Il piccolo chiostro. Camminiamo insieme…

Appuntamento con con Don Carlo Prezzolini, e le sue riflessioni riprese dalle pagine web del sito da lui ideato, “Il piccolo chiostro” (www.ilpiccolochiostro.it), nome della piccola chiesa da lui guidata Papa Francesco, nel suo intervento alla Conferenza episcopale italiana del 16 maggio 2016, riassume con grande efficacia la caratteristica di fondo della nostra società all’inizio del Terzo millennio: “In un mondo in cui ciascuno si pensa come misura di tutto, non c’è più posto per il fratello”. Se io sono bastante a me stesso, se sono autosufficiente, se sono al centro del  mondo… non c’è posto per l’altro, vicino o lontano che sia; per l’altro c’è posto solo se  fa parte del mio gruppo ristretto. Non c’è posto nemmeno per l’Altro, se non costruito e mia misura. Non c’è posto per la natura, per la Terra come casa comune.  E’ da questa visione dell’uomo e del mondo, frutto dello modello consumistico del capitalismo, che hanno origini  tutti i nostri problemi di oggi:  la Terza guerra mondiale a pezzi, altra felice definizione di papa Francesco; risorgenti fenomeni razzisti e nazifascisti; il fondamentalismo religioso dell’Islam, ma presente anche di altre religioni, compresa la nostra; la crisi ambientale che sta distruggendo la nostra Terra… Non solo ma questa idea è profondamente sbagliata e fonte di infelicità e di non realizzazione anche a livello individuale: è vero che io sono unico come persona, ed è giusto recuperare la dimensione personale, ma io non sono bastante a me stesso e se mi isolo dall’altro, dal creato, non mi comprendo più nella mia specificità, anzi cado nel fallimento più totale. Non ci possiamo rassegnare a questa visione dell’uomo e del mondo, che è profondamente anticristiana, che è profondamente contraria allo spirito di tutte le religioni che non siano sette. Noi cristiani siamo invitati a reagire proponendo non “principi non negoziabili”, che impediscono la crescita di una sana laicità dello Stato, indispensabile per opporsi e far tramontare i fondamentalismi religiosi. Siamo chiamati a proporre valori di fondo per un mondo nuovo, da vivere come persone e come comunità, come Chiesa; a proporli  a tutti gli uomini di buona volontà, per costruire una prospettiva di pace fra le diversità umane e fra l’umanità e la nostra Casa comune. E questo modo di confrontarci proponendo valori è anche più efficace dal punto di vista politico e legislativo: la recente legge sul fine vita, pur con i suoi limiti, ha due principi fondamentali, dice no all’eutanasia e dice no all’accanimento terapeutico. Forse se in passato la Cei avesse avuto un diverso atteggiamento sui Di.co, “diritti dei conviventi” proposti dalla cattolicissima Rosi Bindi, non arrivavamo alla recente legge sulle coppie di fatto, che può far intravedere la loro equiparazione al matrimonio, che non è presente nella legge. E questi valori esistenziali da proporre e da testimoniare con la vita quotidiana, sono quelli che ci ha rivelato il Signore: Dio è Padre e Madre di un amore sconfinato, compassionevole per tutta l’umanità e per tutto il creato. Noi siamo chiamati a scoprirci figli prediletti di un unico Padre, e quindi fratelli. E questi valori vanno ricercati continuamente, vissuti come essenza della nostra vita personale e comunitaria, proposti  a chi abbiamo vicino, fra noi, nelle nostre città e paesi, e a chi abbiamo lontano. E’ la scoperta della bellezza e della gioia che ci dona il condividere, il camminare insieme; è la scoperta delle potenzialità positive della globalizzazione, ricercata, voluta e imposta dall’Occidente e dal capitalismo finanziario e che ha portato non solo alla globalizzazione dei commerci ma anche alla circolazione dei popoli: è possibile dividere questi due aspetti epocali? All’inizio del Terzo millennio noi cristiani siamo chiamati a cammina insieme agli altri per superare la centralità della finanza e riscoprire la centralità della famiglia umana e della nostra Casa comune che è la Terra. Carlo Prezzolini (Toscana oggi, Confronto 28 gennaio 2018)]]>

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