa 20-30 anni, dopodiché si deve provvedere a nuove perforazioni. per le 35 centrali geotermiche presenti in Toscana sono stati rivelati circa 900 pozzi. Anche un bene primario come l’acqua viene interessato dalla produzione di energia geotermoelettrica che incide sulle falde acquifere determinandone l’abbassamento e alterandone la tua vita. ad essere alterato e inoltre l’assetto idrogeologico del territorio, con i fenomeni di subsidenza. Nell’area tradizionale geotermica si rileva uno sprofondamento di metri 1,20 in 60 anni. Mentre altri dati accertati riguardano la sismicità indotta e l’irreversibilità del danno. in più, la salute. oggi nei comuni geotermici amiatini viene segnalata una situazione sanitaria molto più problematica rispetto agli anni ‘80 (Zapponi, 1996). La geotermia elettrica industriale non porta occupazione. non porta benessere. i comuni geotermici sono tra i più poveri della toscana. le centrali, con il loro forte impatto sul territorio, mal si conciliano con le identità dei luoghi, con le attività economiche agricole, turistici o di piccolo-medio artigianato. Appare quindi evidente che la geotermia elettrica industriale debba essere necessariamente esclusa dagli incentivi governativi a favore di una produzione energetica, realmente rinnovabile, come la drammatica situazione del pianeta esige. *Rete NoGESi , SOS Geotermia, Comitato Ambiente Amiata, Comitato Tutela Territorio Roccalbegna, Comitato Difensori della Toscana, Comitato per Radicondoli, Comitato No Geotermia Valdera, I Cittadini Toscani.