Il piccolo chiostro. “Quanti libri si pubblicano sull’Amiata” e “Chi ha rubato i “Babbi Natale”: terminate le indagini… ma con esiti differenti

Amiatanews: Amiata 13/05/2019
Appuntamento con con Don Carlo Prezzolini, e le sue riflessioni riprese dalle pagine web del sito da lui ideato, “Il piccolo chiostro” (www.ilpiccolochiostro.it), nome della piccola chiesa da lui guidata.

Di Don Carlo Prezzolini (Toscana oggi – Confronto 5 Aprile 2019)

Le mie poche decine di lettori si ricorderanno degli “appunti” con cui ponevo due temi oggetto di mie indagini: quanti libri si pubblicano in Montagna e chi ha rubato i Babbi Natale. Se lo ricorderanno perché sono stati fra gli “appunti” per cui ho avuto tanti più “like” dai lettori, secondi solo all’articolo sulla morte del mio cane Billi, del lontano dicembre 2013, che avevo sepolto nel mio giardino “Dove fiorisce il rosmarino”.

Le indagini sono terminate, con esiti diversi. Iniziamo da quella felicemente risolta, tanto per differenziarmi dalle TV e dai giornali che sbattono sempre in prima pagine le notizie più negative, truci, assassini, rubamenti, disgrazie… mentre quelle positive, se vengono fatte conoscere, sono sempre dopo e quasi oscurate.

Quanto si scrive oggi…
Felicemente risolta è l’indagine sui libri usciti nel 2018 ad Abbadia San Salvatore, il mio paese di origine, che affrontavo nel “Confronto” del 25 novembre passato: parlavo di ben 6 libri, tanti per un paese di meno di 7.000 abitanti. Le accurate indagini da me svolte hanno dimostrato che di libri ne sono stati stampati di più: direttamente collegato ai 6 ricordati, che in comune hanno il racconto, più o meno esplicito, della propria storia ed esperienza, è quello di Giovanna. E siamo a 7. Poi, anche se con altro taglio, c’è Giuseppe Sani, pianese, cioè nato a Piancastagnaio, ma da tanti anni abbadengo di adozione, cioè residente ad Abbadia, che da tempo propone documenti sulla storia contemporanea e moderno della Montagna, e che ha pubblicato ben 3 libri nell’anno passato. Infine sono usciti gli atti del convegno dedicato alle cripte di San Salvatore e di Acquapendente e a quelle della Toscana meridionale e dell’alto Lazio. E siamo ad 11. “Verba volant, scripta manent”: le parole volano via, gli scritti rimangono, diceva la sapienza latina. E vola via anche quanto viene scritto nei nuovi mezzi di comunicazione informatica. Dietro agli scritti che rimangono non c’è il desiderio di rielaborare i problemi della vita e rimanere nella memoria delle proprie comunità?

Ma chi ha rubato i Babbi Natale?
Purtroppo, nonostante i miei accurati impegni, non sono riuscito a concludere questa indagine e l’ho dovuta archiviare. Ma riassumiamo per i lettori che non si ricordano: questo Natale il centro e i piccoli insediamenti che fanno parte della parrocchia del Saragiolo erano stati abbelliti, vivacizzati da oltre 170 Babbi Natale, prodotti con tronchi di legno da Rossana e dalla sua equipe, formata dai suoi tre piccoli figli e dai bambini del catechismo; con il contributo in tronchi di Mattia, marito di Rossana. Facevo due ipotesi: che fossero stati i pianesi,  invidiosi che loro non ce l’avevano! Oppure la Befana, invidiosa anche lei che ormai non si festeggia quasi più e i regali li porta  sempre più il Vecchiaccio! Mi è venuto un altro sospetto, che oggi va tanto di moda: che ci siano dietro motivi politici, visto che la giovane artista Rossana si candida per le prossime elezioni comunali di Piancastagnaio? Pensa e ripensa ho dovuto escludere questa pista perché per Natale le elezioni erano lontane e non si parlava di candidati.
Ho abbozzato anche un’altra ipotesi: che siano stati i cattolici tradizionalisti, visto che sempre più persone e famiglie, italianissime e cattoliche almeno di nome, ritengono che il 25 dicembre si festeggi la nascita di Babbo Natale e non di Gesù Bambino? Anche questa pista l’ho dovuta abbandonare perché almeno a me non risulta che sulla Montagna ci siano cattolici di questo tipo
L’unica conclusione a cui sono giunte le mie indagini e che dei Babbi Natale lignei se sono stati rubati ben 88, i due paia di occhiali si sarebbe detto una volta quando si giocava a tombola e usciva questo numero. Qualche lettore non mi dia del “bischero” sostenendo che i pori Vecchi siano serviti per i camini, per riscaldare la casa: non ci voglio credere!

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