Grosseto. Progetto Rewalk: iniziata la prima fase di formazione del progetto di riabilitazione

Amiatanews: Grosseto 03/05/2019
Iniziativa grazie alla sinergia tra l’associazione Tutto Possibile onlus con il presidente Massimo Lattanzi e la ASL Toscana Sud Est

Tornare a camminare, nonostante gli arti paralizzati, adesso è un sogno realizzabile con l’aiuto della tecnologia. Questo è l’obiettivo del progetto Rewalk, partito concretamente la scorsa settimana, a Grosseto, grazie alla sinergia tra l’associazione Tutto Possibile onlus con il presidente Massimo Lattanzi e la Asl Toscana sud est, che prevede l’utilizzo da parte di pazienti con arti inferiori paralizzati, a causa di particolari lesioni del midollo spinale, di un esoscheletro per poter acquisire nuovamente la capacità di deambulazione, in parziale autonomia.

L’esoscheletro è una struttura robotizzata denominata Rewalk: si tratta di un tutore che viene indossato dalla persona e che, attivato tramite un software specifico, trasmette alla parte inferiore dell’ausilio robotico degli impulsi. In tal modo il paziente, con il supporto di stampelle, riesce a camminare e anche a fare le scale.

Il progetto ha preso il via con la prima fase di formazione dei professionisti della riabilitazione che dovranno insegnare a loro volta l’utilizzo del Rewalk a pazienti selezionati. E’ un momento fondamentale per ottenere una conoscenza completa del sistema da trasferire poi ai futuri utilizzatori e alle persone che li sosterranno per un uso appropriato dell’esoscheletro. La formazione è consistita in due giornate, dedicate in parte all’aspetto teorico e in parte alla pratica, grazie alla disponibilità di due pazienti selezionati con i quali è stato possibile vedere, verificare in tempo reale e capire in dettaglio i meccanismi di funzionamento.  

“Sono circa 80.000 in Italia le persone affette da danno midollare, molti tra loro sono giovani. L’opportunità di poter usufruire del potenziale tecnologico dell’esoscheletro per la deambulazione di persone in carrozzina è rivoluzionaria perché permetterà di recuperare le funzioni perse a seguito della patologia, recuperando la possibilità di stare in piedi e camminare. Alla luce di questo, con l’esoscheletro la qualità della vita di queste persone migliorerà notevolmente, sia nelle funzioni quotidiane che per quanto concerne partecipazione e relazioni sociali. – afferma Marcella Biagi, dirigente delle Professioni Sanitarie della Riabilitazione del Dipartimento delle Professioni Tecnico Sanitarie, della Riabilitazione, della Prevenzione della Asl sud est, diretto dalla dottoressa Daniela Cardelli, e referente per la fase progettuale .

La sperimentazione, coordinata dalla dottoressa Lucia Lenzi, direttore del Dipartimento Tecnico Scientifico della Riabilitazione e responsabile clinico, è stata approvata dal Comitato etico etico locale, come tutte le sperimentazioni cliniche ed è stata portata avanti insieme alla dottoressa Sandra Bianchini, responsabile dell’Ufficio Ricerca Clinica. Il primo incontro formativo è stato organizzato da Lucia Lenzi e Marcella Biagi insieme al fisiatra Massimo Groppi, oltre a un tecnico della ditta che produce il tutore. 

“La realizzazione del progetto si basa su un protocollo clinico che prevede dei criteri di inclusione, ma anche di esclusione per fattori di rischio, dei possibili pazienti. Per cui non tutte le persone potranno essere inserite nella sperimentazione. – afferma Lenzi –  Il recupero della deambulazione tramite esoscheletro robotizzato è già stato implementato in molti studi e centri di ricerca con risultati soddisfacenti, fino all’uso dello stesso nella vita quotidiana e attività podistiche, sempre di gruppi sperimentali.

 

 


Fonti.
Comunicato Stampa USL Sud Est Toscana del 03/05/2019

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